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Silenzio. Il silenzio era ciò che rimaneva intorno a Taehyung, mentre vedeva la macchina nera allontanarsi sempre più. Un silenzio però talmente perforante che gli mandava in subbuglio i pensieri.

Ancora stentava a credere a cosa era successo pochi momenti prima. Era stato preso da Red Blood e poi rilasciato.

Jungkook aveva scambiato se stesso con lui.

Per lui.

E perché mai l'avrebbe dovuto fare? Non aveva detto che non gli importava nulla di lui? Così aveva letto nei messaggi. O forse no? O forse si sbagliava? O forse, gli importava?

Forse era Bogum che-

Bogum.

Al solo ripetere quel nome nella mente, al solo pensiero di quel volto che un tempo aveva amato tanto ma che adesso sapeva essere dietro a tanto dolore provocato a lui, a Jungkook e a Stigma, il castano sentì il sangue ribollirgli nelle vene.

Jungkook era lì, nelle mani di Red Blood, e chissá quanto sarebbe potuto rimanere lì ancora vivo, prima che gli piantassero una pallottola in fronte.

Taehyung respirò forte, girandosi di scatto per correre via. Doveva avvisare Yoongi il prima possibile. Doveva avvisare il suo boss che Red Blood aveva scagliato la prima pietra. E che aveva Jungkook. Dovevano salvarlo.

Fece per fare un passo in avanti, ma con la coda dell'occhio vide un oggetto a pochi passi da lui. Si avvicinò, abbassandosi e prendendo in mano la pistola di Jungkook, abbandonata lì a terra.

Il moro non se ne separava mai, eppure, non aveva esitato un attimo a lasciarla cadere, pur di salvare l'altro.

Taehyung la strinse, prima di metterla al sicuro all'interno dei suoi pantaloni e correre dritto a Stigma. Non una pausa, non un momento di esitazione nel suo tragitto.

Arrivò quasi un'ora dopo a quell'alto edificio così familiare ormai, e vi entrò con un gran trambusto, facendo girare le facce lì presenti.

Corse in ascensore, spingendo il decimo piano e quando le porte si riaprirono, scattò verso la stanza di Yoongi, spalancandola senza pensarci due volte.

Il boss era lì, con solamente una camicia e un paio di pantaloni d'abito e probabilmente quello era l'outfit meno elegante in cui il castano l'avesse mai visto.

Alla vista dell'altro, Yoongi corrugò le sopracciglia, leggermente infastidito dall'improvvisa entrata del minore, che non si era neanche degnato di bussare alla porta.

«Yoongi... Hyung...» ansimò Taehyung, piegandosi in avanti e poggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.

«Taehyung, che cosa ti porta qui così all'improvviso?» disse solamente il boss, cercando di capire il motivo della visita inaspettata dell'altro.

«Jungkook è... Jungkook è-» continuò il castano, cercado di formulare una frase, visto il suo respiro affannato.

Al sentire il nome del moro, il boss rizzò le orecchie, assottigliando gli occhi.

«J-Jungkook è stato preso...» parlò di getto Taehyung «Red Blood... Red Blood l'ha preso»

Per un momento l'uomo dalla chioma argentea rimase in silenzio, i suoi occhi si spalancarono per un momento, poi si alzò di scatto, avvicinandosi a Taehyung, prima di prendergli le spalle e scuoterlo un po'.

«Che vuoi dire?» chiese Yoongi incredulo, ormai avendo perso la sua compostezza.

«L'hanno preso, al posto mio, è stato preso, io, io-»

S T I G M A ; taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora