"Vuoi essere mia?"

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15.

Madison's pov.

Erano passati due mesi dall'inizio della mia "conoscenza" con Zayn.

Eravamo sempre più vicini: andavamo a scuola e a pranzo insieme praticamente tutti i giorni, lui veniva da me per studiare ed io andavo da lui, uscivamo per andare al cinema, in biblioteca e talvolta anche Kevin e Samantha si univano a voi. La maggior parte delle persone a scuola pensava stessimo insieme perché capitava che lui mi prendesse per mano o mi abbracciasse nel bel mezzo del corridoio e a volte mi rubava dei baci, tutto davanti ad altre persone come se fosse del tutto normale.

A me piacevano questo tipo di attenzioni. Mi sentivo davvero bene; i miei genitori dicevano che sembravo più felice e rilassata e da una parte era vero. Loro ancora non sapevano di Zayn, non tutto almeno. Era venuto più volte a casa quando c'erano i miei. Mia madre era cotta di lui, diceva che era un tipo molto affascinante e tenebroso mentre mio padre, beh a lui non gli andava molto a genio: "troppi tatuaggi per l'età che hai, ragazzo, e vesti come se dovessi andare in uno di quei posti strani frequentati da gente strana" e cose del genere. Ma sapeva che era un tipo apposto, che gli piaceva leggere e che si concentrava sullo studio quindi non ha osato dire più nulla di "negativo" su di lui.

Avevo appena finito di cenare ed ero sul mio letto distesa a pancia in su e guardavo il soffitto. Pensavo a quello che mi stava succedendo e al fatto che Zayn si comportava con me proprio come si comporta ogni fidanzato con la sua fidanzata, ma non capivo: eravamo semplicemente amici? Fino a quel momento, nessuno dei due si era mai pronunciato sulla nostra situazione ma c'era da dire che io lo sentivo parecchio mio. È brutto ed egoista pensare che una persona sia di tua proprietà, ma vederlo così accanto a me, così dolce e protettivo nei miei confronti, mi faceva dimenticare per un attimo di quello che avevo intorno, di Adam, dei professori stronzi, delle ochette della scuola che non facevano altro che fare gli occhi dolci al mio "ragazzo" ogni volta che passava di lì.

Stavo pensando e ripensando a quella situazione quando sentii suonare il campanello.

Guardai l'ora e vidi che erano le 8:15 pm e non sapevo proprio chi mai potesse andare a casa di qualcuno più o meno per l'ora di cena.

Scesi al piano di sotto in pigiama e con i capelli raccolti in uno chignon disordinato. Per le scale vidi due figure: la prima era senz'altro mia madre, riconobbi le pantofole celeste e la lunga vestaglia delle stesso colore, poi più scendevo più intravedo anche la seconda figura, quella di Zayn.

Indossava i soliti jeans scuri ed una semplice maglietta nera a maniche lunghe, i suoi capelli non avevamo gelatina, erano leggermente abbassati e gli ricadevano sulla fronte. Aveva le mani nelle tasche dei jeans che gli ricadevano addosso perfettamente fino ad arrivare ai piedi che calzavano Nike bianche.

Non riuscivo a capacitarmi del fatto che fosse bello anche con un look dannatamente semplice; lo vidi mentre sorrideva a mia madre ma si voltò subito verso di me quando mi vide.

Z: Bel pigiama.

Ero così presa dalla sua visione che non mi ero resa conto che indossavo già il pigiama, il mio imbarazzantissimo pigiama lilla di pile e così avvampai per l'imbarazzo.

Mia madre e Zayn risero. Non so dove fosse mio padre, probabilmente in garage a sistemare la sua auto, ma se ci fosse stato avrebbe riso anche lui.

Il mio imbarazzo aumentò e cercai di non guardare nella loro direzione per non far vedere il mio viso ormai rosso come un peperone.

I: Z-Zayn, perché sei qui?

Feci passare quel grande momento di imbarazzo e lo guardi, cercando di stare calma il più possibile.

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