12.Fame, fame e ancora fame.

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Dopo essermi fatto la doccia comincio a pensare al fatto di aver sudato mentre ero seduto su un lettino in cui mi hanno messo per allenarmi.
Smetto di pensare e mi avvio alla mensa, in automatico.
Le porte sono chiuse perciò mi metto seduto sulle sedie che ci sono li fuori e comincio ad aspettare

Dopo dieci minuti le porte della mensa si aprono e mi vado a sedere al mio posto.
<<Leonardo!>> Oscar si siede di fianco a me.
<<Devi dirmi qualcosa?>>
<<Hai presente l'allenamento "virtuale"?>> Mima le virgolette con le dita e riprende un attimo il fiato, per via della corsa.
<<Si, perché?>>
<<Lo scenario dell'allenamento, l'hai creato tu.>>
<<Quindi viene solo dalla mia immaginazione?>>
<<L'avevi capito?>>
<<Si e no. All'inizio pensavo fosse un mondo creato da uno scrittore, poi ho pensato che fosse un posto che una persona desiderava vedere.>>
Oscar mi guarda con tanto d'occhi.
<<Che c'è?>>
<<Hai anche capito perché non ti abbiamo detto che l'allenamento sarebbe stato virtuale?>>
<<In realtà non mi ero fatto neanche questa domanda...>>
<<Te lo dico senza giri di parole. Se tu lo avessi saputo e non fossi stato d'accordo saresti stato male.>>
<<Febbre?>>
<<Non solo, anche piccole amnesie, e calo di zuccheri.>>
<<Per quanto tempo?>>
<<È questo il problema, può durare due giorni come può durare due mesi.>>
<<Immagino che possa durare anche di più.>>
<<Può darsi.>>
<<Quanti altri allenamenti di questo tipo ci saranno?>>
<<Per tutta la settimana.>>
<<Ok, grazie.>> Iniziamo a mangiare, e dopo dieci minuti Oscar dice una roba del tipo:<<Domani lo scenario lo scelgo io.>> Il problema è che stava mangiando, perciò ho sentito:<<Domani lo fenario lo felgo io.>>

Dopo mangiato entriamo in corridoio. Solo che non siamo gli unici.<<Oscar, stai perdendo colpi? Ti fai battere pure dal cretino?>> Vi lascio immaginare chi potrebbe essere.
<<Hai ragione, però ho la decenza di farlo in uno contro uno, non in due contro uno.>> Ribatte Oscar. Carlo esita a rispondere.
<<Ti ricordo che è arrivata Fiammetta a parargli il fondoschiena.>> Lo dice con un ghigno. Non riesco più a stare zitto.
<<Perché non vai a rompere le palle a qualcun'altro, eh?>>
Carlo mi osserva per qualche secondo e poi se ne esce con un:<<La prossima volta, cretino, ci andrò giù pesante.>>
Detto questo si gira e va dall'altra parte.
<<Ho già detto che quel tipo non mi piace?>>Oscar mi osserva divertito.
<<Anche se non l'avessi detto si sarebbe capito.>>Dice poi.
<<Andiamo ai dormitori, domani ci sarà lo stesso allenamento.>>
Andiamo a letto, e mi addormento non appena tocco il cuscino.

<<Svegliati. Ma ti vuoi svegliare si o no?!>>Fa una voce.
<<Che c'è?>>Rispondo dopo uno sbadiglio di dieci secondi buoni.
<<Devi andare nella stanza delle simulazioni.>>Mi accorgo che a parlare è Fiammetta.
<<Va bene. Mi lavo la faccia e corro.>>
Entro nel bagno e prima di lavarmi la faccia do' un'occhiata al mio riflesso sullo specchio. No, sul serio. Uno zombie si spaventerebbe. Sembra che abbia infilato una forchetta nella presa della corrente.
Mi lavo la faccia e vado verso la stanza delle simulazioni come l'aveva chiamata Fiammetta.

Quando entro vedo che Oscar è già sdraiato sul lettino.
<<Ce ne hai messo di tempo.>>
La mia unica risposta è:<<Sai com'è, avevo un appuntamento con il cuscino.>>
Mi dicono di sdraiarmi e mi iniettano qualcosa nel braccio e li vedo che mi attaccano delle "ventose" sul petto. Dopodiché mi si chiudono gli occhi.

Quando riapro gli occhi mi ritrovo in una brandina montata in fretta e furia. Mi alzo e sento un odore acre."Polvere da sparo" è il pensiero lampante su quell'odore.
Mi guardo intorno e vedo delle casse ammucchiate in un angolo. Mi avvicino e ne apro una. Dentro, beh. Dentro ci sono delle armi. Non pistole. Degli Uzi, AK-47, e varie altre armi di cui non so il nome. Ne apro un'altra, e dentro ci trovo delle casse più piccole in cui dentro ci sono probabilmente delle munizioni. Apro un'altra serie di casse, e ad un certo punto trovo delle granate. A quel punto mi ricordo di quello che mi aveva detto Oscar la sera prima.
Lo scenario l'ha scelto lui. Mi prendo 4/5 granate, una pistola, un AK-47, e qualche caricatore. Mi faccio coraggio ed esco. Quello che vedo è strano. Ci sono un bel po' di trincee e buche.
Avanzo di corsetta leggera e mi guardo intorno. Poi sento un rametto spezzarsi alle mie spalle. Mi volto di scatto e vedo qualcosa che mi arriva incontro. Mi butto in terra istintivamente, ma, prima di toccare terra un rumore assordante mi spacca i timpani e mi butta più indietro di un bel po' di metri. Quando mi rialzo non sento niente. Cioè, sento qualcosa. Ma è come un fischio lontano anni luce da me. Mi alzo e impreco. Tiro fuori una granata, strappo la linguetta e la tiro da nessuna parte in particolare. Infatti sento solo una vibrazione del terreno che mi indica che la granata è esplosa. La granata di Oscar mi ha semplicemente assordato. Vedo qualcosa che si muove di fianco a me non mi giro nemmeno. Faccio uno scatto in avanti e dopo qualche metro mi butto in terra. Altra esplosione. Tiro fuori la pistola e sparo a casaccio.
Non so se colpisco Oscar o meno. Però comincio a sentire meglio. Forse gli spari della pistola mi hanno sturato le orecchie. Ma sento, o meglio percepisco Oscar che si muove alle mie spalle. Mi giro di scatto e riesco a buttarlo in terra. Iniziamo a picchiarci. Lui picchia molto più forte di me. Sarà perché non gli è esplosa una bomba in faccia, sarà perché lui si allena da più tempo di me, però comincio a scaldarmi. Nel vero senso della parola. Inizia a fumarmi la pelle. Oscar inizia a guardarmi un po' preoccupato. Poi lo spingo via e mi allontano un po'. Mi concentro un attimo di più, e dal nulla gli sparo un raggio di puro fuoco sul petto. O almeno ci provo. Perché lui riesce a spostarsi e mi tira un'altra granata. Quell'esplosione di energia mi ha sfiancato. Non riesco a spostarmi. Bè, più che non riuscirci e non farcela mi sono praticamente bloccato in quella posizione. L'esplosione mi fa chiudere gli occhi. Quando li riapro mi ritrovo di nuovo sul lettino della stanza delle simulazioni. Quando mi alzo vedo che Oscar si sta alzando.
Una delle guardie mi guarda.<<Hai quasi mandato in corto tutto il macchinario.>>Dice dopo un paio di secondi.
Oscar si alza e mi guarda con tanto d'occhi.<<Bello scoppio di energia. Però devi allenarti a farlo con più moderazione.>>
<<Credo che tu abbia ragione.>>
Quando usciamo l'unica cosa che mi passa per la testa è guardare l'orologio appeso alla parete che segna le due del pomeriggio.<<E anche oggi si pranza domani.>>Oscar ride.
<<Sul serio. Riesci solo a pensare al cibo?>> Lo guardo. E poi gli rispondo.
<<Può darsi.>> Detto questo vado verso i campi di allenamento, per tenermi un po' impegnato.

Note Autore.
Enniente. Dopo un'assenza di mesi sono tornato, e ho ricominciato a scrivere. Cercherò di fare un capitolo ogni 8/9 giorni, e credo di aver detto tutto.
Spero che il capitolo sia piaciuto, e questo è tutto per oggi.

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