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Era una giornata tiepida, ma nuvole cariche di pioggia affollavano il cielo

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Era una giornata tiepida, ma nuvole cariche di pioggia affollavano il cielo. Il cimitero di Charlotteville si stagliava di fronte a lui, così vasto da sembrare quasi più grande della stessa cittadina che lo ospitava.

Era deserto, a parte per qualche signora anziana che lasciava i fiori sulla tomba del marito per poi andare via dopo qualche attimo. Newt stette ad osservarne una per un po', approfittando del fatto che nessuno lo avesse ancora notato.

Teneva un mazzo di fiori variopinti in mano, e con un fazzoletto era curva sulla lapide a pulire con cura la foto che ritraeva il marito sorridente. Passò un dito sulla foto, con un sospiro pieno di commozione, poi seguì con l'indice la forma delle lettere che componevano il nome. Poggiò i fiori ai piedi della lapide, in un vaso che si preoccupò di riempire d'acqua fresca e limpida. Poi si mise ritta in piedi, le mani strette al petto, e stette lì ancora per qualche minuto, trattenendo le lacrime.

Poi si voltò, dando le spalle al defunto marito, e alzò lo sguardo, incrociando quello di Newt che non riuscì a distogliere il suo. Sorrise lievemente, quasi come se comprendesse il dolore che Newt stava provando, e si allontanò.
Newt attese di vederla scomparire, poi si avvicinò alla tomba del marito di quella donna, che doveva essere morto da poco se lei aveva ancora tutte queste premure e piangeva ancora per la sua morte.
Ma rimase sorpreso quando apprese che quel Peter Evans era morto più di quarant'anni prima.

Si voltò verso la stradina, forse per cercare di nuovo quell'anziana signora, che dopo tutti quegli anni, non si era ancora rassegnata alla prematura dipartita del marito. Probabilmente era l'amore della sua vita, pensò Newt.
E sentì un vuoto al solo pensiero. Era sempre più convinto che lui non avesse la capacità di provare un sentimento così forte. Era sempre più convinto che gli mancasse un pezzo, che fosse difettoso. E che quel difetto gli avrebbe impedito di amare. E non avrebbe potuto mai aggiustarlo.

Si fece coraggio, e mentre una folata di vento abbassava improvvisamente la temperatura, insinuandosi fin dentro le sue ossa, cercò con lo sguardo l'ufficio del custode. Lo trovò, e si mosse in quella direzione, fissando lo sguardo sull'uomo all'interno, scorgendolo a leggere il quotidiano attraverso la finestra ampia.

Bussò alla porta, e il custode gli aprì dopo pochi minuti.
-Buongiorno.-
-Ti serve qualcosa, figliolo?-
-Sì...Io, uhm. Ho bisogno di sapere dove si trova una tomba.‐
Il custode lo guardò con circospezione, un sopracciglio alzato.
-Mica sei uno di quelli che disseppelliscono i cadaveri per fare i sacrifici?-e scoppiò a ridere, soffocando quella risata in una finta tosse non appena vide che il ragazzo non era per niente divertito.

Si allentò la cravatta intorno al collo, e si diresse verso il computer impolverato sulla scrivania.
-Mi servono nome e cognome.-
Newt deglutì: gli sembrò che gli mancasse l'aria.
-Sheila. Sheila Isaacs.-
-Mhh, vediamo un po'.-
Il custode digitò in fretta il nome, premendo invio.
-È stata seppellita qui di recente?-
-No...lei...è qui da più di dieci anni.-
Il custode sembrò un po' sorpreso, ma non fece commenti.
-Okay, allora il server ci metterà qualche secondo in più, ci sono più file da analizzare. Ah, ecco-esclamò-prima del previsto. Dunque...sezione c, loculo 123.-
-Dove si trova la sezione c?-
Il custode indicò con il dito su una piantina del cimitero attaccata al muro. Newt annuì, e dopo averlo ringraziato, uscì senza voltarsi.

Rainy Days|NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora