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Nicole's pov
Sono le due.
Salto l'ora di ginnastica, anche perché con il ciclo sarebbe un suicidio.
Esco da scuola e raggiungo la metro di Vancouver in cinque minuti a piedi.
Sesta fermata, scendo e riprendo a camminare. Casa di Wyatt non è lontana, ci ho messo "solo" trenta minuti. Sicuramente meglio che passarli a sudare in palestra in mezzo a ragazzi pieni di ormoni.

La mia testa era sballottata tra diversi pensieri: cosa aveva Jaeden, perché Wyatt non è venuto a scuola, chi ha mandato il messaggio, cosa doveva dirmi Sadie. Volevo risposte, ma non sapevo a chi chiederle. In realtà la cosa che da molto tempo a questa parte dondolava nel mio cervello era "Cosa non mi dice Finn riguardo quello che ha fatto Corbyn? Cosa può avere fatto lui di così sbagliato?".

Wyatt apre la porta sorpreso.
-Non pensavo saresti venuta.

-Un mio amico sta male, non viene a scuola e secondo te non vado a fargli un po' di compagnia? E poi abbiamo un discorso in sospeso noi due.

Lui stringe le labbra e mi invita ad entrare in casa. Sua madre non è ancora ritornata da lavoro.

-Oggi Jaeden è venuto a scuola?

-Sì.

-Gli hai parlato?

-Più o meno...

-Come sarebbe a dire "più o meno"?

-Io e Finn lo abbiamo visto in un'aula e diciamo che ––

-Aspetta lo hai detto a Finn?!

-No! Nessuno del gruppo sa niente! Ma glielo dovrai dire tu... anche perché Jaeden oggi se n'è andato prima di pranzo e non è stato con nessuno di noi. Si sono insospettiti.

-Cosa ti ha detto lui?

-Continuava a dire a me e Finn di andarcene, poi è scappato. Non voleva parlare di niente, era agitato e si guardava intorno preoccupato.

Wyatt si siede sul divano e mette la testa fra le mani.

-Perché oggi non sei venuto a scuola?

-Avevo paura di vederlo e doverlo affrontare...

-Avevi paura di lui o di tutti gli altri alunni?

-Siamo al liceo tutti hanno paura di tutto, cazzo!

Non dico niente, aspetto che lui si calmi per poi ricominciare a parlare. mi dispiace vederlo in queste condizioni, lui ci tiene davvero a Jaeden.

-Wyatt, avevi davvero paura di vedere Jaeden o avevi paura del giudizio di tutti?

-Come posso temere il giudizio degli altri se oltre a voi nessuno sa che sono gay?

Oh, cazzo.

-In realtà...

I suoi occhi si spalancano e sono terrorizzati.

-Come fanno a saperlo?! Chi glielo ha detto?!

-Oggi hanno mandato a tutti questo messaggio... non sappiamo chi sia stato, è anonimo.

Mi strappa il telefono dalle mani, poi lo fa cadere a terra e lo raccoglie subito scusandosi ed iniziando a camminare per il soggiorno.

-No. No. No. Non può essere. Io non tornerò più in quella scuola. Fatemi cambiare quartiere, città, stato, continente. Non posso farcela.

-Quando lo dirai alla tua famiglia?

-Mai!

-Wyatt non puoi continuare a stare nell'armadio! So che è difficile, so che è estremamente difficile, ma devi provare. Io sono qui a supportarti. Non puoi cambiare, è una cosa normalissima, fa parte di te, non capisco di cosa ti preoccupi!

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