"Poi non è che la vita vada come tu te la immagini.
Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada.
Così...io non è che volevo essere felice, questo no...
Volevo salvarmi, ecco: salvarmi.
Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare:
dalla parte dei desideri.
[...]
Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera.
Tu stai con loro, e ti salverai.
Però troppo tardi l'ho capito.
Se le dai tempo, alla vita,
lei si rigira in un modo strano, inesorabile:
e tu ti accorgi che a quel punto
non puoi desiderare qualcosa senza farti del male.
È lì che salta tutto, non c'è verso di scappare,
più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci.
Non se ne esce.
Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare.
Con tutta la forza che avevo.
Mi sono fatto tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare..."Claudio
Claudio uscì dall'ascensore trascinandosi dietro la sua valigia. Era stata praticamente inutile, visto che in quel breve periodo passato a Roma non l'aveva neppure aperta. Avanzò lentamente verso la porta di casa, infilò le chiavi nella toppa e la aprì. Il suo appartamento era esattamente come lo aveva lasciato. Grande, luminoso, perfettamente in ordine. E vuoto. Sentì subito la mancanza del vecchio monolocale di Mario, di quelle mura un po' scrostate ma incredibilmente accoglienti. Si ritrovò a pensare che forse l'unica cosa che rendeva accogliente quel posto a Roma fosse il profumo dell'altro. La sua presenza. Sospirò ed estrasse il telefono dalla tasca dei jeans. Nessun messaggio da parte sua. Non che si aspettasse chissà quali parole da Mario, però aveva creduto, forse scioccamente, che il suo biglietto e quella torta avrebbero aggiustato le cose. Almeno solo in parte. In fondo però lo sapeva. Che niente si sarebbe aggiustato se prima non avesse cominciato a farlo lui. Doveva mettere in ordine la sua vita, doveva cambiare. Aveva deluso le persone che amava, senza neppure rendersene conto. Aveva deluso Mario. Lasciò la valigia all'ingresso, afferrò le chiavi della macchina e uscì di nuovo da casa, con una nuova consapevolezza. Forse sapeva da dove cominciare.
Stava guidando verso Verona, i suoi genitori abitavano lì. Claudio non li vedeva da mesi e ogni volta che tornava a casa passava lì troppo poco tempo. Sua madre aveva anche smesso di chiedergli di andarli a trovare più spesso, forse ormai si era arresa, accontentandosi delle poche telefonate che riceveva dal figlio. Forse anche lei ormai non lo riconosceva più e ne era delusa, esattamente come Mario. Un moto di dispiacere e vergogna lo colse a quel pensiero. Era diventato tutto ciò che non voleva essere. Mentre guidava verso casa sua ripensò anche a Clarissa. Da quanto non si sentivano? Ormai aveva perso anche lei. Prese il cellulare e fece partire la chiamata, mettendo subito dopo in vivavoce e posando il telefono sul sedile accanto. La voce dolce di Clarissa rispose dopo pochi squilli.
"Claudio?" Era una domanda la sua, la voce incredula. Di sicuro aveva osservato quel nome sul display diverse volte, prima di rendersi conto che era proprio lui a telefonarle. Claudio sorrise con tristezza, restando con lo sguardo rivolto sulla strada di fronte a sé.
"Hey Clari, ciao...come stai?" Le chiese, cercando di mantenere un tono tranquillo.
"Oddio Clà da quanto tempo, sono così felice di sentirti!" Claudio sorrise perché Clarissa non era cambiata. Era sempre la persona buona che aveva conosciuto tanti anni prima. Non era arrabbiata con lui per il modo orribile in cui si era comportato, era solo felice di sentirlo.
"Anche io sono felice...Mi dispiace di essere sparito, tu non sai nemmeno quanto!" Le rispose sincero, perché era la verità. Solo in quel momento si stava rendendo conto di quanto Clarissa gli fosse mancata.
"Lo so Clà. Non importa, davvero." Ci fu un attimo di silenzio, poi Claudio tornò a sentire la voce squillante di Clarissa.
"Hey, che ne dici di vederci domani? Facciamo colazione insieme! Ho un sacco di cose da raccontarti e non voglio farlo per telefono." Il volto di Claudio si aprì in un sorriso sincero. Sperava che Clarissa glielo proponesse, lo avrebbe fatto lui altrimenti.
"Si, si va benissimo! Non vedo l'ora." E per la prima volta sentì che forse le cose potevano tornare al loro posto.
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Quando ci rivedremo
FanfictionClaudio e Mario uniti da un destino bellissimo, che li porterà ad incontrarsi ogni 26 agosto, dal 2010. Un destino tanto bello quanto bastardo, perché li metterà alla prova per fin troppo tempo. La storia di due vite destinate ad intrecciarsi, a sco...