Dopo che Lauren andò via decisi di chiamare mia madre e poi mio padre, finchè una vocina che ricordavo benissimo rispose al numero di mamma.
"Mijaaa" esclamò la bambina.
"Ss... Sofì" provai a sembrare il più naturale possibile "Cc... che... f... ffai?" le lacrime già stavano percorrendo il mio viso.
"Aspetta, Mija, ti vuole la mamma"
Sentì qualche strano rumore.
"Camila?" disse la solita voce fredda "Perché hai chiamato?"
"Mm... mmamm... mamma" iniziai "V... v... vo... vvogglio vvv... vvedder... Ss... Soffì"
"Ti e ritornata la voce?" domandò ancora freddamente.
"S... sì"
"Sofì adesso è con noi. Non abbiamo abbastanza soldi per portarla da te" dopo ciò sentì una voce di sottofondo che supplicava e capì che fosse la mia sorellina.
"Pp... ppaag... pago... io. Cc... carico... lla tttua ccarta... dd... di cc... cred... credito"
"Perché borbotti?"
"Nn... non l.. lo ss... so"
"Ok. È diventata insostenibile da quando sei andata via, quindi quando caricherai la carta di credito la porterò da te anche domani stesso" sembrava che se ne volesse liberare.
"Ssst... sta... stass... stasera l... la rricccari... ricarico"
"Va bene, allora domani prenderò un aereo e te la porterò a casa, okay?"
"Gg... grazie"
A quel punto mia madre chiuse.
Non era felice che le mie condizioni fossero migliorate, ma ne ero abituata in un certo senso. A me bastava solo Sofì.
Sospirai e decisi di vestirmi per andare in banca per caricare la carta di credito di mia madre.
In qualche modo sembrava che i pensieri di mia madre girassero sempre attorno ai soldi e al lavoro.
Scesi le scale ed entrai in auto, mettendola poi in moto.
Sospirai vedendo quanta folla ci fosse in strada, ma decisi comunque di matenere la pazienza.
Ero nervosa. Mi mancavano tante cose. Mi mancava Lauren, Sofì e le mie amiche.
Quando arrivai in banca versai circa cinquecento dollari sul suo conto e poi rientrai in auto.
Solo in quel momento mi ricordai che di fronte alla banca ci fosse la casa di Dinah, dove tutte noi eravamo solite a passare la giornata per la comodità e la grandezza dell'abitazione.
Guardai l'enorme condominio e afferrai il volante. Dovevo andarmene.
Lanciai uno sguardo al balcone del terzo piano, proprio dove stava Dinah e decisi di scendere dalla macchina.
Dovevo parlare con loro. Dovevo dirgli una cosa, ne avevo bisogno. Dovevo prendere le mie cose.
Il portone era già aperto e decisi di andare direttamente al terzo piano.
Presi un grande sospiro e lo buttai via nel momento in cui bussai.
"Chi è?" domandò una voce che conoscevo alla perfezione : Dinah.
Sapevano che quando nessuno rispondeva c'ero io dietro la porta così restai in silenzio e la mia vecchia amica aprì la porta.
"Mila..." disse Dinah.
Ally era seduta e Normani era sdraiata sul divano ma quando mi videro scattarono in piedi.
Feci un grande sospiro per mantenere la calma. Da quant'era che non le vedevo? Da molto, più di un mese.
Entrai nella stanza e loro provarono ad avvicinarsi per abbracciarmi, ma io feci un passo indietro.
"Ferme" la voce non uscì tremante, ma deciso, e in quel momento fui felice di ciò.
Le mie vecchie amiche sgranarono gli occhi a sentir la mia voce e provarono a riavvicinarsi.
"Ho..." scomposi le parole apposta per far sembrare la mia parlata più liscia "...detto..." presi un grande respiro e poi lo buttai via "Ferme"
Le ragazze restarono ai loro posti e aspettarono qualche altra parola da parte mia.
"Non... mm... mi" la vice mi tremò e mi maledissi mentalmente "Non... mi... avvvete... ccc... ccerc... cercata" dissi con rabbia, sia per la loro presenza sia per la mia parlata, ma almeno parlavo "Vv... vvi... assppe... asspettavo... mma... oora... non più"
Ally provò a dire qualcosa ma non uscì niente dale sue labbra.
"Mila, possiamo-" provò a dire Normani, ma io la fermai in anticipo.
"No" dissi, sapendo che volesse ricomporre i rapporti "Nn... non... ssson... sono vvenuta pp... per cchiar... chiarire" dissi "V... vvoll... vvollevo s... ssolo... fff... ffarvi vv... vvedere... che sono for... forte dda... sssola" dissi, ricordando che dopo l'incidente le ragazze mi soccorressero avendo paura per la mia fragilità. Mi trattavano così tante volte da bambina che mi dava terribilmente fastidio e mi facevano sentire disabile.
"Non... ho... bis... bisogno di... ness... nessuno, ved... vedete?" dissi "Non... son... sono dd... debb... debole" un pò lo ero in realtà ma per loro ero anche fin troppo fragile, ed era il momento per far capire a loro che potevo stare bene senza di loro.
"Mila, ascoltami-" stavolta parlò Dinah.
"Ss... ssono... vven... vennuta... pper pprend... prendere ll... le... mmie.. coss... cosse" dissi, sinceramente, e dopo ciò andai a prendere le mie cose sparpagliate nelle stanze, e le misi in una mia valigia che lasciavo sempre da Dinah.
Una volta passavo più il tempo da Dinah che da me per questo la maggior parte dele mie cose le lasciavo lì.
Le ragazze non dissero niente e quando finì chiusi la valigia e andai via.
Non mi salutarono. Non le salutai.
Non sempre si deve dire un addio, a volte il silenzio parla da solo.
Forse non era un addio, ma un arrivederci.
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Silence ➳ Camren
ФанфикCamila fa parte delle Fifth Harmony, no, mi correggo : Camila faceva parte delle Fifth Harmony ma dopo un incidente stradale perse del tutto la sua voce quindi non potè più cantare. Così le amiche Camila Cabello dovettero contattare una psicologa :...