Rancore
Rancore.
Che brutta parola.
Eppure, è più semplice serbare rancore verso qualcuno piuttosto che perdonarlo,no? Perdonare queste persone vorrebbe dire rendersi nuovamente vulnerabili, vorrebbe dire vivere costantemente nell'incertezza, e nella paura di essere abbandonati e feriti, ancora.Il rancore ti consuma lentamente, dall'interno, finchè il mondo attorno a te perde i suoi colori, finchè nulla riesce più a renderti veramente felice. È un po' come una malattia che non ti rendi conto di avere finchè non stai troppo male per ignorarla. È un po' come un'arma a doppio taglio, come un tizzone ardente: alla fine, quello che rimane scottato sei tu.
Ma a Newt sembrava non importare più.
Erano passati così tanti anni, che faticava pure a ricordare il turbinio di sentimenti provati quel giorno, nel quale ogni secondo sembrava peggiore del precedente.
L'unica cosa che sapeva, l'unica cosa di cui era certo, era che il suo unico amico al mondo, l'unica persona che fosse mai riuscita a farlo sognare, anche solo per poco, l'unica persona che gli avesse restituito la propria infanzia, era stato anche colui che era stato capace di riportargliela via.Quel bambino solare, sorridente e spensierato in cui si era trasformato nell'anno trascorso con Thomas, se ne era andato col bambino dai capelli scuri. Era salito anche lui su quell'utilitaria azzurra e non era più tornato, lasciando il posto ad un involucro vuoto.
Questo era ciò che Newt era diventato: un involucro vuoto, che aveva totalmente perso le speranze nel genere umano, e che era convinto di essere stato abbandonato da tutti, persino dalla madre.
A volte gli capitava di rimproverarsi per questi pensieri che gli martellavano incessantemente il cervello, perchè sapeva di non stare diventando una bella persona.
Sapeva benissimo che il rancore lo stava facendo marcire. Sapeva che tutte quelle emozioni represse non gli stavano facendo bene.A volte gli capitava di colpevolizzarsi, come se fosse colpa sua se la madre avesse deciso di suicidarsi, come se fosse stata colpa sua se Amanda e Jake Murphy avessero scelto solo Thomas. Chi avrebbe voluto, d'altronde, un bambino leggermente zoppo, piuttosto saccente e fin troppo intelligente per l'età che aveva? Sarebbe stato troppo difficile da accudire.
Fino ai tredici, quattordici anni, Newt continuò a sperare. A sperare che qualche coppia lo adottasse. Ma vedeva come lo guardavano, come si spegnevano i loro occhi non appena si posavano su quel bambino dai capelli biondo grano e dalla corporatura debole e gracile.
Preferivano sempre gli altri.Newt era in quell'orfanotrofio da quando aveva solo cinque anni, e aveva passato gran parte della sua infanzia e della sua adolescenza ad essere messo da parte, ad essere visto come la seconda scelta, ad essere totalmente invisibile, ad essere considerato "il bambino difficile".
Perciò ad un certo punto si era stancato.
E aveva deciso che non gli sarebbe più importato. E si era chiuso in sè stesso, più di quanto non lo fosse già prima.
Non sperava nemmeno più che qualcuno lo adottasse: l'unica cosa che faceva, ormai, era contare i giorni prima del suo diciottesimo compleanno, quando finalmente avrebbe potuto andarsene da quel posto.
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Rainy Days|Newtmas
RomanceNewtmas AU|La storia può essere letta anche senza conoscere l'opera originale! "La luce fioca e intermittente del lampione rischiarava a stento Lincoln Avenue, che sarebbe stata deserta, se non fosse stato per quei due ragazzi, illuminati dalla luce...