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Taehyung sospirò, uscendo dall'aula universitaria.

«Che hai?» gli chiese Jimin, affiancandolo con un'aria preoccupata.

Il castano prese un gran respiro, alzandosi la frangia in segno di frustrazione.

«Ti pare normale dare come esame un progetto del genere?» ammise frustrato.

«Dai Tae, non sembra poi così male»

«Parli tu, che devi solamente dipingere qualcuno le cui sembianze puoi anche inventarle» sbuffò «Sono io che devo fare delle fotografie. E lo sai che non posso chiedere a Bogum... a meno che tu non voglia esser-»

«Scordatelo» subito lo interruppe Jimin «Non ti aiuterò con questo progetto»

Taehyung sospirò per la milionesima volta quel giorno.
«Tutti amici e poi ti tradiscono così...» sussurrò il castano e Jimin scoppiò in una fragorosa risata.

«Devo proprio andare adesso» parlò l'amico «Ho le lezioni di danza. Buona fortuna con il tuo progetto»

Taehyung salutò l'amico dalla chioma arancione che si allontanava a passo svelto per evitare che il castano lo importunasse ancora e decise anche lui di lasciare l'università. Al posto di imboccare la strada per il suo appartamento, decise di avviarsi verso quel cafe che ormai era diventato d'obbligo frequentare almeno una volta al giorno.

Perché, in fin dei conti, dopo una lunga e faticosa giornata universitaria, cosa c'era di meglio che guardare un bel ragazzo in camicia bianca e pantaloni neri, godendosi una tazza di caffè?

Taehyung entrò e si sedette al solito tavolo, quello posizionato esattamente a un angolo, ma la cui visuale era perfetta.

Jungkook era lì, come tutte le volte che Taehyung andava al bar d'altronde e, anche quel giorno, si avvicinò al tavolo per prendere la sua ordinazione.

Anche quel giorno era vestito con dei jeans neri e una camicia bianca e anche quel giorno, Taehyung se lo sarebbe divorato con gli occhi, e non solo.

«Ciao» parlò Taehyung, cercando di iniziare una conversazione, dato che il ragazzo era solamente fermo davanti al suo tavolo, aspettando una sua ordinazione.

«Cosa posso portarti?» chiese Jungkook, ignorando il saluto del ragazzo.

«Il solito» rispose il castano, e il moro alzò un sopracciglio, rigirandosi per andare al bancone del cafe. Ormai, Taehyung era diventato così un cliente abituale che non aveva neanche più bisogno di pronunciare il suo ordine che Jungkook gliel'avrebbe portato.

Taehyung aspettò qualche minuto, poi vide affiorare il moro con una tazza in mano e, quando Jungkook gliela porse, sussurrò un grazie.

Jungkook lo guardò senza proferire parola, poi fece per girarsi, ma Taehyung lo interruppe ancora.

«Sei sempre di molte parole, vedo» ammise Taehyung, con un tono provocatorio, quasi offeso dal disinteresse dell'altro.

Il moro gli rivolse uno sguardo, rimanendo ancora in silenzio, prima di pronunciare un "tsk", facendo innervosire ancor più l'altro.

«Hey, parlo con te. Cosa c'è, non sono abbastanza importante da degnarmi di una risposta o due?»

«Cosa vuoi che ti dica?» finalmente si decise a parlare l'altro, incrociando le braccia al petto «La storia della mia vita? Cosa ho mangiato a pranzo? Quali sono le mie misure?» parlò ironico.

Taehyung schiuse la bocca, non aspettando una risposta del genere dal ragazzo. Nonostante tutto, trovava intrigante il modo in cui l'altro si stava rivolgendo a lui, la schiettezza e l'ironia nel suo modo di parlare gli fece capire che dietro a quel bel visino e a quel corpo che avrebbe fatto invidia ad una statua greca, si nascondeva anche un bel caratterino. E per quanto riguardava le sue misure, non gli sarebbe dispiaciuto saperne una in particolare. Giusto così, a puro scopo informativo.

S T I G M A ; taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora