Una parte della verità?

919 78 76
                                    

«Non è niente, lasciami!» Scatto, liberando il polso dalla sua stretta. Si alza come caricato a molle, avanzando verso di me.

«Non è niente? Che cazzo t'è preso Minerva? Credi davvero di riuscire a fregarmi?» Ringhia rabbioso, anche se sul suo volto è ancora chiaro quanto sia scioccato.

«Io non credo niente, non ti devo nulla, men che meno una spiegazione!» Sono nel panico, sapendo quanto sia intelligente e acuto.

«Zitta! Finiscila una buona volta. Lo so che cos'è quella roba, non mi freghi. Per cui, dimmi, quando?» Non molla la presa, ma io non posso rivelare niente.

«Non posso Car, davvero. Ho impiegato molto tempo a fare pace con me stessa, con gli eventi. Raccontare di nuovo, ricordare ancora, mi farebbe cadere nel baratro. Non ne uscirei, stavolta. Mi sento già male e in colpa per quello che abbiamo fatto, non aggiungere altri macigni ad un carico già ingente» lo prego, con tutta me stessa.

«È per causa mia?» Sento la sua voce spezzata.

«Io... devo andare, scusa» scappo come una furia da quel piccolo appartamento, quasi come se vi fossi stata rinchiusa con uno dei demoni che tormentavano i miei sogni da bambina.

Non mi insegue, ed è una cosa positiva.

Arrivo fino al box in cui c'è Thunder, col fiatone ed il cuore che va a mille.

Il mio amico nitrisce, sbucando dall'apertura del suo recinto.

«Sto bene, amico mio. È solo che... beh, lui è così cocciuto» Thunder scuote la testa, come a volersi dire concorde con me.

Gli accarezzo le orecchie, mentre lui si strofina al mio corpo.

«Vorrei così tanto...» ma neppure io so come proseguire.

«Come posso, amico mio, rivelare la verità? È già distrutto di suo, così facendo gli darei il colpo di grazia, e lo amo troppo per essere la sua rovina.»

Mi lascio andare, grata di riuscire ad esternare il dolore che alberga in me, stringendo convulsamente la criniera del cavallo.

Due braccia calde e forti mi afferrano, voltandomi contro il suo addome.

«Che ti è successo, Min?» Non c'è traccia di rabbia nel suo tono, ma lo conosco bene, so che la sta tenendo sotto la superficie, pronto a farla esplodere al primo cenno.

«Ho incontrato l'uomo sbagliato» mento spudoratamente.

Si irrigidisce.

«È per questo che...?» Faccio sì con la testa, non riesco a parlare.

Si stacca bruscamente ed è lì che la vedo: la furia nella sua più potente forma.

«Non ho mai odiato nessuno quanto te, in questo momento» sono le sole parole che mi riserva.

«Lo so, e per quanto ne sia cosciente, so bene che nulla potrò fare per farmi perdonare» ammetto.

«Ti amavo, davvero. Ma hai ucciso quell'amore, quel giorno» rivela.

Mi prendo la colpa, non posso fare altro. Piego la testa, in una finta posa di vergogna.

«Che io sia dannato» ringhia a bassa voce, per poi voltare le spalle e lasciarmi da sola.

Lo guardo andare via, con la sensazione che questa sia la mia condanna: guardarlo allontanarsi, per sempre.

***

«Finalmente siete tornati!» Mi lancio contro i miei genitori, col cuore ricolmo di gratitudine. Se ci sono loro io non dovrò più avere a che fare col personale, con lui.

SIAE. The Choice. SU Pubblicato 07/07/2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora