6. L'avrebbe mai scoperto qualcuno?

11 1 0
                                    


3 Ottobre 1995

Mi svegliai il giorno dopo, nel letto di camera mia, con un forte mal di testa, gli occhi mi bruciarono nell'impatto con la luce, e me li strofinai con i pugni delle mani per fermare quella fastidiosa sensazione. Sentivo la bocca completamente impastata dal sonno... ciò voleva dire che ero finalmente riuscito a dormire, anche se non ricordavo cosa avessi sognato quella notte. Mi misi a sedere sul letto, e guardai verso l'orologio a lancette posto sopra la mia scrivania... erano le 14:55.
"Ma com'era possibile?" Mi chiesi
L'ultima cosa che ricordavo era che stavo svolgendo il compito di matematica, "ma come? Forse era un sogno?" Mi chiesi nuovamente... ero alquanto sicuro che non lo fosse, anche se però ciò avrebbe spiegato le visioni strane che comparvero. I ricordi di quella scena riapparvero con calma nella mia mente, e piano piano ricordai tutto... i numeri che si muovevano per il foglio, la frase calcata, Cristiano preoccupato, la professoressa sospettosa, io che strappo il foglio... e inspiegabilmente Arianna. "Era impossibile però" pensai, " Arianna non poteva essere lì" ed in effetti avevo ragione, i morti non tornano. Iniziai ad auto convincermi che le allucinazioni che avevo avuto quel giorno, erano solo frutto di un sogno e mi rasserenai per un attimo, ma il pensiero di Arianna tornò subito nella mia testa, ed il senso di rimorso con essa. Ero già sicuro, che non me ne sarei liberato mai più, che quel segreto me lo sarei postato alla tomba.
Cercai di alzarmi in piedi, ma avvertii subito un capogiro, e caddi sul letto in cui prima ero seduto. Non capivo cosa mi stesse succedendo, ero confuso... e spaventato. Un cigolio verso la porta della mia stanza, attirò la mia attenzione. Si trattava di mia madre

-Ti sei alzato finalmente- Spalancò la porta -Come ti senti?- mi chiese uscendo il termometro dalla tasca del suo grembiule

-Pesante- risposi spostandomi i capelli sudati dalla fronte. Mi sentivo un peso anche per me stesso. Mia madre mi alzò un braccio, e mi mise il termometro sotto l'ascella.

-Ho la febbre?- chiesi confuso

-Beh direi che sia una fortuna che tu abbia solo la febbre, ma non ti ricordi ieri?- mi chiese -Che spavento che hai fatto prendere a me e a tuo padre quando la scuola ci ha chiamati-

-Ieri? In che senso?- replicai

-Sei svenuto in classe e ti hanno portato in infermeria, avevi la febbre alta e ti abbiamo portato a casa non appena ti sei svegliato- le sue parole erano nulle nella mia memoria, non ricordavo di essermi svegliato da nessuna parte prima di quell'attuale risveglio. Mi resi conto che avevo un perfetto buco nero nel cervello. -A scuola erano indecisi se portarti all'ospedale o meno- disse -Non hai parlato per tutto il pomeriggio... ti abbiamo dato qualche medicina e poi sei andato a dormire- disse prendendomi il termometro da sotto l'ascella. Continuai a guardare in giro per la stanza come se stessi cercando qualcosa, ma non cercavo niente a parte i miei ricordi perduti.
-Mhmm... hai 37,5- disse alzandosi dal letto e passandomi una mano nella fronte, spostando i capelli sudaticci che mi rimasero incollati alla testa. -Ti porto un po' di brodo di pollo, tu riposati- Il mio cervello si è spento per 24h dovrei farlo riposare ancora? Pensai, la cosa non mi fece male però... mi sentivo meglio rispetto alla giornata precedente, il mio corpo era malato... ma la stanchezza non era più in me, anzi, sulla mia anima... ora compariva solo il solito senso di colpa. "L'avrebbe mai scoperto qualcuno?" Pensai "e se lo scoprissero? Che accadrebbe?" per un attimo sentii una fitta alla bocca dello stomaco... si trattava della mia ansia, quella era ancora lì e nessuna medicina per la febbre me l'avrebbe tolta. Continuai a concentrarmi sull'accaduto del giorno prima... ma non ricordavo nulla oltre la prima ora di matematica, e non riuscivo a non pensare alla figura di Arianna davanti ai miei occhi. "Perché mi hai fatto questo Timothee?" continuavo a pensarci, era sempre li nella mia testa, la sua voce incrinata, il suo viso tristo e macchiato di sangue.

ATELOFOBIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora