Quel giorno avevamo deciso di vederci ogni giovedì alle sedici.
I giorni passarono lentamente e in solitudine. Non mi scriveva mai, l'unica volta in cui l'aveva fatto era per metterci d'accordo sul giorno della seduta e io ci rimasi male, ma ovviamente non glie lo diedi a capire.
Dentro di me speravo che mi amasse ancora e che ci tenesse, e mi consolai pensando a cosa mi avesse sussurrato all'orecchio quel giorno. Mi ero sentita al sicuro quella volta.
Da quando qualcuno non mi dava un abbraccio? Da molto tempo.
E sentire quelle parole... mi fecero sentire la Camila di due settimane fa, anche se per qualche secondo.
I giorni erano passati silenziosamente, come al solito, tra prese in giro ed insulti; mi capitava spesso quando uscivo. Le persone mi riconoscevano e trovavano l'occasione per alzare la voce visto che io non potevo fare nulla per difendermi. A volte alzarono le mani ma non andarono oltre, forse perchè sapessero che fossi una cantante, e quindi famosa.
Era mercoledì e come al solito uscì da casa per comprare qualcosa da poter mettere nel mio stomaco quella sera, e, cosa più importante era trovare lavoro, sì, dovevo farlo nonostante avessi abbastanza soldi per sostenermi ancora. Volevo sentirmi "normale" e trovarmi un giusto lavoro mi sarebbe stato d'aiuto, o almeno sperai che fosse stato così.
Quando camminai in una strada poco usata qualcuno mi tirò dal braccio e mi bloccò contro il muro di un vicolo cieco.
Quando vidi il volto di quella persona i miei occhi si inumidirono e dalle mie labbra non uscì nulla, ma mi tremarono come non mai. Non potevo immaginare che sarebbe ritornato.
Strinse i miei polsi contro il muro sopra la mia testa con così tanta forza che nel resto della giornata non riuscì a chiudere le mani a pugno.
Lui iniziò a baciarmi il collo con rabbia ed eccitazione ed io piansi silenziosamente, sperando che quella tortura fosse finita presto, ma il mio desiderio non si avverò.
Avrei voluto urlare anche in quel momento ma come al solito... non uscì nulla dalle mie labbra.
Io provai ad oppormi, a dare calci e a liberarmi i polsi, ma quella persona era troppo forte per me, ed io ero troppo debole.
Lasciò un mio polso e i nostri sguardi si incontrarono.
"Se provi ad opporti giuro che finirà male" lo disse con così tanta rabbia che mi fece paura.
Io non mi opposi più, non chiamatemi puttana o cosa, semplicemente sapevo che fossi troppo debole per scappare e sapevo che nessuno mi avrebbe salvata poichè la mia voce fosse del tutto inesistente.
Alcune auto di rado passavano, ma nessuno poteva capire che fossi in pericolo poichè, semplicemente, non potevo parlare, e quello fu un altro buon motivo per odiarmi.
Le sue mani scesero sulla mia camicia, che staccò rompendo alcuni bottoni, e fu così che continuò a lasciarmi lividi sul corpo.
Mi sentivo sporca come l' immondizia e grezza. Mi sentivo un oggetto. Uno stupido oggetto buttato e preso quando si vuole.
Le sue mani scivolavano in modo grezzo sul mio seno e infine sul mio sedere, che strinse mettendo le sue schifose mani dentro i miei pantaloni mentre io piangevo.
Fu allora che si staccò un secondo dal mio corpo, slacciandosi la cintura e abbassandosi i pantaloni.
Quello che avvenne dopo non vorrei nemmeno dirvelo. Ancora piango pensandoci.
So solo che da quel giorno non avevo più voglia di uscire da casa. Non riuscivo più nemmeno ad esprimermi con il linguaggio dei segni per la paura che provavo. Mi sentivo come se improvvisamente non avessi più il bisogno di esprimermi.
Da quel giorno non riuscì nemmeno ad usare le mani per dire qualcosa a qualcuno. Non riuscì a sorridere come facevo di solito nonostante tutto.
Da quel giorno ebbi un altro problema : non avevo più nessuna voglia di farmi capire dagli altri.
Da quel giorno non ero solo muta, ma ero anche ferma, come se la mia vita si fosse bloccata. Non dissi più nulla usando i segni semplicemente perché mi sentì come se non ne avessi davvero bisogno.
Da quel giorno il silenzio sembrava l'unico a farmi davvero compagnia, non sembrava più un ostacolo o una cosa da odiare, ma una cosa da ascoltare e capire.
Io avevo capito il mio silenzio e avevo accettato tutte le cose spregevoli che mi diceva.
Mi ero abituata al silenzio.
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Silence ➳ Camren
FanfictionCamila fa parte delle Fifth Harmony, no, mi correggo : Camila faceva parte delle Fifth Harmony ma dopo un incidente stradale perse del tutto la sua voce quindi non potè più cantare. Così le amiche Camila Cabello dovettero contattare una psicologa :...