Fiducia?

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- "Sicuramente non posso capire se scappi via ogni volta che tento di comprendere i tuoi pensieri! Cos'è, hai paura di non essere capita?"
- "Ti sbagli, ho paura di essere capita anche fin troppo bene! E non ho intenzione di rimanere con un pugno di mosche in mano un'altra volta!"
Perché si ostinava a psicanalizzarmi?
Poi parlò ancora.
- "Non voglio vederti così" disse, "non voglio farti del male, non sono qui per questo. Non sei una ragazza da calpestare, sei da portare con cura su un palmo di mano. Mi hai colpito perché, sì sarà assurdo per te, sento come se ti conoscessi da sempre. In quel poco che ho visto in realtà ho già visto tanto. Vedo dolcezza, fortezza, ironia pungente, grande sensibilità. Vedo una timidezza che poche ragazze oggi hanno, quella timidezza di chi ha paura di non essere all'altezza o di chi non vuole scoprire troppo il cuore per paura che qualcuno glielo prenda, senza garanzia di ritorno. Quel giorno a scuola capii subito di che pasta eri fatta. Una combattente che non dava la soddisfazione a nessuno di vederla debole e che non cedeva a provocazione come le mie. Vorrei solo che mi dessi più fiducia per dimostrarti quanto io tenga a te!"
Fiducia. Questa parola per me così preziosa e al contempo stesso così poco familiare. Era questo che mi mancava?
In effetti è sempre stato il mio punto debole, lo ammetto.
Facevo una fatica immonda a fidarmi di persone che conoscevo da tempo, figuriamoci di qualcuno conosciuto da pochi mesi.
Preferivo bastare a me stessa pur di evitarmi qualsiasi tipo di delusione.
Eppure per la prima volta intravidi negli occhi di qualcuno una sincerità disarmante. Una sincerità d'animo che raramente avevo percepito prima.

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