Bugie
—Diana! Sono a casa!—
Thomas si chiuse la porta alle spalle, imprecando mentalmente non appena il suo sguardo si posò sull'orologio, perchè sapeva che sua sorella avrebbe fatto storie per il suo ritardo.
Una peste dai capelli biondo scuro si precipitò giù dalle scale, senza nemmeno salutarlo, limitandosi a strappargli il sacchetto del McDonald's dalle mani, correndo a sedersi a tavola.—Sono freddi.—borbottò la bambina, aprendo il suo cheeseburger.
—Hai lavato le mani?—la ignorò stancamente Thomas, lanciando le chiavi sul tavolino, e afferrando a sua volta un panino.
—Io sì, tu?—lo sbeffeggiò la bambina, mentre lui alzava la testa, con un pezzo di lattuga che penzolava dalle sue labbra.
—Sempre la solita saputella.—bofonchiò, masticando lentamente il boccone.
Guardò la sorella adottiva giocherellare con le sue patatine, con la mente totalmente altrove.Diana era nata poco tempo dopo che lui era stato adottato. Un classico: Amanda Murphy non riusciva ad avere figli a causa dello stress, e non appena avevano portato a casa Thomas, aveva scoperto di essere rimasta incinta. Così, circa nove mesi dopo, era nata quella piccola peste che Thomas amava con tutto sè stesso.
La aiutava a fare i compiti, la portava al parco, e giocava persino con lei, nonostante lui ormai avesse quasi diciassette anni. Dedicava quasi più tempo a lei che a sè stesso.Ma in quel momento, il suo unico pensiero fisso era Newt. Sapeva bene di avergli promesso di uscire dalla sua vita, ma era altrettanto certo che non sarebbe riuscito a mantenere quella promessa.
Non poteva finire tutto così, non poteva finire e basta, almeno non prima che Thomas avesse concesso a Newt le dovute spiegazioni.
Non se lo sarebbe mai perdonato se avesse perso l'occasione almeno di scusarsi con lui.
Sapere che era in parte anche colpa sua se Newt si era abbandonato a sè stesso, lo stava uccidendo lentamente, dall'interno. Sapere di essere colpevole della rovina di una persona era un gran bel peso da portare sulle spalle.Così, senza nemmeno pensarci, prese il suo panino, e ne gettò la metà rimasta nella pattumiera, ignorando l'esclamazione di sua sorella, che diceva che avrebbe potuto mangiarlo lei al suo posto.
—Diana, tra massimo mezz'ora vai a letto. Niente tv, niente computer, niente di niente. Voglio vederti dormire quando torno.—
—Perchè dove vai?—chiese la bambina, mentre Thomas indossava il giubbotto e afferrava nuovamente le chiavi.
Il ragazzo esitò.
—A Mansfield Park. Devo vedermi con Minho.—mentì, prima di sorridere alla sorella e uscire in fretta di casa, prevedendo già che se non fosse tornato in tempo, si sarebbe beccato una bella ramanzina dai genitori.Guidò fino a Mansfield Park, prima di accorgersi, una volta arrivato a destinazione, che non aveva la più pallida idea di dove abitasse Newt, e che non aveva modo di contattarlo.
Alla fine si fermò comunque all'ingresso del parco, e spense l'auto, sospirando.
Scese dalla macchina, chiudendo con un tonfo lo sportello e sedendosi sul marciapiede.
La strada era deserta, e il cielo era sgombro e punteggiato di stelle, mentre la luce pallida della luna rischiarava gli alberi alle sue spalle.
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Rainy Days|Newtmas
Lãng mạnNewtmas AU|La storia può essere letta anche senza conoscere l'opera originale! "La luce fioca e intermittente del lampione rischiarava a stento Lincoln Avenue, che sarebbe stata deserta, se non fosse stato per quei due ragazzi, illuminati dalla luce...