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Narratore onnisciente
L'adolescenza è quel periodo terribile della vita in cui non sai chi sei, cosa ci fai nel mondo, tutto ti sembra fare schifo e nessuno ti capisce.

È parere comune, a quanto sembra, che se riesci a non ammazzarti durante l'età tra i quattordici e i diciassette anni sei pronto ad affrontare il mondo.
Diventi maggiorenne e adulto.
Sei pronto a fare la tua personale scelta di vita, quando invece magari hai ancora il quoziente intellettivo di uno spermatozoo.

Ma l'adolescenza è anche pazzia, felicità, complicità, feste, sorrisi, lacrime di gioia.
L'adolescenza è andare in un supermercato chiuso, infilarsi dentro un carrello e correre facendosi spingere in giro.
L'adolescenza è tutto quello che ci può essere di bello e brutto allo stesso tempo.

Possiamo paragonarla a quelle stelline scoppiettanti che si usano a capodanno: le accendi e sono bellissime, hai paura di scottarti ma le guardi compiaciuto, purtroppo però finiscono di bruciare sempre troppo in fretta e ne vorresti accendere un'altra ma la scatola è oramai vuota.

In questo momento Sadie, Caleb, Eva, Maya, Millie, Jack, Jaeden, Wyatt e soprattutto Finn e Nicole sono in crisi con il mondo. Lottano contro tutto e contro loro stessi. Cercano di vincere una battaglia.

Dall'esterno, è come vedere una partita di calcio in replica dopo averla vista in diretta: sai già qual è il risultato, ma continui a sperare che cambi.

Insomma, è un brutto periodo per tutti. Hanno il cuore in vetro e la testa troppo pesante.

Nicole's pov
La discussione di poco prima mi aveva fatto ribollire il sangue.
Non riesco a pensare ad altro che a Finn e a come ha frainteso tutto.

Crollo sul letto. Ancora vestita.

La mattina è una tragedia.
Mi sveglio incazzata come non mai, con le occhiaie fino alle ginocchia e la testa piena delle parole che avrei dovuto dirgli.

Brava, pensaci ora che non avresti dovuto baciarlo.
Pensaci ora a quello che avresti potuto rispondergli.
Complimenti "miss. Pensoallecoseinritardo"!

Ho un nodo allo stomaco per il nervosismo. Mi ha fatto davvero incazzare quando si è messo a parlare di vittime.

Mi vesto ed esco fuori ad aspettare Finn. Che palle.

Quando vado alla porta d'ingresso ci troviamo uno avanti all'altro e ci guardiamo impassibili. Lui apre la porta ed esce facendomela quasi arrivare a sbattere addosso.

Ho capito le tue intenzioni.
Sei proprio un bambino.

Mentre lui entra in auto al posto del guidatore io salgo dietro. Non avevo intenzione di averlo accanto.
Finn accende la macchina e lo sento borbottare qualcosa tra sé e sé.

Inizia a fare marcia indietro e poi esce dal parcheggio.

Non accende la radio. Non parla.
In quest'auto regna il silenzio più assoluto e l'atmosfera è ancora più pesante di quella della sera prima a tavola.

Io mi limito a guardare fuori dal finestrino, pronta a passare una mattinata schifosa.

Arrivati davanti scuola scendo non appena lui posteggia e sbatto lo sportello dietro di me senza aspettare nemmeno che metta il freno a mano.

Finn's pov
Devo parlare con qualcuno.
Non è possibile che io mi senta così stressato e nervoso.

Magari fosse stato facile come con tutte le altre.
Un bacio ad una festa, uno stupido bacio e poi non sentirci più.
Sarebbe stato impossibile, abitiamo insieme.
Ma tutto questo era davvero inevitabile?

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