Capitolo 8.

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No! No! No! Un'altro ritardo, no! Cavolo!

Presi la borsa e corsi in auto. Era tardi, troppo tardi.

Scivolai tra le strade di New York con facilità,  il traffico non era poi molto e non ci misi più di dieci minuti ad arrivare.

Mark era furibondo. Stava dietro i clienti e doveva occuparsi della cucina.

《 Camille! Ma ti sembra questa l'ora di arrivare?》disse. Teneva gli occhi stretti, sembrava aver il fuoco dentro.

《 Scusami,  ma..》mi interruppe.

《Ma niente. Sono giorni che sei distratta, combini guai ed in più questo è il quinto ritardo da quando sei qui. - deglutì e alzando l'indice continuò - un'altro e sei fuori.》

《Mark, ma io.. 》 e si voltò facendomi tacere. Annuii e mi diressi nello spogliatoio per cambiarmi. 

Il cuore mi martellava in petto, erano le dieci del mattino e il turno era iniziato già da un'ora, me la farà pagare e dovrò restare qui, pensai aggrottando la fronte.

Sospirai e mi diressi dietro il bancone. La caffetteria era vuota, i clienti del mattino erano stati serviti da Mark, così mi rilassai un po' occupandomi della pulizia del bancone.

Uff, se non fosse che questi soldi mi servono sarei già andata via.

Che saranno mai cinque ritardi? È insopportabile quando ci si mette. Uhm, eccolo lì a non far nulla. Lo odio!

Il campanello sopra la porta suonò. Alzai lo sguardo e il respiro mi si bloccò.

Deglutì a fatica e quegli occhi mi si posarono sulle labbra.

Le serrai rendendomi conto di averle tenute schiuse. Passai velocemente la lingua sopra il labbro inferiore e sentii che era secco.

Gli occhi sbarrati e il cuore che mi martellava nel petto, era un rumore assordante.

Calmati Camille! Calmati!

《Buongiorno!》disse e sorrise con dolcezza.

Oddio, non ce la posso fare, pensai. Mi tenni su con le gambe facendomi forza.

《 B - buongiorno!》e cercai di abbozzare un sorriso. Sentivo le guance diventare più rosee. Sospirai.

Teneva il suo sguardo su di me, scivolò sullo sgabello con determinazione e prese in mano il menù.

《 Cosa mi consiglia?》

《 Co - cosa?》 e distolsi lo sguardo da lui. Camille stai calma!

Le labbra gli si curvarono in un sorriso, portò lo sguardo sul menù e gli diede un'occhiata.

《 Cosa mi consiglia di prendere.》 ripetee e riportò il suo sguardo su di me.

Deglutii il nodo in gola e mi avvicinai a lui.

《Beh, io prenderei il frappè al cioccolato con la panna.》dissi tutto d'un fiato. Lui mi guardò e si rese conto del mio imbarazzo così annuì per il frappè senza replicare.

Mi allontanai e iniziai a preparare il frappè.  Perché mi fa quest'effetto? Camille è solo un ragazzo, stai calma, continuavo a pensare.

《 Prego.》 e glielo porsi con delicatezza.

《 Grazie mille.. - affondò lo sguardo su qualcosa - Camille.》

《Cosa? Come.. - e all'improvviso mi ricordai della targhetta - Ah, giusto.》e scivolai più giù del bancone.

Teneva la cannuccia tra le due dita così delicatamente che sembrava non toccarla. Quella T-shirt nera avvolgeva il suo petto mettendo in evidenza le sue spalle. Portò un cucchiaino di panna alla bocca e schiuse le labbra per assaggiarla.

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