•CAPITOLO 20

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Mi volto di scatto e vedo Christian. Indossa dei jeans blu scuro e una maglietta aderente che risalta le sue spalle e le sue braccia ben tornite.

"Cosa ci fai qui?" Gli domando.
"Sono venuto per discutere sulle ultime cose riguardanti la fiera del dolce" risponde prendendo dalla tasca le chiavi della sua macchina.
Poi aggiunge "Visto che sono qui, vieni con me, no?

Poso lo sguardo per un millesimo di secondo sulla sua splendita auto grigia, poi annuisco e salgo.

Christian ruota il viso e mi fa un piccolo sorriso mentre guida, io mi rilasso guardando dal finestrino.

Dopo dieci minuti all'incirca arriviamo nella sua grande villa, il cancello si apre, entriamo,Christian scende e si affretta ad aprirmi la portiera e io divento rossa per l'imbarazzo.
La donna delle pulizie vieni ad aprirci e poi ci saluta cordialmente.
In silenzio ci dirigiamo nella stanza in cui solitamente si tiene la lezione.

Christian apre le tapparelle delle finestre e si va a sedere dietro la sua scrivania.
"Tieni" dice con tono tranquillo, porgendomi un foglio con degli esercizi.

Apro il portacolore, prendo la matita e inizio a fare quelli più semplici, mentre nel frattempo lui suddivide dei fogli e li ripone dentro un carpettone ad anelli.

Poi alzo lo sguardo e lo vedo concentrato.
"Se devi chiedermi qualcosa, fallo pure"mi dice.
"Non so svolgere questo esercizio" rispondo mostrandoglielo.
Posa lo sguardo sul mio foglio per un istante"Devi applicare la stessa regola, stando però attenta ai segni"
"Va bene, grazie" rispondo subito.

"Mi è risultato" annuncio poco dopo.
Sul volto di Christian appare un sorriso soddisfatto, poi sposta lo sguardo su qualcuno dietro di me.
"Signor Grey, la vogliono al telefono" dice la donna delle pulizie.
Così lui si alza e velocemente esce.

Dopo mezz'ora finisco tutti gli esercizi.
Non so però se sono giusti.

Christian non è ancora tornato.
Mi alzo dalla sedia e inizio a gironsolare nella stanza.
Osservo la grande libreria a muro piena di volumi famosi, accanto è posizionato un armadietto nero chiuso a chiave.
Poi il mio sguardo cade su qualcosa coperto con un grande telo.
Sbircio leggermente e capisco subito che è un pianoforte.

Sobbalzo quando sento il rumore della porta.
Mi volto all'istante e il suo viso non sembra per niente arrabbiato.
"Suoni?" Gli domando curiosa.
"Suonavo, ormai da tanto tempo non lo faccio più" risponde.

Christian si avvicina e toglie il telo nero, poi appoggia con nostalgia le nocche delle dita sui tasti e infine si accamoda dinanzi al pianoforte.

"Vuoi che ti suoni qualcosa?" Mi domanda.
"Si" rispondo annuendo

Le sue dita fluttuano leggiadre e sicure, come se stessero danzando.
Il suo viso è rilassato e allo stesso tempo compiaciuto.
Lo guardo rapita, sono incantata da questa soave melodia, che da un senzo di tranquillità e benessere.

"Sei molto bravo" affermo appena finisce.
"Grazie" risponde passandosi una mano tra i capelli.

Restiamo in silenzio a guardarci, per alcuni secondi.
Siamo uno di fronte all'altro.
In questo momento provo una sensazione strana, non so definirla in altri termini.
Poi abbasso lo sguardo imbarazzata.
"Hai fatto tutti gli esercizi?" Dice rompendo il silenzio.
"Si" rispondo, mi avvicino alla sua scrivania, prendo il foglio e glieli mostro.

"Ne hai sbagliati solo tre" dice guardandoli attentamente.
Poi si avvicina a me, eliminando completamente la distanza tra di noi e con un dito me li mostra.
Appoggio una mano sul foglio per indicare il passaggio dell'esercizio in cui ero incerta e le nostre mani si sfiorono.

Rabbrividisco a quel tocco e tolgo di scatto la mano, come se mi fossi bruciata.
"Il procedimento è giusto, ti sei confusa nelle operazioni" afferma porgendomi il foglio.
Annuisco, e mentre li risvolgo osservo il suo volto per capire se li sto facendo correttamente.
Storce il labbro, in modo buffo, quando dimentico qualcosa.

"Bene, li ho finiti" affermo soddisfatta.
"Perfetto" risponde e poi aggiunge"Mi faccio sentire io per la prossima lezione"
"D'accordo, ciao Christian"
"Passa una buona serata, Jessica" risponde gentile.

Prendo un taxi, e alle quattro arrivo a casa.
Pranzo alla svelta e chiacchero con mia madre, poi mando un messaggio a Giada per avvisarla che sono tornata.

Vado nella mia camera, mi butto sul letto e nella mia mente riecheggia la melodia suonata da Christian.
Era davvero stupenda.

All'improvviso sento il campanello suonare, scendo velocemente le scale e vedo mia madre che saluta la mia migliore amica.

"Giada" dico raggiungendola.
"Ho già comprato tutti gli ingredienti per la torta, alcuni ce li avevo a casa" dice sorridendomi.
"Bene, mettiamoci all'opera"

Ci dirigiamo entrambe in cucina e insieme prendiamo gli ingredienti dalla borsa di plastica.
Giada guarda attentamente la ricetta, poi afferra la bilancia e pesa lo zucchero.
"Come hai conosciuto quel ragazzo?" Le domando curiosa.
"Ero alla festa con le nostre compagne di classe, io ho bevuto qualche drink mentre loro parecchi" fa una breve pausa e poi continua "Dopo si sono allontanate, io le ho cercate ma non le ho più trovate, così mi sono arresa e mi sono seduta al bancone, ed è stato lì che l'ho visto"

Si alza le maniche della camicetta, prende una ciotola e apre due uova,
Poi continua a raccontare "Era annoiato e solo,così mi sono presentata"
"E lui l'ha fatto anche?" Le domando
Annuisce "Si chiama Dylan, ha diciannove anni e frequenta il Liceo Artistico"
Dice tutto velocemente come se io lo conoscessi già.
Dopo prende una busta di latte dal frigo e aggiunge "Successivamente abbiamo chiacchierato di scuola, di feste e dei ragazzi drogati che ci giravano intorno"

Annuisco con il capo mentre con attenzione peso la farina.
"Mi sono trovata davvero bene a parlare con lui" risponde afferrando una bustina di lievito per dolci dalla scatolina.
"Ti sei presa proprio una bella cotta"
"Si, hai ragione" risponde sorridendondomi.
"Peccato che non lo rivedrò piu"
"Perchè?" Le domando
"Verso mezzanotte gli è arrivata una chiamata e così se n'è andato senza lasciarmi il suo numero di telefono" dice dispiaciuta.

"Speriamo lo rincontri da qualche parte"
"Già, speriamo"
"Cosa manca?" Le domando
"Dobbiamo ancora pesare il cacao, e prendere l'olio di girasole" dice decisa.

Così io inizio a mescolare energicamente con la forchetta tutti gli ingredienti, secondo l'ordine scritto sulla ricetta.

"Mettiamola in forno" afferma la mia amica, dopo aver rovesciato l'impasto nella tortiera
"Si certo" rispondo facendo come mi dice.
Poi ci sediamo entrambe sul divano e aspettiamo pazientemente che la torta sia pronta.

Dopo più di mezz'ora la sforniamo e la ricopriamo di glassa.
Sembra davvero deliziosa.

Cosa ne pensate di questo capitolo?
Vi incuriosisce questo Dylan?

Aspetto i vostri commenti
Alla prossima ❤

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