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Taehyung sospirò pesantemente. Tutta la situazione con Jimin lo stava rendendo stressato. Certo, il castano aveva assicurato al migliore amico che se ne sarebbe occupato lui e che avrebbe trovato una soluzione, ma la verità era che neanche lui sapeva come fare. Neanche lui sapeva se effettivamente sarebbe arrivato ad una trattativa con Yoongi, se effettivamente avrebbe ridato la libertà e una vita "normale" a Jimin.

Il castano si rese conto del mondo intorno a sè soltanto quando una sagoma alta e imponente si parò davanti a lui, facendogli alzare lo sguardo e incontrando due occhi scuri.

Jungkook lo guardò con un sorrisino, ma quando il maggiore non ricambiò, abbassando la testa e sospirando, tornò serio.

«Che cosa ne sarà di lui adesso?» chiese il castano con un filo di voce «Se dovesse succedergli qualcosa, non me lo perdonerei mai» scrollò la testa Taehyung, non avendo nemmeno il bisogno di citare il nome di Jimin perché l'altro capisse che si trattava proprio di lui.

«È lì tutto solo e malandato, e non so neanche cosa gli succederà, se Yoongi hyung lo lascerà mai andare»

«Pel di carota starà bene» parlò improvvisamente il minore, cercando in qualche modo di rassicurare l'altro, il quale alzò lentamente lo sguardo «E per quanto riguarda Yoongi hyung, non credo gli faccia più male di quanto gli abbia già fatto. In fin dei conti, Jimin non ha fatto niente di male, non sa neanche niente di noi»

«Ho intenzione di parlargli» continuò il castano «E chiedergli di liberarlo. Mi assumerò io la responsabilità che non riveli nulla di Stigma. E se lo farà, potrete vendicarmi su di me» parlò deciso Taehyung, e Jungkook alzò un sopracciglio.

«Per adesso non fare nulla di affrettato» consigliò il moro, incrociando le braccia «Piuttosto, sono io che ho qualcosa da fare»

***

Min Yoongi era un uomo calmo e pacato, diligente e autoritario. Certo, rimaneva un boss mafioso, ma lui era diverso da ciò che ci si aspetta quando si pensa al capo di una gang. E allo stesso modo lo era Stigma. A confronto delle altre gang, in Stigma c'era armonia, nonostante gli ambienti in cui i membri operavano, nonostante la violenza e il pericolo, tutti i membri di Stigma avevano grande rispetto per l'un l'altro e non si sarebbero mai traditi.

Perché questo era ciò che Yoongi aveva messo in chiaro fin da subito.

E proprio per questo, tutti lo rispettavano e acclamavano. Perché Min Yoongi per loro era solo fonte di adulazione, perché aveva delle morali basate su rispetto e aiuto reciproco, perché più che un boss, era un leader. Non si imponeva sugli altri, piuttosto li guidava alla vittoria.

Yoongi passava la maggior parte del tempo nella sua stanza, così avrebbero detto tutti, ma la realtà era che l'uomo era in costante lavoro per garantire il funzionamento di Stigma, contando sul lavoro dei suoi membri più fedeli e assicurandosi che tutto andasse nel verso giusto. In verità, era molto raro che andasse in prima persona in missione, ma nonostante ciò, era lui ad organizzare tutto. Lui era la mente, gli altri erano il braccio. E avrebbe fatto di tutto per la sua gang.

Spesso e volentieri, l'uomo dalla chioma argentea si trovava a girovagare all'interno della sua struttura, controllando e osservando tutto. Spesso, i suoi giri di perlustrazione finivano anche nella prigione. E in effetti, erano passati due giorni da quando Jimin era stato rinchiuso lì dentro e per due giorni, il ragazzo aveva visto il boss passare dalla sua cella, ignorandolo completamente e facendo crescere in lui l'odio nei suoi confronti.

S T I G M A ; taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora