Nuovo inizio

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Le mie amiche si preoccuparono perché non usai più il linguaggio dei segni dopo ciò che mi aveva detto Dinah. Inoltre il concerto non andò meglio. Eravamo a New York e le parole come al solito non uscirono dalle mie labbra.
Non avevo preparato nessuna lettera da far leggere a qualcun altro al posto mio, non ne avevo la forza, e mi sentì triste al solo pensiero di essere così inutile.
Stavolta Dinah non mi rimproverò quando cadde di nuovo il silenzio e io non dissi niente.
Tutti mi fissarono e ricominciarono come al solito a bisbigliare per pena o per insultare oppure per dire cose del tipo : "Sei inutile" "Se non canti più a che servi?" "Ricevi soldi gratuitamente. Vorrei essere anch'io al tuo posto".
A quelle frasi io non mi opposi mai, era come se fossi diventata persino sorda, ma la verità era che quelle parole rimbombarono ogni giorno dentro di me.
Le ragazze erano sedute sul letto e notai che Normani, che era seduta sul letto di Dinah fissò un punto vuoto della stanza. Capì che stesse pensando. Dinah invece era sdraiata e sembrò pensare a molte cose visto come muoveva ogni secondo la direzione dei suoi occhi. Ally invece, semplicemente, era sul mio letto mentre giocava con il cellulare a Candy Crush.
Io invece osservai i loro movimenti : i gesti erano ormai la mia lingua e in qualche modo volevo conoscere anche cosa dicesse quella degli altri.
"Camila" una voce mi richiamò destandomi dai pensieri e notai che fosse Dinah "So che può sembrare brutto da dire ma se non puoi più cantare allora perché sei qui?"
Quella frase l'avrò sentita un miliardo di volte e ascoltarla dalla mia migliore amica mi fece sentire ancora più piccola di quanti già fossi.
Io non usai il linguaggio dei segni ma avrei voluto dirle che ero restata lì perché mi ero affezionata a loro e alle persone che ci seguivano. Mi limitai solo a guardarla, con un pò di tristezza a causa delle sue parole.
"Dinah, che stai dicendo" intervenne Ally "Non fare anche tu così"
"Ma non è colpa mia se è muta e non può più cantare"
Io ascoltai la discussione senza intervenire, finchè non si alzò anche Normani.
"Smettetela. Ferite soltanto Camila"
Io la guardai e feci un sorriso flebile, che lei notò e si rattristì.
"Normani, per colpa sua la nostra fama sta diminuendo" disse Dinah, puntandomi il dito ma guardando ancora la sua amica.
Fissai la sua mano e notai che fosse più grande della mia, non me ne ero mai accorta.
Ally sospirò soltanto, forse era stanca di parlarne.
Da quando sono diventata muta tutti hanno sempre litigato per colpa mia.
In quel momento pensai a molte cose. Pensai a come i cassieri si arrabbiavano quando usavo il linguaggio dei segni ma io volevo soltanto salutarli. Ricordai che quando un bambino si avvicinò a me chiedendomi come mi chiamassi io non risposi e lui amareggiato se ne andò dalla mamma, che mi guardò in malo modo, non sapendo forse che io fossi muta. Ricordai quanto parlavo prima di aver fatto l'incidente. Ero una chiacchierona.
"Camila" mi richiamò Dinah "Se continui così dovremmo toglierti dal gruppo"
Quelle parole schiacciarono il mio cuore in mille pezzettini. Sembrava che non esistessi più. Quelle parole mi fecero male.
"Se non lo fai tu lo farà prima o poi il nostro manager"
Io non risposi e le tre ragazze dopo un pò di allontanarono. Forse tutte e tre pensarono come Dinah.
E a me dispiacque.
Perché le persone hanno più bisogno delle parole che dei gesti?
Le ragazze ritornarono nelle loro posizioni precedenti ma con delle espressioni che parlavano da sole.
Io non seppi che espressione avessi ma non era sicuramente una delle migliori.
Giocherellai con la coperta sopra di me.
Sembrava che alle persone affiaco a me risultassi solo un peso.
Ricordo che le ragazze dormivano per lo più a casa mia e facevano sempre loro la spesa perché io non potevo nè parlare nè usare il linguaggio dei segni visto che lo conoscevano solo in pochi, quindi se mi fossi trovata in difficoltà non avrei saputo che fare. Eppure non avrei mai pensato che fossi un peso per loro.
Solo quel giorno capì che fossi solo un peso da togliere.
Avrei fatto tutto da sola e ci sarei riuscita.
Non avevo bisogno di loro per sopravvivere, ci sarei riuscita, o almeno speravo.
In quel momento mi alzai dal letto.
Eravamo a casa di Dinah.
Sentì gli occhi sulla mia schiena, ma io camminai fino ad arrivare alla porta.
"Dove vai?" domandò Normani.
Io mi fermai per un secondo, ma poi andai avanti diretta alla porta.
Da oggi finisce tutto. Da oggi imparerò a dipendere solo da me.
Le lacrime scivolarono sul mio viso ma nessuno se ne accorse perché semplicemente non mi avevano raggiunta, e in quel momento capì molte altre cose.
Non mi vogliono bene.

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Ciaoo. Eccoci in una nuova storiaaa (si ne faccio non so quante e non so come farò a gestirle quando inizierà la scuola), secondo voi com'è? Vi sta piacendo?
Cosa ne pensate di Camila e del comportamento delle ragazze?

Silence ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora