Emozioni

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"Dimmi cosa ho fatto" Insisto imperterrito "Il tuo problema, Jonathan, è che non ti rendi conto che a volte con le parole puoi ferire una persona" Lo guardo confuso, che ho detto di così terribile? "Non credo di aver detto qualcosa che ti avrebbe potuto-" Man mano che parlo sento il suo sguardo trapassarmi e la rabbia emanata dal suo corpo aumentare e raggiungere il mio "Allora vatti a divertire con qualcun'altro" Allento la presa sul braccio ed abbasso la testa...non mi aspettavo questa risposta...non mi aspettavo fosse questo... "Magnus io..." Non so come rispondergli, provo davvero qualcosa per lui?O meglio, importa davvero? "Cosa?Adesso vorresti dirmi che per te non è stato solo divertimento?" Dice in maniera ironica. Mi ricompongo ed alzo la testa con una faccia impassibile, ma non rispondo, non so cosa potrebbe uscire dalla mia bocca, così mi limito a guardarlo e nei suoi occhi riconosco la delusione e la tristezza.Già, vedere delusione e tristezza negli occhi delle persone che amo mi è abbastanza familiare.Perché a quanto pare io non so fare altro che deludere le persone attorno a me. Ho lasciato che Clary se ne andasse e l'ho delusa non aiutandola quando ne aveva più bisogno. Non ho fermato il ragazzo che ha ucciso il mio fratellino e non sono riuscito a consolare mia sorella quando si dava la colpa della morte di Max.Quando aveva più bisogno di me.Quando la colpa era mia.Mia perché non sono riuscito a difendere nemmeno questa famiglia.Perché io sono così.Io sono solo una delusione.Soprattutto per il mio parabatai. Lui che sta sempre al mio fianco...lui che non merito "Magnus senti...io..." Prima che possa dire altro suona il citofono.Fottuto citofono. "Dicevi?" Abbasso lo sguardo per poi rialzarlo poco dopo.No, non posso lasciarlo precipitare con me. "Dobbiamo andare di là,si chiederanno perché ci mettiamo troppo" Sbuffa e mi supera con i bicchieri in mano urtando la mia spalla di proposito,per poi uscire sbattendo la porta. Lascio che l'urto provocato dalla sua spalla mi spinga fino al muro, così poggio la testa e sospiro.Non posso andare avanti così.Non ce la faccio più di vedere negli occhi della persona che mi guarda solo delusione, tristezza e rabbia.Che poi per ironia della sorte, è esattamente quello che mi sento dentro, quello che provo per me stesso.Delusione, per non saper proteggere le persone che amo, perché invece di aiutarle le rendo ancora più tristi.Tristezza, perché non ho più idea di come riuscire a non sentirmi più solo, per quanto io ci provi a non sentirmi un peso parlando dei miei problemi e così facendo aprendomi, non ce la faccio perché poi penso al peso che prova l'altra persona che deve ascoltarmi rinunciando a fare le cose che ama, o semplicemente rinunciando al suo tempo libero. E infine rabbia, si perché quest'ultima mi accompagna sempre, ma non so esattamente verso chi è.Sicuramente verso me stesso, ma a volte è come se odiassi il mondo, come se non potessi fare a meno di essere diffidente e spesso freddo anche verso le persone che mi stanno sempre vicine, che ci sono sempre, nonostante il mio comportamento da bipolare.Apro gli occhi serrando la mascella e cercando di non cedere alle lacrime, così mi metto faccia al muro poggiandoci la fronte e cerco di riprendere il controllo, ma ogni mio pensiero mi fa lacerare da dentro.I miei occhi si annebbiano e finalmente cedo al mio istinto e sferro un pugno al muro.Uno dopo l'altro, uno mettendoci la mia frustrazione, uno mettendoci la delusione che vedo negli occhi dei miei affetti e continuo fino a che non mi sento più le mani, fino a che non sento tutte le lacrime avermi solcato la faccia, fino a che non sento che questo dolore che provo alle mani, ormai non mi basta più.


Spazio autore

Non so se c'è chi segue ancora questa storia, ma in ogni caso se avete letto questo capitolo spero di essere riuscita a scriverlo bene trasmettendo delle emozioni, anche se in questo caso non sono proprio positive.

-Herondale

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