11. Crocifisso

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2 Novembre 1995

Mi sono sempre chiesto se esistesse veramente il destino o se fosse solo una piccola storiella raccontata e replicata in continuazione. Qualcosa nell'andamento di quella storia che mi apparteneva, non andava. Era come se fosse destino che il corpo di Arianna non venisse ritrovato: Il 17 ottobre 1995, dopo essersi accertati che tutto il fuoco venne spento, cercarono Arianna all'interno di quella struttura oramai a pezzi ma non hanno trovato nulla, anzi hanno avuto Arianna davanti agli occhi ma non se ne sono accorti. Com'è pssibile una cosa del genere? Come hanno potuto non trovarla? Continuavo a sperarci, volevo a tutti i costi dire la verità, ci furono momenti in cui volevo proprio andare dalla polizia e raccontare tutto... ma mi sono sempre ritirato, ho sempre avuto troppa paura riguardo questa storia e continuo a trascinarmela dietro, non sopportavo più di vedere i visi vuoti e infranti dei genitori di quella povera ragazza, ma soprattutto non sopportavo più di vedere Arianna dentro la mia testa. Era lì, il primo pensiero che avevo al mattino, sempre al primo posto, sempre lì a fissarmi con quegli occhi vuoti. Dato che nessuno stava più cercando Arianna e che anche se era passato poco più di un mese, non sembrava che le indagini prendessero alcuna svolta e iniziai a reprimere quel ricordo, iniziai a pensare che non fu mai accaduto, che Arianna fosse solo sparita, cercai di diventare come gli altri, ignaro di scoprire cosa le fosse successo... ma lei era sempre lì, impressa e indelebile, poteva anche sbiadire ma era sempre pronta a tornare nei miei momenti più bui.
Dopo l'incendio alla masseria, passai alcuni giorni in tranquillità... . Luca tornò non appena apprese la notizia che nella masseria non c'era alcuna traccia di Arianna, nonché dopo qualche ora. Mi stavo auto convincendo che Arianna sarebbe diventata solo una delle tante persone scomparse e mai ritrovate... mi stavo auto convincendo che questa storia fosse finalmente finita, che avrei smesso di vederla in un modo o nell'altro, che da li a poco avrei trovato una via di uscita da questo casino... ma il 2 Novembre 1995 la polizia arrivò "finalmente" a una piccola svolta, e fu lì che tornarono i guai nella mia vita.
Quel giorno mi trovavo al centro del paese, mi stavo recando in biblioteca per una ricerca scolastica in compagnia di Maria, una ragazza un po' mascolina con lo skate sempre sotto il braccio e i capelli rossi che avevo conosciuto qualche anno prima al parco del paese, quando mentre chiacchieravamo su qualcosa come i vinili non ricordo bene, ci fermammo a pochi metri dalla biblioteca perché vedemmo in lontananza un sacco di gente davanti ad una casetta in mattoni rossi coperti da un'edera arrampicante.

-Ma cosa succede?- mi chiese Maria, non seppi risponderle al momento ma mi feci prendere subito dal panico perché come al mio solito il mio pensiero andava sempre a cadere sulla stessa cosa, sulla stessa persona e sullo stesso fatto. Tutto mi riportava ad Arianna, qualsiasi cosa... Erano tutti radunati attorno a questa casetta e guardavano attentamente verso l'interno. Io e Maria ci avvicinammo a quel gruppo di curiosi, e mi accorsi che erano presenti due volanti della polizia e tre poliziotti in mezzo alla folla, capii subito che era qualcosa di grave. Nel nostro paese non si era mai vista una cosa del genere, quella era proprio una novità per tutti.

-Senta, sa cosa sta succedendo?- chiesi ad un uomo anziano che si trovava accanto a me, schiacciato tra il mucchio di persone.

-Non so esattamente ragazzo... a quanto ho sentito sembra che stiano perquisendo la casa- mi rispose senza distogliere lo sguardo da quella scena strana e insolita. "Perquisendo la casa" ripetetti nella mia mente "Non si è mai sentita una cosa del genere qui" pensai

-Merda- dissi a bassa voce

-Hai detto qualcosa?- mi chiese l'uomo dalla barba bianca

-No, no niente- risposi. -Dimmi che non c'entra niente Arianna- sussurrai -Dimmi che non c'entra niente- sussurrai così piano che io stesso feci fatica a capire se stessi mettendo fiato oltre che muovere le labbra.
Dopo pochi minuti uscì un agente con dei guanti verde acqua che teneva una bustina trasparente con qualcosa di piccolo e metallico all'interno, era troppo lontano per capire di cosa si trattasse. Accanto a lui si materializzò la figura di un'altro agente, anch'esso indossava un paio guanti dello stesso colore, ma a differenza del primo agente lui teneva sotto braccio un ragazzo... e non si trattava di un ragazzo del tutto sconosciuto alla mia vista.... si trattava di Marco Rossi.

ATELOFOBIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora