2. Luoghi abbandonati

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30 settembre 1995

Erano passati quattro giorni da quando Luca mi aveva fatto vedere la masseria abbandonata per la prima volta, e non c'era un pomeriggio che non passavamo li a pulire le camere interessate alla ripresa del film. Non avevamo ancora ripreso nessuna scena, solo qualche panoramica della masseria e dell'ambiente che la circondava. Ne i miei genitori, ne quelli di Luca sapevano del nostro progetto. Perché? Perché per loro il film festival di fine anno a scuola, era una stupidaggine. Preferivano farmi studiare per partecipare ai concorsi di fisica o di biologia, a cui però non avevo mai partecipato, e non avevo interesse a parteciparci. Il nostro piano era quello di iscriverci al festival che si sarebbe tenuto il 6 giugno, e far uscire il nostro film senza dire a nessuno delle nostre riprese. Luca diceva che qualcuno avrebbe potuto copiarci... ed in effetti era molto plausibile. Ricordo che l'anno scorso giravano molte voci sui film che si sarebbero presentati, ed infatti, tutti i film sono stati una grande delusione in quanto tutti i concorrenti si erano scopiazzati tra di loro, realizzando poi dei film molto simili tra di loro. Ma il nostro doveva essere un film originale e ben diretto. La trama la scrissi io: è anche per questo che Luca aveva deciso di avviare il tutto. Io e Luca, pur essendo compagni di classe, non ci eravamo mai parlati più di tanto, forse per le conoscenze diverse, o forse anche perché lui era più grande di me di due anni, fatto sta che quando si trasferì in una casa abbastanza vicina alla mia, abbiamo iniziato a parlare del più e del meno, fino a far uscire l'argomento della passione per il cinema... E quando gli parlai della mia trama per un "probabile film" gli si illuminarono gli occhi. Il nostro film avrebbe dovuto parlare di due dottori che dopo aver dato un nuovo farmaco al loro paziente, l'ultimo si sarebbe trasformato in zombie... Nessuno aveva mai portato un film del genere al festival, ed eravamo convinti che, se fosse stato registrato bene, sarebbe potuto essere il nostro biglietto di sola andata per vincerlo. Era quasi tutto pronto, l'unica cosa che ci mancava era un terzo attore.

Quella mattina, mi trovavo in classe, la professoressa aveva portato all'interno della classe il carrello con sopra la solita tv grigia con cui solitamente guardavamo documentari e altre volte, se fortunati, ci facevano vedere dei film. Ma quel giorno non fu uno di quelli. La professoressa che ci insegnava storia dell'arte, aveva portato una cassetta riguardante un documentario sulle strutture di Pompei. Non appena la classe diventò buia, e la professoressa fece calare il silenzio in classe, avviò il documentario spingendo la cassetta all'interno del lettore al di sotto dell'ingombrante tv. All'interno della classe si sentiva ancora qualcuno bisbigliare verso i primi banchi, ma la professoressa non ci fece molto caso. Cristiano ed io, in quanto agli ultimi banchi, eravamo ben nascosti dietro ai nostri compagni di classe e quindi ci eravamo messi a giocare a tris in un foglio a quadri stropicciato e strappato dal quaderno di fisica, con ancora degli appunti risalenti forse a due settimane fa. Giocammo per una decina di minuti, e vincevo sempre io... il gioco iniziava ad annoiarmi, e la lezione sembrava non finire mai.

-Ho vinto!- esclamò Cristiano dopo 15 partite, facendomi il dito medio, mentre io gli risposi mimando un sorriso e facendo un cenno con la testa, quasi in segno di resa. Dopo tanta noia, avevo deciso di farlo vincere quando, pochi attimi dopo, una voce femminile proveniente dal banco accanto al mio e quello di Cristiano, attirò la mia attenzione.

-Questi luoghi abbandonati sono così belli- disse Arianna tra se e se.
Arianna era una mia compagna di classe, nonché mia amica d'infanzia. Aveva i capelli di un biondo leggermente ramato raccolti in una coda di cavallo, e un bracciale dorato che rifletteva la luce della televisione. Notai che era seduta in un banco singolo, e non in uno doppio come quello mio e di Cristiano, o come quello di Luca; davanti a lei.

-Allora dovresti venire a vedere un posto con me e Timotheè- Luca si girò verso di lei, facendo attenzione a non parlare troppo forte da farsi sentire dagli altri compagni, e dalla professoressa... che però come immaginavo, era accovacciata verso la cattedra e troppo interessata alla sua rivista, per dare attenzione ai bisbigli che si propagavano verso gli ultimi banchi.

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