Freddo.

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Vento freddo percuote le membra.
Sta sopraggiungendo il gelo ispido invernale.
L'anima va riposando in un lungo addio momentaneo, come in apnea fra una vita e un'altra.
Le labbra sfioriscono e si raggelano al tocco della grande neve stagionale.
La pelle si sente tirare sempre più, come pizzicata da mani invisibili.
Oh, deve essere dura non poter afferrare e fermare tanto freddo incombente!
Ma niente, lui ritorna e spodesta la volontà, rabbuia il cuore e lo stringe come catene spesse e pesanti.
Un nemico immateriale in queste giornate, scaltro e furtivo
ti osserva, ti analizza, agisce.
Pugni nello stomaco la notte ti assesta, senza rimorso, senza dispiacere.
Ti sussurra quello che mai vorresti sentire.
Questo è il rancore.
Esso non lascia spazio e presto, se non lo licenzi dal suo ruolo, diventerà te.
Ogni fibra del tuo essere si gelerà e allora nessuna fiamma sarà abbastanza intensa da sciogliere il nodo glaciale che nell'animo ti ha creato.
Non lasciare che il freddo si impossessi di tutto.

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