Quella giornata fu un vero tormento. Le ore sembravano non passare mai e le lezioni furono più noiose del solito, tanto che rischiai di addormentarmi in classe (non che fosse una novità). Per di più a casa mi sarei di certo sorbita una ramanzina da mia madre, dato che mi ero dimenticata del progetto di storia e che quindi avevo preso una favolosa E.
Come al solito andai agli allenamenti di Allison e, per la prima volta, ero sola. Non avevo ancora avuto l'occasione per parlare con Ashton e speravo di incontrarlo lì, ma non si era fatto vivo. Certo, avrei potuto chiamarlo o scrivergli un messaggio, ma non riuscivo a farlo. Pensavo che se lo avessi visto, sarebbe stato tutto più semplice. Alla fine degli allenamenti salutai la mia amica, che rimase a chiacchierare con la mascotte. Faticavo ancora a credere a questa notizia. Nel senso, l'atletico Calum Hood vestito da cono gelato? Il tempo riusciva davvero a cambiare le cose.
La pausa pranzo la passai interamente da sola, dato che Luke era occupato in qualche ricerca; mi chiese di andar con lui, ma ero consapevole di essere solo un intralcio. Era difficile per lui concentrarsi, perciò era meglio non avesse alcun motivo di distrazione, in questo caso io.
Comprai qualche snack alla macchinetta e mangiai camminando per i corridoi; non era proprio il caso di restare a digiuno, altrimenti mi sarei ritrovata svenuta a terra entro la fine della giornata.Le ultime ore di lezioni passarono come quelle precedenti, lente e noiose, alla fine delle quali mi rifugiai sul retro della scuola per fumarmi una sigaretta. Era tutto il giorno che aspettavo questo momento; aspirai il fumo con lentezza, tenendolo all'interno al più lungo possibile, prima di cacciarlo fuori. Avevo proprio bisogno che la nicotina calmasse i miei nervi.
La giornata non era iniziata proprio nel migliore dei modi, non potevo nemmeno dire di essermi svegliata fresca come una rosa, e più il tempo scorreva più la situazione peggiorava. Lo scontro tra Calum e Michael non era affatto passato in secondo piano, anzi. Sembrava non si parlasse d'altro.
Cercavo di ignorare i pettegolezzi il più possibile, dato che per la maggior parte includevano anche me, e non volevo assolutamente sapere le sciocchezze che di certo si erano inventati. Certe cose, però, non ero riuscita ad evitarle, come i problemi di droga di Michael (pareva che dovesse dei soldi a Calum), o vecchie divergenze tornate a galla, si vociferava persino di un triangolo amoroso tra me, Michael e Calum (totalmente assurdo).
Certamente le persone abbondavano di fantasia, per tirare fuori queste storie. Una delle cose positive di tutto ciò era che la storia di Michael e il suo costume verde sembrava essersi eclissata, motivo per cui il mio senso di colpa cominciava ad attenuarsi. L'unico problema era che, molto probabilmente, a dimenticare non sarebbe stato il diretto interessato. Per questo l'ansia non aveva intenzione di abbandonarmi, con lei le ultime parole che Michael e Calum si erano scambiati.
Non riuscivo a capire e, proprio per questo, non ero in grado di pensare ad altro. Stavano parlando di me, ma allo stesso tempo era come se stessero parlando d'altro. Di cosa, però?
Era palese che il loro diverbio non fosse nato oggi, era qualcosa che si prolungava da tempo, eppure non sapevo dire da quanto. Quando io e Michael iniziammo la nostra guerra loro due erano amici, ma non ricordo il momento in cui smisi di vederli insieme. Non solo non ci avevo fatto caso, non me n'ero proprio resa conto.
Ed era alquanto strano, d'altronde da quando soprannominai Michael come Satana, divenne una specie di ossessione. Volevo sapere tutto: dai suoi orari scolastici, ai luoghi che frequentava e gli amici di cui si circondava. Volevo essere sempre un passo avanti a lui in modo da poterlo prendere in contropiede.
Mi ero però fatta sfuggire il dettaglio di Calum, e adesso la mia curiosità aumentava a dismisura. Volevo conoscere ogni retroscena e avrei trovato il modo per farlo. Avevo solo bisogno di tempo.
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Broken || Michael Clifford
FanficKatherine è un'adolescente come tante altre: va a scuola, studia, ed esce con gli amici. L'adolescenza è considerata l'età migliore della nostra vita, sono gli anni delle prime cotte e dei primi amori, le prime delusioni, le debolezze che vengono a...