Albachiara

24 6 4
                                    

I miei occhi si perdono nel vuoto. All'improvviso mi sembra che il salotto si stia allagando, poi mi accorgo che sono le lacrime che spingono per uscire dagli occhi e rigare le mie guance. Tiro su il naso due volte, mi stropiccio gli occhi con l'estremità delle maniche della felpa. Metto spotify sul telefono e clicco sulla nostra canzone preferita "Albachiara". Metto a tutto volume. Quel silenzio mi sta uccidendo.

"Diventi rossa se qualcuno ti guarda e sei fantastica quando sei assorta, nei tuoi pensieri..."

Sento delle chiavi, sento la porta aprirsi! Ah, è mia madre.

«Abbassiamo la musica o aspettiamo che i vicini chiamino la polizia?» mi rimprovera, come è suo solito, appoggiando le borse della spesa sul bancone della cucina. Poi si ferma, vede i miei occhi rossi e gonfi.

«Intanto anche se chiamassero la polizia, non verrebbe. È troppo occupata a cercare A..Alba» non ce l'ho fatta. A nominare il suo nome sono scoppiata a piangere; mia madre si siede vicino a me, abbracciandomi forte.

Avevo bisogno di sentire protezione. Sono stata da sola a metabolizzare l'accaduto per troppo tempo. Le spiego tutto tra un singhiozzo e un singulto. Cerca di consolarmi ma capisco dalla sua voce che anche lei non crede alle sue parole. Rimaniamo abbracciate, in silenzio

"E quando guardi con quegli occhi grandi.
forse un po' troppo sinceri, sinceri, sinceri.
si vede quello che pensi, quello che sogni!"

Guardo la tv spenta. Ricordo quando da piccole io e Alba cantavamo, di fronte a quella, tutte le canzoni di Campo Rock, un programma che vedevamo a 8 anni. Cantava bene lei. Ero io ad averle consigliato di iniziare un corso di canto. Credevo molto nelle sue capacità.

Guardo poi il tappeto bianco del salotto. Ricordo quando avevo versato, in un pomeriggio d'estate, il succo di frutta e lei mi aveva aiutato a spostare il tappeto sotto il divano così che la macchia non si vedesse. Sempre state compagne di crimini.

Chino leggermente la testa, senza dare sospetti, per vedere se la macchia è ancora lì; sono passati più di 2 anni..me ne ero scordata fino a questo momento. Il mio movimento risveglia mia madre dai suoi pensieri, si alza e va in camera. Penso che voglia chiamare la signora Olivetti.

La canzone è finita, ma continuo a canticchiarla in testa.
Perché è sparita? Se fosse scappata me l'avrebbe detto, mi diceva tutto. Se fosse stata rapita...non ci voglio nemmeno pensare. Non può essere. Punto.

Apro la galleria del telefono. Scorro le foto, l'ultima foto fatta insieme risale alla sera di mercoledì, due giorni fa, il giorno del suo 17esimo compleanno. Ancora due mesi e diventerò sua coetanea, nonostante sembri più piccola di lei. Beh sono più bassa di 10cm (sono 1'60m) e siamo diverse in tutto.. Da sempre invidiavo la sua pelle, mulatta (suo padre veniva dal Brasile). I suoi capelli, poi..riccissimi e neri..bellissimi! Io invece sono bianca pallida, con capelli né rossi né ramati. Non per niente per tutto il periodo dell'asilo mi chiamavano "pel di carota". Lei era l'unica ad essermi stata vicina.
Mi tocco il polso, sistemo il braccialetto di stoffa che mi aveva regalato il primo anno di scuola elementare: in qualche modo era ancora vicino a me.

MISSING FRIEND.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora