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Frocio di merda.
Già, la dolcezza che sprizza da tutti i pori, cosa che contraddistingue il padre di Namjoon, davvero.
Tipo la mia pessima ironia, corretto?
Mi dispiace per Namjoon, ho sentito tutto, e a giudicare dai rumori io penso che il dottor Kim non si sia limitato solo a sgridarlo, ma che abbia anche usato le mani. Non ho mai approvato questo tipo di educazione, e sono fermamente convinto che un padre del genere non sia adatto al suo ruolo, non è il modo di comportarsi.
Ricordo bene mio padre, le sere in cui si sedeva sulla sedia di pelle nera e mi raccontava una fiaba, prendendomi sulle ginocchia. Era un brav'uomo, papà. Il cielo ha però deciso di portarmelo via, di lasciare un vuoto nel mio cuore, eravamo legatissimi. Ed ecco, un ricordo mi fa suo prigioniero.

"Jin, dove stai correndo?" il vestito nero di mia madre ondeggiava nel vento, i capelli raccolti in uno chignon.
"Lasciami andare!" protestai, sperando non mi seguisse: non volevo rimanere lì, non volevo piangere davanti a tutte quelle persone, e nemmeno in presenza dei parenti che ancora non conoscevo.
Mi faceva stare troppo male vedere la bara in cui stava papà, non ci riuscivo.
Mi nascosi nel prato poco distante dal cimitero, e cominciai a piangere.
Davanti a me, una farfalla dalla livrea arancione cominciò a svolazzare qui e là, quasi a volermi risollevare il morale.
Io stringevo al petto la mia sciarpa preferita, rosa, quella che mi aveva regalato papà. A lui non dava fastidio il fatto che il mio colore preferito fosse rosa, anzi: alla mia prima recita scolastica si presentò in camicia rosa, per farmi capire che tifava per me.
Ha sempre tifato per me, e anche ora che sono qui, in coma, continua a farlo.

Questi ricordi fanno male, solo male.
È strano ricordarli ora, proprio adesso che ho scelto.
Io sarò come i fiori a primavera.
Ho scelto, non sarà facile, ma nemmeno troppo difficile.
Io non cadrò, io sboccerò con impeto.
Troverò il mio posto, non mi importa di quella persona, no, non più. Riavrò un lavoro e ricomincerò a portare a casa i soldi per mandare avanti tutto.
Sono cresciuto, sono l'uomo di casa.
Mio padre sarà fiero di me.
Ora ho anche un amico, giusto?
"Jin, piccolo."
"Papà?"
Finalmente lo vedo.
Indossa un completo bianco, e le sue solite scarpe nere che ho sempre detestato, ma che da bambino indossavo per divertirmi quando giocavo assieme a lui, nel caldo mese di agosto, nel nostro giardino.
"Allora, hai scelto, o sbaglio?"
Io faccio segno di sì con la testa, mentre lui mi porge la chitarra.
"Aspetta un momento, Seokjin, un attimo solo prima di cominciare. Io so per certo che qualcuno assisterà al tuo meraviglioso spettacolo." sorride, accarezzandomi la guancia.
"E tu, papà?" domando, confuso.
"Ci rivedremo solo un'ultima volta, dopo oggi. Ti ascolterò, ora, non temere. Io sarò sempre accanto a te, mio piccolo e adorato fiorellino Jin."
Scompare, in una fioca luce dorata, mentre tra le mie mani resta solo la chitarra.
Namjoon, ti sto aspettando.

𝐀𝐰𝐚𝐤𝐞-𝐍𝐚𝐦𝐣𝐢𝐧 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora