9. Decomposizione

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16 ottobre 1995

-So dov'è- dissi deciso afferrando il braccio di Luca, prima che potesse uscire dall'entrata principale dell'edificio scolastico. Li dive tutti i nostri compagni di scuola si stavano dirigendo in seguito al suono della campanella, che indicava la fine delle lezioni.

-Cosa vuoi disabile?- mi rispose Luca, con tono infastidito, guardando il mio braccio ricoperto di gesso. Continuava ad insultarmi e ad evitarmi in continuazione senza motivo, avevo il sospetto che lo facesse per farmi allontanare dalla sua persona, ma non potevo proprio farlo. Oramai eravamo entrambi dentro quel casino, ed avevo bisogno dell'aiuto di qualcuno che sapesse della vicenda.

-È viva- sussurrai

-Ma come hai fatto a romperti il braccio?- mi chiese facendo una smorfia, cambiando discorso.

-...Mi sono rotto le dita. Me le sono rotte cadendo- dissi -E poco dopo l'ho vista-

-Cosa?- mi chiese -No- rise -Non è possibile- alzò gli occhi al cielo, e fece per andarsene ma io insistetti fermandolo nuovamente.

-Mi ha parlato- dissi -Ti dico che mi ha parlato... ed è arrabbiata- per un attimo Luca sembrava intendermi... ma subito dopo scosse la testa.

-Oltre ad esserti rotto le dita ti sei anche bevuto il cervello?- sbottò ironicamente, dando per un secondo un'occhiata alla gente attorno. La scuola si svuotava velocemente mentre io e lui ci scambiavamo quelle veloci e brevi parole.

-No.- risposi in tono secco -Era lei. In carne ed ossa- dissi -Lei è nel bosco... dobbiamo solo andarla a prender- venni interrotto da Luca, che mi afferrò un braccio.

-Non possiamo continuare a parlarne qua- disse facendomi cenno di uscire dalla porta principale. Capii cosa voleva fare, ed uscimmo. Oltrepassammo il cancello a passo veloce, togliemmo il catenaccio dalle nostre bici ed iniziammo ad allontanarci dalla scuola... e dalle persone.
-Senti- mi disse guardandosi intorno, non appena svoltammo un vicolo e ci imbucammo in una viuzza senza nessuno in giro che potesse ascoltarci.
-Andiamo da Arianna ok?- disse con tono serio. Ero meravigliato dal suo comportamento, non pensavo che si sarebbe convinto con così tanta facilità.

-Si- risposi -Ti sei convinto- dissi -Dobbiamo solo andarla a cercare nel punto in cui l'ho vista- Notai che Luca era già in sella e pronto per partire.

-Andiamo?- mi chiese

-Adesso?-

-E quando se no?- in seguito borbottò qualcosa a bassa voce ma non capii le sue parole, le disse troppo piano.

-Cosa?-

-Niente. Forza andiamo- iniziò a pedalare ed io lo seguii. Sembrava tutto troppo facile e allo stesso tempo troppo strano... continuai a chiedermi se si fosse veramente convinto, se fosse veramente bastato così poco per convincerlo. Era forse spaventato? O solo impaziente di vedere Arianna viva? Perché io ero entrambe le cose. Cosa avrei detto una volta aver trovato Arianna? Cosa le avrei detto? Scusa? Non sarebbe mai bastato... niente sarebbe bastato. Riuscivo a sentire il suo dolore e la sua rabbia, erano dei sentimenti così forti che anch'io riuscii a percepirli dentro di me, come un dolore fisico. Il ricordo del giorno alla masseria continuava a sfiorarmi la mente, ma in quel momento pareva tanto offuscato dall'entusiasmo di poter sistemare le cose... Ma allo stesso tempo rabbrividivo al pensiero di quella sera, di quell'accaduto di soli tre giorni prima.... Solo, nel bosco... con quella figura scura e inquietante che continuava a parlarmi, a perseguitarmi.... Arianna? Sono realmente sicuro che quella fosse Arianna? Continuai a chiedermelo, continuai a chiedermi se quella fosse solo una proiezione del mio stesso cervello... e continuai a dirmi che quella era proprio Arianna, aveva bisogno di aiuto... era lei, che per tutti questi giorni si è nascosta nel bosco, per paura forse... ma paura di cosa?
I miei pensieri si interruppero quando mi accorsi che non stavamo andando verso il mare, ma verso i lago. Mi resi conto di non aver mai detto a Luca dove vidi Arianna, e quindi cercai di farglielo presente.

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