1. La Masseria

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26 Settembre 1995

-No, Non posso Cris- avevo detto con la cornetta del telefono appoggiata sul viso e il filo che lo collegava attorcigliato alle mia dita ancora sporche a causa del carboncino che avevo usato per disegnare una decina di minuti fa.

-Come? È la quinta volta che mi dai buca. Cos'hai di meglio da fare che venire con me alla sala giochi?- aveva l'aria quasi arrabbiata, e un po' lo compativo... ma da quando Luca si era trasferito nel mio quartiere, avevo altro da fare nei miei pomeriggi d'autunno

-Si lo so ma sai com'è... per domani c'è tanto da studiare, e poi stasera sono da mia Zia... ricordi?- 
Davo sempre la colpa alle stesse cose;
O ero impegnato a studiare o con i parenti... o magari come quel giorno, con entrambi. Non che l'idea della sala giochi non mi piacesse, ma preferivo stare con Luca per dare vita al nostro progetto.

-Va bene Tim, a domani- disse con aria svogliata. Non ci perdeva neanche più tempo a convincermi, e forse era meglio così.

-A domani- risposi, attaccando il telefono, mentre alle mie spalle avvertii una leggera risata. Era Luca, riferendosi all'ennesima bugia che avevo raccontato al mio migliore amico.

-Se fossi in te, lo scaricherei del tutto... i videogiochi sono per bambini- sospirò dando un leggero sguardo verso la tv del mio salone con sincronizzato Happy Days su Rai Uno. -un film è molto meglio di stare davanti ad una cassa a smanettare qualcosa cercando di fare il nuovo record di Super Mario- sospirò -il cinema è il passato, il presente e il futuro- poi indicò la tv -Ci saremo noi un giorno li- sorrise

-Non se prima non troviamo il posto giusto dove registrare- Dissi, mentre mi spostavo i capelli dalla faccia. in quei cinque pomeriggi, ci eravamo impegnati a trovare la giusta location, senza risultati... ciò che trovavamo erano solo vecchi trulli abbandonati e campi infiniti di ulivi.

-È proprio per questo che ti ho detto di venire con me anche questo pomeriggio. Non dobbiamo più cercare Timotheè- disse -Non immagini cosa ho trovato ieri sera- Era emozionato solo nel pronunciare quelle poche e semplici parole. Luca era un paio di anni più grande di me, era molto famoso a scuola in quanto suo padre aveva un importante azienda in zona. Anche se non aveva dei bei voti, e si trovava ancora in secondo superiore, era pieno di aspirazioni nel campo del cinema e diceva che io, avendo origini Americane, dovevo aiutarlo nella realizzazione del film, in quanto in America erano più avvantaggiati.

Al termine delle sue parole, la tv non diede più segnale, quindi mi avvicinai per spostare l'antenna ma Luca mi fermò -No fermo, non abbiamo tempo da perdere- era già davanti la porta d'ingresso, pronto ad uscire per mostrarmi la sua tanto attesa scoperta.

Pochi minuti dopo, ci trovavamo in sella alle nostre biciclette, diretti in quel posto, di cui io non sapevo ancora niente.  Seguivo Luca, intento a pedalare velocemente tra i sentieri in mezzo alle campagne che oltrepassavamo. Passammo sopra un ponte in legno da dove non passava più nessuno da quando avevano fatto la tangenziale dall'altra parte del paese, esso si affacciava sopra uno dei laghi annessi al mare, vedevo le alghe galleggiare e le piante che ne crescevano sopra... avevo sempre le vertigini in quanto era altissimo... Sentivo fruscio degli alberi smossi dal vento, accompagnava il rumore metallico e quasi fastidioso, proveniente dal pesante zaino che Luca aveva in spalla. Stanco di pedalare, guardai per un attimo l'orologio in cuoio che avevo al polso, il quale segnava le 17.42 . Erano trenta minuti che pedalavamo sul terreno rosso umido di quelle campagne disabitate, ed iniziai a domandarmi quando saremmo arrivati. -ci vuole ancora molto? Credo che mi stia venendo un crampo alla coscia- non ricevetti alcuna risposta e sbuffai cercando di pedalare senza farmi fermare dal crampo, con la speranza che non ci fossimo persi. Era la prima volta che mi allontanavo così tanto dal paese, di solito andavamo nei dintorni, senza allontanarci troppo, ma come ho già detto, non trovavamo niente di interessante da riprendere. Avevamo bisogno di un posto abbastanza isolato e cupo,  e di certo un trullo dal tetto crollato non era il luogo adatto. Anzi, era molto squallido... niente sarebbe mai stato all'altezza di ciò che vidi molto poco dopo.

ATELOFOBIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora