Oasi.

23 0 0
                                    

Era stata la fonte dei miei passati dolori.
Eppure continuò ad essere la sorgente dalla quale bere per poter placare la mia sete di amore.
Arrivò un tempo in cui seppero conciliarsi in una sintesi ancora più onnicomprensiva questi due antitetici aspetti.
Da una parte capii che era sempre apparsa come l'oasi proibita, dall'altra compresi che mi avesse offerto riparo molte più volte di quanto volesse darlo a vedere.
Sembrava un miraggio rincuorante in un mare di sabbia e desolazione infinito, il rifugio del peggior reo di tutta la terra. Chiunque poteva vederla come la propria ancora di salvezza.
Sì, ero rea di una colpa anche io.
Avevo permesso che il proibito mi attraesse a sé senza via di scampo, senza possibili trattazioni. Eppure come potevo non farlo?
L'oasi mi attendeva impaziente. Questa volta era diversa però: il profumo dell'ibisco era più inebriante, lo scorrere dell'acqua più incessante, la flora più bisognosa di cure.
L'oasi era in cerca di nuova linfa, di nuova vita.
Stavolta potevamo essere la nostra salvezza reciproca?

Tempesta di pensieri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora