XXIV. Epilogo

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Si asciugò le mani sui jeans neri, i preferiti di Eren.

Ovviamente Rivaille li aveva indossati di proposito, insieme a una camicia nera perfettamente stirata e abbottonata fino al colletto.

Sorrise leggermente ripensando al fatto che fosse stata proprio sua madre a fargli trovare gli abiti pronti sul letto.

Nonostante fossero passati diversi mesi e fosse quasi ottobre, Rivaille doveva ancora abituarsi del tutto alla presenza della madre nelle sue giornate.

Le cose erano decisamente migliorate, Kuchel aveva meno impegni e ogni momento libero lo trascorreva con il figlio.

Era stata proprio lei ad accompagnarlo a firmare il contratto con la casa discografica.

Hannes aveva chiamato e in poco tempo Levi, Isabel e Farlan avevano creato la loro prima canzone.

Il successo fu pazzesco, la radio parlava di loro, delle bende sui loro visi e la gente impazziva per i "NoName".

Tutti e tre si ritrovarono i profili Instagram intasati di followers, messaggi e likes.

Il corvino era felice nonostante all'inizio fosse stato strano l'essere fermato dalla gente per strada.

Ora però era tempo di farsi coraggio: era fermo davanti a Villa Jaeger cercando di calmare l'ansia dell'incontrare non solo i genitori del fidanzato ma un insieme immensi di cugini, zii, nonni, prozii e chi più ne ha più ne metta.

Ed Eren gli aveva anche detto di non preoccuparsi.

Fanculo!

Suonò il citofono fino a quando la voce del fidanzato chiese chi fosse.

"Scope a cinque euro" rispose il corvino alzando gli occhi al cielo.

"In effetti dovrei proprio scopare un po' " disse Eren maliziosamente per poi ridere.

"Dai, aprimi stupido"

Subito dopo il cancello si sbloccó e Rivaille si sbrigó a richiuderselo alle spalle.

Pensava di essere accolto da Eren, dal suo grande sorriso, invece si sentì un immenso urlo e una ragazzina gli si gettò al collo chiudendo le gambe attorno ai suoi fianchi.

"Oh mio Dio, oh mio Dio, oh mio Dio, non ci credo, sei L!"

Rivaille, dopo un primo momento di shock, posò le mani sulle cosce della giovane per reggerla, nascondendo il divertimento.

"Ciao anche a te, devi essere Gabi, giusto?"

La giovane restò in braccio al corvino annuendo con gli occhi lucidi ed emozionata per quell'incontro.

Il diciottenne cominciò a camminare verso la porta mantenendo la giovane che non accennava minimamente a staccarsi.

Si pulí le scarpe all'ingresso e Carla lo raggiunse con un immenso sorriso.

Oh sì, era bello come lo ricordava, se non di più.

"Vedo che vi siete già conosciuti. È un piacere rivederti Rivaille"

"Anche per me, signora Jaeger" disse stringendole una mano mentre l'altra teneva Gabi.

"Solo Carla" sorrise raggiante la donna, guardandolo con gli occhi che luccicavano. "Vieni, Eren è di là, ti presento gli altri"

Superarono l'ingresso, raggiunsero il salone e subito gli occhi di tutti i presenti furono su di loro.

Molte, troppe persone.

"Gabi, per favore staccati, povero ragazzo" disse una donna sulla quarantina, seduta sul divano in pelle bianco.

La dodicenne si staccò con un sorriso immenso, guadagnandosi una carezza tra i capelli che la fece urlare leggermente.

Gli occhi bugiardi di cui mi innamorai || Ereri ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora