XI. Fuoco d'inferno

367 36 76
                                    

Levi camminava lentamente per le stradine di ghiaia, alla ricerca di Eren, sperando che avesse qualche attimo da dedicargli.

Nonostante la brutta esperienza, aveva la terribile voglia di baciarlo e magari anche di fare qualcosa in più, sperando che la loro vita sessuale migliorasse.

Aveva bevuto un caffè al bar, avendo saltato la colazione, e si era ritrovato a parlare con i suoi migliori amici dicendo loro che la serata era andata divinamente ed ora camminava.

Stava per svoltare l'angolo vicino alle casette dei lavoratori quando due voci familiari gli giunsero all'orecchio.

"Allora? Come è stato?" Era <<faccia da cavallo>> e si fermò prima di entrare nel loro campo visivo.

Sporse leggermente il viso vedendo come lui, Eren e testa di cocco stessero sistemando dei carichi.

"Era piuttosto inesperto, ma molto meglio di quanto immaginassi" rispose il castano passandosi una mano tra i capelli sotto lo sguardo divertito del coetaneo.

"Faceva molto il duro ma ha ceduto subito, non pensavo che ce l'avresti fatta"

"È stato semplice in realtà prendersi gioco di lui. Potrà anche frequentare una scuola importante, ma se non si accorge quando qualcuno approfitta di lui, non ha speranze"

Jean rise, dandogli ragione.

"Spero che tu non sia stato violento Eren, è solo un ragazzo!" Lo rimproverò Armin ormai abituato a quel comportamento orribile del migliore amico.

"Era solo una scopata, non dovevo mica comportarmi come un fidanzato. Pensate che aveva detto di andare da me, per fortuna ho usato la scusa della camera in disordine e stamattina me ne sono andato il prima possibile"

Armin scosse la testa disgustato e dispiaciuto per la sorte di Rivaille, mentre Jean sghignazzava.

Continuarono a parlare per qualche minuto di quell'esperienza fino a quando la loro attenzione fu catturata dalla voce di Sasha.

"Perdonami, ma i clienti non possono stare qui" la giovane non si mosse, confusa nel non aver ricevuto alcuna risposta.

"Hey Sasha, che c'è?"

Eren si bloccò, congelandosi sul posto nel vedere Levi con lo sguardo fisso a terra come fosse in trance.

Non andava affatto bene.

Passarono solo alcuni secondi prima che il castano prendesse il controllo della situazione, posando la mano sulla spalla di Levi con un sorriso.

Egli ci vide rosso.

Il corpo del più piccolo agì prima del cervello e del suo autocontrollo.

Il suono dello schiaffo rimbombò tra i presenti.

Si sentiva solo la leggera musica in lontananza, tutti erano in silenzio ad occhi sgranati nel vedere il viso di Eren girato di quasi centottanta gradi, per tutta la forza usata.

Cinque dita segnavano la sua guancia sinistra ormai bella che rossa.

Il maggiore era sbigottito, ma lentamente tornò a guardare il più basso che si massaggiava il palmo mentre le fiamme incendiavano i suoi occhi.

Levi strinse il pugno pronto ad attaccarlo, ma si fermò quando per riflesso l'altro si portò le braccia al viso per coprirsi.

Eren, non percependo nessun colpo, aprì gli occhi incontrando quelli di Rivaille che gli fecero male, per quanto gli costasse ammetterlo.

Indifferenza.

Erano occhi grigi pieni di indifferenza.

"Tu..." Cominciò lentamente storcendo la bocca in una smorfia. "Non vale la pena picchiare uno come te" gli lanciò un'occhiata fredda mettendo le mani in tasca.

Gli occhi bugiardi di cui mi innamorai || Ereri ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora