S T I G M A ; taekook

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Era uno di quei sabato sera in cui la gente esce senza un motivo preciso, esce per non rimanere a casa in completa solitudine o semplicemente perché rimanendo a casa si verrebbe sommersi da quei mille pensieri che ti tormentano, non lasciandoti un attimo di tregua, pensieri che al momento intasavano la mente di Taehyung.

Ed è per questo che, quella sera, il castano si trovava in un locale nel bel mezzo di Gagnam, solo, seduto con i gomiti appoggiati al bancone e con una caraffa di birra in mano.

Jimin era tornato a Busan come molto spesso faceva e Taehyung non aveva altri amici fidati all'infuori di lui che potessero fargli compagnia.

A Daegu non era tornato quel fine settimana, anche perché, a differenza dei genitori di Jimin, la sua famiglia era una famiglia agiata.

E anche il castano aveva sempre avuto una vita agiata, tranquilla e priva di qualsiasi tipo di evento che avesse lasciato in lui un brivido di follia. Era nato a Daegu, vissuto in una casa di campagna e diplomato in quella città provinciale. All'età di 16 anni aveva capito di essere gay, quando, durante una partita di baseball della sua scuola superiore, si era trovato tra la folla di ragazze che osservavano i giocatori, sbavandoci dietro, piuttosto che puntare i suoi occhi sulle cheerleaders in gonnelline e tops o sulle figure femminili intorno a sè. Solo all'età di 19 anni aveva deciso di intraprendere gli studi universitari, trasferendosi a Seoul, perché a Daegu sarebbe probabilmente finito a lavorare nella fattoria di sua nonna. E per Taehyung, non era abbastanza. La capitale invece offriva molto più, piena di opportunita, di gente. Eppure, la vita del castano era piatta e tranquilla, anche in quella grande città. Per intenderci, la vita di Kim Taehyung era la solita vita di un normalissimo studente universitario di 22 anni.

Un piccolo cambiamento c'era stato quando Taehyung aveva conosciuto Bogum. Quel ragazzo, il suo ex ragazzo, era stato il primo per Taehyung, ed era anche per questo che non riusciva a dimenticarlo. Si erano incontrati in università e si erano piaciuti subito. Erano perfetti insieme. Perfino Jimin, che era sempre stato abbastanza geloso e protettivo nei confronti del castano, aveva accettato Bogum. Le cose andavano a gonfie vele tra loro, non un litigio, non un'incomprensione. Tutto filava liscio come l'olio. E poi un bel giorno, Bogum aveva chiesto a Taehyung di vedersi come il loro solito fare in settimana e aveva deciso di finire la loro relazione. Senza preoccuparsi di dare spiegazioni. Ed era sparito, totalmente sparito dalla vista di Taehyung, quasi come se il castano avesse qualche tipo di malattia infettiva da dover a tutti i costi evitare.

Ed ora Taehyung si trovava lì, a chiedersi cosa c'era di sbagliato in lui, cosa aveva fatto di sbagliato lui, per causare una rottura nella loro relazione. E l'alcol che ingeriva, per liberarsi di tali pensieri, non faceva altro che aumentarli.

Taehyung sospirò, guardando la sua caraffa di birra ormai finita.

«Un'altra» ordinò all'uomo dietro il bancone, che immediatamente gliene riempì un'altra.

Taehyung la prese, girandosi sul posto per osservare il locale. Era pieno di gente, per la maggior parte uomini ma anche alcune donne. Alcuni giocavano a carte, altri bevevano con gli amici, altri scambiavano due chiacchiere. C'erano anche coppiette qui e là che non si curavano di nascondere il loro amore, leccandosi nelle loro bocche come se fossero gli unici nella stanza. Taehyung bevve un gran sorso di birra. Era il secondo bicchiere quella sera, ma sapeva che ce ne sarebbero voluti almeno altri due prima di vedere qualche effetto.

Quella sera aveva deciso di darci dentro, anche se sapeva che non c'era nessuno che l'avrebbe riaccompagnato a casa qualora avesse toccato il fondo. Ma era convinto che, in un modo o nell'altro, ci sarebbe tornato.

Finì anche quella caraffa di birra, girandosi per la terza volta verso il barista e ordinandone un'altra. Il barista adempì al suo compito, porgendogli la caraffa e aspettando la somma di denaro dal ragazzo.