Nuovo psicologo

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Quella settimana passò lentamente come al solito.
I miei genitori e Sofì non mi scrissero. Le mie amiche nemmeno. Il ragazzo che mi aveva stuprata stranamente non era più ritornato. Lauren... bè, anche lei, ma la cosa che mi sconvolse fu il seguente giovedì.
Sentì bussare alla porta e quando l'aprì vidi un ragazzo bruno e alto.
"Sono il tuo nuovo psicologo"
Non potevo credere alle mie orecchie. Perché avevano cambiato psicologo? Io volevo Lauren.
"Lauren?" domandai, usando il linguaggio dei segni.
"Ha deciso di rifiutare l'incarico"
L'unica persona avrebbe potuto farmi uscire da quel silenzio era solo lei, e lei... era andata via, anche lei. Dannazione.
"Posso entrare?" domandò il ragazzo, vedendo che non mi fossi mossa dal posto.
Io annuì con la testa e lo feci accomodare all'interno del salone.
"Allora, ho preso gli appunti della psicologa Jauregui" disse il ragazzo "Allora. Ha perso la voce quattro settimane fa a causa di un incidente stradale, giusto?"
Io annuì con la testa.
"Ho saputo dalla dottoressa Jauregui che nell'ultimo periodo hai avuto difficoltà anche ad usare il linguaggio dei segni, ma da come ho visto prima ha risolto" disse, sicuramente riferendosi a quando gli chiesi di Lauren.
Odio le persone vuote come lui. Fa il suo lavoro solo per riempire il suo protafogli. A lui cosa importa di un altro cuore spezzato?
Io rimasi in silenzio e fissai il vuoto di fronte a me, mentre ero seduta sul divano.
Non volevo nemmeno guardarlo. Lo odiavo. Era freddo e distaccato.
"Allora, Camila. Hai preso farmaci?" domandò il ragazzo.
Io feci no con la testa e lui scrisse qualcosa sul suo block note, se fosse stata Lauren mi avrebbe portato fastidio, ma purtroppo non era lei.
"Di notte dorme?"
Di nuovo feci no col viso, rivolgendo di nuovo il mio sguardo sul vuoto mentre il mio volto era appoggiato sulla mano che si reggeva col gomito poggiato sul bracciale del divano.
"In media quanto tempo dorme?"
Mostrai quattro dita.
"Cabello, potrebbe provare ad usare il linguaggio dei segni, per favore?" mi chiese, ma io feci finta di non sentirlo "Le è successo qualcosa di così terribile da non farle più usare il linguaggio dei segni?" domandò "Se me lo dicesse mi sarebbe molto d'aiuto. Potrei arricchire i miei appunti e provare a guarirla"
Non ho bisogno di guarire.
Ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino.
"Signorina Cabello?" mi richiamò di nuovo "Le sue amiche hanno pagato le sedute e l'ora sta per finire. Non le sembra un pò ingiusto?" il ragazzo continuò a parlare "Se non si sente di parlare posso darle un foglio" non dissi niente e lui strappò un foglio e mi porse una penna, io li afferrai.
Provai a scrivere qualcosa ma la mano mi tremò, non so per quale esatto motivo.
L'inchiostro si sbavò sul foglio e lui me ne diede un altro.
"Se non riesce a scrivere può anche disegnare"
Io restai in silenzio e provai a disegnare qualcosa, o meglio la prima cosa che mi venne in mente. La penna tremò tra le mie dita e sbavai varie volte ma riuscì a rendere capibile il disegno, o almeno sperai che fosse così.
Gli porsi l'occorrente e lui osservò il disegno.
"Una Luna e un Sole?" domandò, per esserne certo, e io annuì con la testa "Cosa esprime per lei ciò? Può spiegarmelo per favore?"
Io non risposi, come al solito.
"Ha disegnato anche due stelle, giusto? Una cadente e una un pò più grande che sembra brillare. È così?" domandò e io annuì ancora "Perché ha scarabocchiato il Sole? Ha avuto un motivo particolare o era solo perché aveva sbagliato?"
Il mio disegno aveva un significato specifico.
Il Sole ero io, ma lo avevo cancellato con una grande x perchè ormai non lo ero più per la Luna. La stella che brillava nel cielo ero io nella mia carriera. La stella cadente ero io in quel momento; era minuscola e se avesse visto il mio disegno una persona qualunque non avrebbe fatto caso a quel particolare.
"Signorina Cabello, potrebbe spiegarmi qualcosa per favore? Voglio solo aiutarla" disse il bruno, ma io non lo ascoltai e lui sospirò "È finita l'ora" il ragazzo si alzò e lo feci anch'io "La situazione non è una cosa da prendere alla leggera quindi dovrà fare una seduta ogni giorno, le va bene? Dobbiamo risolvere questo problema al più presto"
Io annuì con la testa e lo accompagnai alla porta.
Quando chiusi la porta mi feci trascinare a terra e iniziai a piangere.
Non potevo davvero credere che anche Lauren mi avesse abbandonata come tutti gli altri.

Silence ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora