Capitolo Sedici ~ Forever with you

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Millie's Pov
«Tesoro, chiamami se hai bisogno di qualcosa.»
«Va bene, mamma.»
Come non facevo da un secolo mi sporsi verso di lei e la stritolai in un abbraccio soffocante. Strizzai gli occhi per trattenere lacrime di felicità accorgendomi di quanto mi fosse mancato quel tipo di contatto, quell’assenza di muri che per un motivo o per un altro ci tenevano sempre un po’ a distanza.
«Grazie» sussurrai al suo orecchio.
«Significa moltissimo per me.» Lei si limitò a sospirare e a darmi qualche pacca sbrigativa sulle spalle, come se non vedesse l’ora di dileguarsi. Probabilmente non era ancora riuscita a metabolizzare l’accaduto e aveva bisogno di starsene da sola per rimuginarci su. Da un lato potevo capirla. Era sempre stata irremovibile su Finn, chiusa ermeticamente nelle sue idee, per cui aver ceduto, o comunque compiuto un passo indietro, doveva essere alla stregua dell’inverosimile per lei.
«Ora vado, si è fatto tardi. Gerard è già a casa.» Gerard era il suo nuovo compagno,
«Okay.» Inclinò la testa per dare un’ultima occhiata imperscrutabile a Finn. «Ciao» lo salutò impettita, andando poi via. «Ciao» replicò lui studiando perplesso l’uscio ormai vuoto.

Mi posai una mano sulla bocca per non scoppiare a ridere e poi chiusi lentamente la porta finché non udii la serratura scattare.
«Ti ha salutato davvero, o ho sognato?»
«Mi ha salutato davvero» replicò divertito. «Quel “ciao” sembrava più una bestemmia che altro, ma suppongo che migliorerà con il tempo.»
«Non ci credo!» Corsi verso di lui e gli saltai al collo sbaciucchiandogli tutto il viso. «Oddio, non ci credo!»
«Be’ se devo essere sincero nemmeno io.»
«Grazie per averci provato. Grazie infinite.» Lui mi afferrò i fianchi sfregando i pollici sulle mie costole e le sue labbra scivolarono sulle mie con morbidezza.
«Chi ti ha detto che sono stato io?»
«Sbaglio?» Mi accarezzò i capelli, gli occhi puntati nei miei, le sue corde vocali che si preparavano a produrre il suono della voce, ma che venivano bloccate dalle sue intenzioni. Il mio cuore mancò un battito.

Non avevo bisogno di conferme, sapevo qual era la verità, ma capii che Finn avrebbe preferito credessi che fosse stata mia madre a prendere l’iniziativa, a fare un gesto d’amore nei miei confronti. Era semplicemente il suo modo per proteggermi dalla delusione. Come poteva un uomo avere in sé tutte quelle qualità? Dove custodiva la delicatezza dei suoi gesti, dei suoi pensieri, di ogni sua azione?

Gli presi il viso fra le mani e lo baciai con tutto l’amore che avevo dentro.
«Ti amo così tanto.»
«Io di più.»
«Non so proprio cosa farei senza di te.»
«Non lo saprai mai, io sarò sempre con te.» Mi mordicchiò la guancia con dolcezza, il suo cuore che batteva regolare contro il mio. «Sempre che tu non abbia intenzione di lasciarmi morire di fame. Adesso, per esempio, ci sono molto vicino.» Ridacchiai e mi sollevò da terra reclamando di nuovo la mia bocca. Per qualche secondo mi godetti il suo sapore, il tocco pretenzioso della lingua e il suo corpo che mi avvolgeva in una morsa rassicurante. Deliziosi formicolii iniziarono a percorrermi la pelle, il sangue si scaldò in fretta e mi ritrovai a mugolare di piacere.
«Questi versi mi fanno impazzire» bisbigliò con voce che trasudava eccitazione.
«Meglio smetterla o alla fine mangerò te invece della cena.»
«Io non ho nulla da ridire.»
«Tu no, ma Mia sì.»

Oddio, mi ero quasi dimenticata di lei!

«Dov’è?» Finn mi rimise giù e con il mento indicò l’angolo della stanza. La nostra piccola era seduta nel box con le dita aggrappate alla morbida retina bianca a mo’ di prigioniera. Il suo sguardo era fisso su di noi, annoiato, con tanto di palpebre semichiuse. Mi scappò un singhiozzo di ilarità. «Cosa starà pensando?»
«Che ha dei genitori patetici.» Finn scoppiò a ridere gettando la testa all’indietro. «Ero convinto che si fosse addormentata mentre discutevo con tua madre, ma dev’essersi svegliata non appena l’ho sistemata nel box. Comunque mi sono accorto che più andiamo avanti e meno dorme.»
«Pensa quando sarà adolescente e le dirai di andare a letto dopo cena. Ti scoppierà a ridere in faccia.»
«Per favore…» Si passò una mano sul volto, afflitto.
«Immagino già le serate sul divano ad aspettare che rientri, i mille film che farò nel frattempo e le punizioni che le darò a priori solo perché ho paura che le succeda qualcosa di brutto.»
«Paranoico.»
«Sono realista. Il mondo fa schifo, e per le donne un po’ di più.» Con gli occhi della mente visualizzai un Finn maturo alle prese con una ragazzina iperattiva e mi venne da ridere a crepapelle. «Sarebbe stato meglio se fosse nato un maschio?»
«Amo Mia e non vorrei risultare sessista, ma decisamente lo avrei preferito. Con i maschi si hanno meno preoccupazioni, invece ora dovrò abituarmi all’idea che lei voglia indossare i tacchi per sculettare in giro il sabato sera.»
«La seguirai, eh?»
«Ci puoi giurare. Nessuno metterà le mani su di lei.» Sospirai e ruotai gli occhi al cielo: padre e figlia mi avrebbero dato filo da torcere.

An Endless Night ~ Fillie ~ Forever With YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora