•CAPITOLO 21

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Mi sveglio di soprassalto, con il cuore a mille come se avessi fatto una maratona.
Ieri mi sono addormentata mentre parlavo per sms con Giada.
Mi strofino gli occhi, mi alzo barcollando dal letto, vado in cucina, prendo il caffè freddo dal frigo e lo verso in una tazzina.
Ecco che inizia un'altra giornata.

Indosso un paio di jeans chiari, una maglietta maniche lunghe nera e poi sistemo la cartella.
Mentre mi dirigo verso il portone vengo interrotta da mia madre.
I capelli neri sono ancora scarmigliati, indossa una vestaglia color panna e delle ciabatte.
"Dimentichi qualcosa, tesoro" dice porgendomi la torta.
"Grazie mamma" rispondo, poi le do un bacio sulla guancia e sorpasso la soglia della porta.

Appena arrivo a scuola intravedo subito Giada, così la raggiungo.
"Jessica" dice sorridendomi
"Ieri mi sono addormentata" rispondo.
"Immaginavo" ride "La fiera del dolce è alla quarta ora?" Aggiunge mentre inizia a camminare.
"No alla terza" rispondo seguendola.

Mentre appoggio la torta sul tavolo insieme agli altri dolci la campanella suona.
I miei compagni si affrettano ad entrare, ed io e Giada ci sediamo nel nostro banco.

"Buongiorno ragazzi" dice il professore di matematica.
"Buongiorno" rispondiamo in coro.

Il professore fa l'appello e poi si alza all'impiedi.
Ho una brutta sensazione.
"Sabato, faremo un compito di matematica su tutto quello che abbiamo fatto fin'ora" afferma velocemente.

Sabato, ovvero dopodomani
Perfetto, direi.

"Non preoccupatevi, sarà molto semplice" conclude.

Dovrò chiedere a Christian un'altra lezione prima di sabato, non sono sicura di saper fare tutti i tipi di esercizi correttamente.

Il professore mentre spiega fa avanti e indietro per la stanza, poi accende la lim e scrive delle formule difficili.
Continua il suo discorso per due ore, senza fermarsi un attimo.
E infine ci informa che metterà anche l'argomento spiegato oggi nel compito.

Alla terza ora, io e la mia migliore amica portiamo il nostro dolce in una grande aula.
Mentre Giada chiacchera con due nostre compagne di classe, io ascolto la preside.

"Concludo il mio discorso ringraziando i professori che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto"
Ruoto il viso, e vedo Christian entrare in quest'aula seguito da altri docenti.

"Jessica, abbiamo già guadagnato cinque dollari" dice Giada facendomi spostare lo sguardo su di lei.
"Cosa ne pensano le nostre compagne di questa torta?" Le domando
"Hanno detto che è molto buona" risponde felice e poi aggiunge "Andiamo a vedere i dolci delle altre ragazze?"
"Si" rispondo annuendo.

Nataly ha preparato un plumcake al cioccolato, Carolyn una crostata con la marmellata di ciliegie e Cleo una torta alla crema bianca.
Tutte ci siamo date da fare, nonostante il poco preavviso.

Vedo Christian parlare con un professore, a me sconosciuto.
Il suo viso è rilassato e le labbra sono socchiuse, con gli occhi seguo la linea decisa del suo naso, la curva netta delle guance, poi lui incrocia il mio sguardo e avanza verso di me.

"Ciao Jessica" dice tranquillamente.
La mia amica lancia un'occhiata inquisitoria, poi sposta gli occhi su di lui.
"Ti presento Giada, la mia migliore amica"
Giada stringe la sua mano.
"Christian Grey, docente di matematica"
"Piacere" dice con un piccolo sorriso.
"Vuoi assaggiare il nostro dolce?" Gli domando
Annuisce e così ci dirigiamo al nostro tavolo.
Taglio una fetta e gliela porgo su un piattino insieme ad un cucchiaino.
Inizia a mangiarla, e dall'espressione che appare sul suo volto sembra proprio sia di suo gradimento.
Infine lascia una banconota dentro lo scatolino, contenente fino adesso solo monetine.

"È squisita, brave" dice sorridendomi.
In realtà il merito è tutto di Giada, io l'ho solo aiutata.

"Christian, sabato ci sarà il compito di matematica, quindi ho bisogno di un'altra lezione"
"Nessun problema, puoi venire domani pomeriggio alle quattro"
"Grazie" gli rispondo.

Una professoressa sulla cinquantina, si avvicina a noi, indossa dei tacchi molto alti, un pantalone nero e una blusa lilla.
Il trucco e l'acconciatura sono impeccabili.
"Christian, il mio collega vorrebbe conoscerti"
"Scusatemi ragazze" dice seguendola.

Giada appena Christian se ne va, serve la torta ad altri ragazzi e non spiaccica nemmeno una parola con me.

"Giada" dico avvicinandomi a lei.
"Si" risponde spostando lo sguardo su di me.
"Cos'hai?" Le domando.
"Niente" risponde scrollando le spalle.
"Stai pensando qualcosa"

Ormai la conosco bene.

"Ti sbagli" risponde.
"Non mi sbaglio, invece"
"Jessica, ma hai visto come ti guardava?"
"Chi?" Le chiedo inarcando un sopracciglio
"Christian, non ti guardava come un normale professore guarda la sua alunna"
"Giada ma cosa stai dicendo?"
"Quello che ho visto" risponde e poi aggiunge "Apri gli occhi Jessica"

Mi passo una mano tra i capelli confusa e ripenso ai suoi gesti strani, ma insignificanti.
Non l'avevo mai guardato sotto questo punto di vista.

"Giada non ha alcun senzo quello che hai appena detto" Sbotto contrariata incrociando le braccia al petto.
"Jessica, ti ricordi cos'è successo con Micheal?"
"Christian non è Micheal" affermo decisa.
Sospira profondamente "D'accordo, pensa quello che vuoi" risponde arrendendosi.

Il resto dell'ora passa molto velocemente, la nostra torta è quasi finita.
È piaciuta a molti professori.
Christian per tutto il tempo ha chiaccherato con dei suoi colleghi.

Poi prima di andarsene, ha salutato con la mano me e Giada.

Adesso sono in classe, la mia attenzione è rivolta ai rami che intravedo dalla finestra.
Essi ondeggiano da una parte all'altra a causa del vento mentre il tono acuto del professore di scienze echeggia in tutta l'aula.

Al suono della campanella io e la mia migliore amica ci mettiamo d'accordo per studiare insieme storia questo pomeriggio.
***
"Millenovecentoquaranta" esclamo socchiudendo gli occhi.

Le date non riesco proprio a memorizzarle.

"No, ritenta" dice la mia amica, chinando il viso sul libro. "Millenovecentosessanta" affermo decisa.
Una smorfia le contrae il viso "Si vabbè" dice e poi aggiunge "Era millenovecentoquarantacinque"

Sbuffo scocciata, alzando gli occhi spazientita.
"Riguarda le date e dopo mi ripeti tutto dall'inizio" si alza dal letto, gettandosi i lunghi capelli dietro le spalle.

Poi si china a terra, inclina la testa di lato e afferra un volantino.
Lo guarda incuriosita "È stata aperta da poco una scuola di danza classica in città"
"Jessica iscriviti" esclama sorridente.
"Non lo so Giada, magari più avanti"
"Adesso" dice afferrando la sua borsa, poi mi prende la mano e mi fa alzare "Andiamo"

Apre la porta della mia camera e io quasi corro per starle dietro.
In silenzio arriviamo davanti la palestra.
Giada entra prima di me senza esitare e io la seguo.
Nella sala, osservo delle bambine ballare in tutù sulle punte, tutte perfettamente coordinate.
Mi ricordano me, da bambina.
Poi l'istruttrice si accorge della nostra presenza.
"Posso aiutarvi?" Dice avvicinandosi a noi.
Resto in silenzio per alcuni secondi.
Non posso credere che lo sto facendo davvero.
"Voglio iscrivermi" pronuncio tintennante.
"D'accordo, ci sono dei moduli da compilare, seguitemi" risponde iniziando a camminare velocemente.

I pensieri di Giada saranno fondati?
Jessica riuscirà,stavolta, a prendere un buon voto?

Alla prossima❤

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