Capitolo Diciasette ~ Forever With You

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Millie's Pov
Soltanto altre due volte in vita mia avevo provato un'emozione così travolgente: quando era nata Mia e quando avevo rivisto Finn dopo un anno e mezzo di lontananza.

Il giorno del matrimonio si avvicinava sempre di più. Non riuscivo ancora a crederci, era successo tutto così in fretta.
Certe volte la vita è proprio strana. Ti frulla fino a farti credere di non avere più scampo e poi come se nulla fosse ti spinge sulle nuvole.

Bianco, bianco avorio, bianco ottico?
Erano questi i tre colori di abito che la commessa mi aveva proposto non appena arrivata in boutique. Quello era l'unico punto su cui avevo le idee chiarissime, quindi avevo risposto nel giro di un secondo: bianco.
Volevo essere una sposa nella maniera più classica possibile del termine, anche se avendo già una figlia, per quei cattolici più conservatori, non meritavo neppure di entrare in chiesa.
Ma per esperienza avevo imparato a fregarmene delle opinioni della gente. Non si può piacere a tutti, l'importante è piacere a se stessi.

Dopo aver sfogliato due sottili cataloghi di abiti - purtroppo per via dei tempi ristretti, non avevo un'ampia scelta - e averne individuato qualcuno che mi piaceva, ci avevano fatto spostare nel camerino. Camerino era troppo riduttivo, diciamo pure che era uno spazio più ampio rispetto a quello a cui aveva accesso il pubblico. Il pavimento era ricoperto da morbida moquette color cammello e le luci brillanti si riflettevano sulle superfici bianche dell'arredamento creando preziosi bagliori nell'aria. C'erano dei lunghi armadi senza ante dov'erano allineati decine e decine di vestiti, atelier Emè, pnina tornai... mentre altri erano elegantemente esposti su alcuni manichini.

Stare lì dentro mi faceva sentire una principessa, ma poi fissavo la mia figura riflessa allo specchio e... mi sentivo un cupcake, uno di quelli americani, giganteschi e pieni di decorazioni.
«Che ne pensa di questo, signorina? Le sta molto bene» si complimentò implacabile la commessa bionda. Era il quarto vestito che misuravo e per tutti e quattro mi aveva detto le stesse cose. Credibilità zero. Piegai il viso verso mia madre e Sadie, la mia migliore amica, sedute su due poltroncine in mezzo alle quali c'era Mia dentro il passeggino.
«Che ne dite?»
«No. Decisamente.» La mamma rifiutò senza mezzi termini, la sua faccia schifata per poco non mi fece scoppiare a ridere.
«Mmm, sono sicura che potresti trovare di meglio» rispose Sadie più diplomatica, ma dalla sua espressione mi stava chiaramente urlando che dovevo togliermelo di dosso il prima possibile. Le feci un sorriso d'intesa, colmo anche di tanta felicità. Averla vicina significava molto per me e apprezzavo il fatto che avesse preso una settimana di ferie per starmi accanto, per poi dover ritornare di nuovo un paio di giorni prima del matrimonio.

Tornai a rivolgermi alla commessa, che con un sorriso di circostanza aspettava una mia parola.
«Non sono convinta neanche di questo, vorrei provarne un altro.»
«Ma certo. Aspetti qui qualche minuto, gliene faccio vedere uno della nuova collezione arrivato questa mattina.»
«Va bene.» Mi aiutò a spogliarmi da quella trappola e poi si dileguò dietro a una porta a soffietto.
Indossai una vestaglia di seta, datami in concessione dalla stessa boutique, e a piedi nudi raggiunsi le mie tre accompagnatrici, anzi due accompagnatrici e mezzo.
«Era terribile» sibilai assicurandomi che alle mie spalle non ci fosse nessuno. «Come ha potuto dirmi che mi stava bene?»
«È il suo lavoro, deve vendere» rimbeccò mia madre, sistemandosi con cura un ciuffo di capelli scuri sulla fronte.
«Non costerebbe niente un po' di sincerità, spenderò comunque qui i miei soldi e sarebbe bello che il giorno del matrimonio somigliassi il più possibile a una sposa e non a un'anatra ingozzata.»

«Mamamama.» Mia si sbrodolò mentre cercava di afferrare le farfalle cucite nella fodera del passeggino. Il suo ditino grattava inesorabile il rivestimento mentre pronunciava sillabe a caso. Le sue gambette paffute spuntavano da sotto una gonna di velluto blu e io avevo tanta voglia di mordergliele. Quando sarebbe diventata grande le avrei mostrato tutti i video e le foto che Sadie stava facendo con il suo cellulare e le avrei detto: c'eri anche tu!
«Eccomi qui, scusate l'attesa.» La commessa interruppe la nostra discussione. La raggiunsi dietro il paravento e lasciai che mi aiutasse a indossare l'ennesimo abito. Riflettei che se anche quello non mi fosse piaciuto, avrei dovuto prendere un altro appuntamento perché era quasi ora di chiusura ormai. «Può andare a darsi un'occhiata» mi incitò la commessa con un lieve velo di sudore sulla fronte.

An Endless Night ~ Fillie ~ Forever With YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora