•CAPITOLO 15

136 38 15
                                    

Sbatto le palpebre, poi spalanco gli occhi e abbasso lentamente il lenzuolo, scoprendomi la testa.
Trovo in piedi accanto al mio letto, mia madre.

Era un sogno.
Solo un bellissimo sogno.

"Che ore sono?" Le domando intontita.

"Sono le nove meno un quarto, ho pensato di lasciarti dormire un ora in più per poi entrare a scuola a seconda ora"
"Grazie mamma" rispondo mettendomi a sedere.

Lei piega la testa di lato e mi guarda con un espressione triste.
"Ma se non te la senti, per oggi puoi..."

La interrompo e scuoto la testa.
"In realtà preferisco andare a scuola, in questa stanza sono sommersa da troppo ricordi" dico alzandomi dal letto e indicando la parte di parete con le foto.

Inizio a preparare la cartella, osservando l'orario nel diario.
"Jessica toglile quelle foto, se ti fanno stare male" mi suggerisce mia madre.
"No, toglierle mi farebbe più male, perchè sarebbe come ammettere a me stessa che tra me e Daniel è finita"
"D'accordo" risponde mia madre uscendo dalla mia stanza.

Indosso i primi vestiti che trovo nella valigia e infine prendo il mio giubbotto di pelle nero dall'attaccapanni.

L'aria stamattina è tiepida ed é illuminata da un timido sole seminascosto da nuvole grigie.
Arrivo a scuola e al suono della campanella entro in classe.
Saluto la professoressa di arte e vado a sedermi al mio posto.

Giada mi scruta attentamente, come se mi stesse passando i raggi X. Sicuramente si sta chiedendo come mai sono entrata a quest'ora.

"Io e Daniel abbiamo litigato" dico abbassando lo sguardo e cercando di mantenere un tono neutro"Non è stato uno dei nostri soliti stupidi litigi" sussurro per non essere rimproverata come al solito dalla prof.
Ingoio la saliva e infine aggiungo "Sono tornata a vivere con i miei"
Giada sgrana gli occhi incredula.
"Ti racconterò tutto all'uscita della scuola"
Sconvolta, annuisce con la testa e volta subito lo sguardo verso la professoressa.
Anch'io faccio lo stesso, mentre però la mia mente è da un'altra parte.

Alla terza ora la professoressa di fisica spiega un nuovo argomento mentre nell'ora successiva decide di fare una domanda ciascuno per capire se abbiamo studiato.
Quando arriva il mio turno, Giada si affretta a mettere il libro davanti.
Con la coda dell'occhi guardo rapidamente cosa c'è scritto, e lo ripeto insicura alla professoressa.

Fortunatamente la mia risposta è in parte giusta.
Quindi sono riuscita a scamparla.

Alla quinta ora, appoggio la testa sul banco e aspetto pazientemente che la lezione di matematica finisca.
Mentre la mia migliore amica è china sul libro, concentrata.

Al suono della campana, io e Giada ci affrettiamo ad uscire per parlare di quello che le avevo accennato in classe.

"Jessica, posso parlarti un attimo?" Dice il professore di matematica alle mie spalle.
"Si certo" rispondo facendo un cenno a Giada per poi allontanarmi da lei.

"Stamattina ho incontrato Christian, al solito bar in cui prendo la colazione, mi ha detto che hai fatto molti errori negli esercizi che ti ha fatto fare"
"Si" rispondo sincera.
"Ma pensa che col tempo migliorerai" si sofferma e poi aggiunge "Mi ha anche detto che hai rifiutato di fare un'altra lezione oggi, come mai?"
"Ho un impegno personale" mi giustifico.
"Capisco, Christian però nei prossimi giorni sarà sicuramente impegnato"
fa una breve pausa e poi aggiunge "Non voglio metterti pressione, ma fra poco io fisserò un'altro compito e da quanto ho capito tu non sei ancora in grado di farlo correttamente"

"Posso spostare il mio impegno" dico non avendo altra scelta.

Anche se in realtà, non ho nessun vincolo.

Tell me about you #Wattys 2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora