Capitolo 11 (aggiornato)

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Buon pomeriggio a tutti! Oggi ritorno con un nuovo capitolo che spero vi piaccia. Vorrei sapere nei commenti che ne pensate del racconto, se vi piace o se avete qualche critica costruttiva. Mi farebbe davvero piacere saperlo :)

Volevo solo ricordarvi che le foto usate in tutti i capitolo non sono mie, ma le ho scelte perché le ritenevo adatte al contenuto di quest'ultimi.

Buona lettura :)

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Ero seduta vicino al tavolo in cucina. I miei nonni stavano dormendo, mentre mia madre e mia sorella erano al lavoro.

Mentre facevo merenda, pensavo a quello che mi aveva raccontato mia madre spiegandomi perché si sentiva in colpa per ciò che stavamo vivendo. 

"Vivevo in famiglia umile, in cui ci volevamo tutti molto bene. La casa era sempre piena di risate e felicità, nonostante i piccoli problemi presenti in ogni famiglia e questo era tutto ciò che ci bastava. Io, però, ero un po' arrabbiata con i tuoi nonni perché non potevo comportarmi come le ragazze della mia età.

Sai come ci si lascia influenzare a quell' età e con il senno di poi so che è stato un comportamento stupido da parte mia, ma volevo fare anche io quello che facevano le mie compagne. Un esempio erano i trucchi: tuo nonno è sempre stato un brav'uomo e un ottimo genitore, ma aveva un po' il braccio corto e non voleva assolutamente vedermi con "la faccia piena di schifezze" come diceva lui. Allora con i soldi che avevo da parte li comprai senza farmi scoprire; tutte le mattine dopo essere uscita di casa, di nascosto mi truccavo prima di andare in classe e poi, prima di rientrare a casa, mi struccavo. Tua nonna mi scoprì ma non disse niente, perchè a lei andava bene, ma sapeva che dovevo stare ben attenta a non farmi scoprire da mio padre.

Qualche tempo dopo arrivò al paese tuo padre con un suo amico, si avvicinò e iniziammo a parlare. Non capii subito che aveva qualcosa che non andava, non avevo mai sentito storie di violenza nel paese o dalle amiche che conoscevo; erano altri tempi o magari avevano paura a parlare.  Mi buttai a capofitto in questa relazione, senza pensare presi  al volo la prima occasione che mi si presentò per andarmene di casa e finalmente essere libera di fare ciò che più volevo. 

Quando fu troppo tardi, capii di aver fatto l'errore più grande della mia vita.

Ho pensato, sbagliando lo so, di poterlo cambiare ma con una persona del genere era una battaglia persa già in partenza. Doveva sempre avere ragione Lui e se facevi o dicevi qualcosa che non gli andava bene, dovevi prepararti a pagarne le consequenze. Volevo lasciarlo, ma lui minacciava di fare del male alla mia famiglia e avevo paura che potesse farlo davvero. All'epoca era giovane, pieno di energie e di alcol che gli dava il coraggio per fare una cosa del genere se lo avesse voluto. A Lui non interessava di niente e di nessuno all'infuori di sé stesso, voleva qualcuno che fosse sempre pronto a rimediare ai guai in cui la sua stupidità lo metteva. Si credeva furbo, ma non lo era. Credeva che non sapessi niente, ma il paese era piccolo e la gente parlava.

Quando ebbi tua sorella speravo che le cose cambiassero. Io non potevo fare niente. Ero cagionevole di salute, più debole di Lui, ma soprattutto Lui aveva un lavoro, anche se tutto ciò che guadagnava lo spendeva per ubriacarsi o nel gioco e avevo paura mi potessero portare via mia figlia. In quegli anni le leggi a mio favore erano poche o quasi inesistenti. Non avrei avuto l'aiuto che fortunatamente ho trovato oggi.

Lui continuava a fare ciò che voleva, non si interessava della figlia. Non sapeva se lei avesse i libri che le servivano per la scuola, se aveva da mangiare, se aveva abbastanza vestiti, tutti i giorni dovevamo contare sulla pietà che i nostri vicini ci dimostravano. Era una cosa che odiavo,  ma serviva a far sopravvivere tua sorella e allora mi presentavo da loro, a testa bassa, per chiedere aiuto. La nostra situazione la conosceva chiunque al pese, ma tutti giravano la faccia dall'altra parte e facevano finta di niente. Sembrava che l'unica cosa di cui gli importava era fare di Lui un pagliaccio e farsi quattro risate, nonostante sapessero che poi la parte più brutta ce la saremmo vista io e tua sorella quando sarebbe tornato a casa. Questo gli importava secondo te? No.

Tua sorella veniva sempre derisa a scuola. Molte volte tornava con lo zaino rotto e non mi diceva mai perché. Sai che lei non parla mai apertamente di ciò che sente o ciò che ha passato e solo oggi sono riuscita a sapere cos'era successo. Lo tirava contro i suoi compagni che la prendevano in giro, perché aveva un "padre" ubriacone. A causa di questo processo, sono uscite fuori un sacco di cose, fatti che avevo rimosso o che non sapevo affatto. Non so come sia stato per tua sorella dover raccontare alla polizia ciò che Lui aveva fatto non solo ora, ma anche in passato. Sono cose che non si dimenticano e che ci rimangono dentro per sempre

Anche la piccola speranza che avevo, quando nascesti tu, svanì nel nulla. Pensavo che Lui non sarebbe mai cambiato e invece una manna dal cielo ci ha aiutato a trovare un attimo di stabilità. Trovò un lavoro qui e come ben sai dopo due anni ci trasferimmo tutti. La situazione sembrava migliorare, perché era lontano da tutti coloro che lo incitavano a bere, a giocare. Io e tua sorella ci siamo adagiate troppo sugli allori, vedendo che Lui si era calmato e che aveva messo finalmente la testa a posto. Poi quando è scoppiato questo caos non eravamo pronte, ci ha colto di sorpresa. Abbiamo agito d'istinto, come eravamo abituate a fare, ma quando ci avevano minacciato di portarti via, in una casa-famiglia ho detto basta. Dovevo reagire e farlo per me stessa, ma soprattutto per voi perché non potevo farvi vivere in quel modo per sempre. Ho preso coraggio, mi sono fatta forza pensando a voi e sono andata in questura per denunciarlo"

Quando mia nonna si avvicinò, mia mamma smise subito di parlare dicendomi "Continueremo il discorso un'altra volta. I tuoi nonni non sanno tutto ciò che accade in passato e così deve rimanere. Non voglio farli soffrire, pensando che magari potevano aiutarmi se lo avessero saputo, perché nessuno poteva aiutarci".

Bevendo un sorso di latte, pensai che non era stata colpa di mia madre. So che il motivo per cui si avvicinò a Lui fu del tutto sbagliato, ma non era colpa sua se Lui è così.

Sta combattendo per noi, per sé stessa, lo sta facendo con le unghie e con i denti. Prima che le cose precipitassero del tutto, si è fatta forza e ha avuto il coraggio di fare una cosa che mai pensò di riuscire a fare in passato. È sopravvissuta e non mi importa di quello che abbiamo dovuto passare se ho loro dalla mia parte. Non cambierei niente per tutto l'oro del mondo, perché quello che importa è poterle chiamare famiglia. Certo vorrei poter cancellare la loro sofferenza anche se purtroppo non si può, ma spero con tutto il cuore che molto presto trovino una felicità immensa.

Abbiamo iniziato tutto questo insieme e sempre insieme lotteremo fino alla fine.

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Grazie per aver letto il capitolo :)

Alla prossima! 

Questa è la mia storia [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora