Ch. 24° ( pt. 1 )

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CARICAMENTO DELLA TRAMA...

CARICAMENTO CAPITOLO...

ATTENZIONE: ¡¡¡¡ogni ricordo sta ormai scomparendo!!!!

M3M0RY L0sT

69%...

CH. 24°

# Kim Seokjin's Pov.

Anestetico per menti:

{ Ordinare a un fiore di non fiorire, è come chiedere a un ferito di non sanguinare }


***

Trovare la rosa originale. Cosa intendevi dire con queste parole, Jungkook? Dove vuoi portarci ora che non ci sei più? Guardando attorno a me, in quella stanza dalle mura coperte da foto, disegni, scritte e giornali, mi sentivo completamente perso. Forse, se ti avessi fermato saresti ancora qui e non in qualche luogo dipinto da punti neri. Dopo che quella donna se ne andò, la camera si circondò da silenzio. Non c'erano espressioni adatte per descrivere come ci sentivamo. Se più vuoti di prima, o imprigionati da altra oscurità. Il getto d'acqua che scendeva dal rubinetto dal collo arrugginito, mi riportò alla tempesta di una notte estiva. Mi rintanai nel bagno di quella camera, non riuscivo a stare per troppo tempo in un posto dove erano cadute fin troppe lacrime. L'acqua continuava a scorrere, mentre ispezionavo il mio riflesso allo specchio rovinato e scheggiato. Al centro c'era un buco grande più o meno come un palmo, probabilmente era la forma del pugno che colpì esattamente l'immagine della persona presente in esso. Le fratture nascevano esattamente da quel solco, andando a ramificarsi in tutto il quadrante fino a defluire come piccoli ruscelli ai lati dello specchio. Una scritta si intravedeva in mezzo a quelle radici nere: Tristemente io :(.

Sospirai. Raccolsi con le mani un po' d'acqua, rabbrividendo a causa del freddo messo in contrasto con il mio calore. Immersi il viso in quel pozzo ghiacciato e fu come uno schiaffo violento contro pelle. Bagnai il volto due, tre, quattro volte, scacciando la stanchezza. Ma sapevo che non era solo un fattore fisico. Strinsi i palmi sui contorni del lavabo in metallo, sorreggendo il mio peso sulle braccia tese e tremanti. Schiusi le palpebre e feci lenti e profondi sospiri. Esaminai il mio riflesso un'altra volta, gocce bagnate scivolavano lungo i contorni del viso, "Erano acqua o lacrime quelle?"

Alzai il bordo della maglia, asciugandomi con quella in assenza di asciugamani o panni. Poi, di sprovvista, mi venne in mente qualcosa. «Jungkook passava intere notti qui dentro» aveva detto la donna. Ma se era così, allora... Aprii d'impatto l'armadietto accostato allo specchio e le mie deduzioni si rivelarono esatte. I tre ripiani erano pieni di diverse scatolette arancioni, compresse, pillole in scatola farmacologica. C'era solo quello. Da pesanti sonniferi, agli antidepressivi. Dal paracetamolo, agli ansiolitici in pasticche. Ogni tipo di medicinale, era presente in quel cassetto. "Cosa diavolo ti facevi, Jungkook?"

Diedi un'occhiata alla porta chiusa del bagno, per poi ritornare su quelle compresse. Aggrottai la fronte e un pensiero diabolicamente malsano si riversò nella mia testa. Risentii i fantasmi del passato rifarsi di nuovo vivi, manovrando le mie azioni a loro piacimento. Pensavo, inutilmente, di averli ormai cacciati dalla mia vita. Ero sicuro che non sarebbero mai più tornati. Eppure eccoli lì. Potevo percepirli attraverso il battito accelerato del mio cuore. Mi trasportarono alle memorie di diversi anni prima, quando ero totalmente perso nelle mie paure, nell'ansia che mi prendeva per mano e mi trascinava in un oblio freddo e silenzioso. Quelli che erano ormai degli spetri dimenticati nell'armadio, uscirono dalla loro prigione, riempendo la mia mente di sporchi e infidi ideali. Il suono dell'acqua rotta sul metallo del lavandino, attutiva leggermente il loro frastuono, però il ricordo in cui mi trascinò quel suono era limpido e visibile. Risate, musica, alcol... poi, pioggia, il fischio delle ruote sull'asfalto, un tonfo. Questa era quella che chiamavano: memoria uditiva, quando basta anche un minimo rumore simile o uguale per riportare il cervello indietro di qualche mese o anno, al ricordo dello stesso momento in cui si sentì quel rumore. Chiusi debolmente l'anta dell'armadietto, assieme al frusciare continuo dell'acqua. Quante altre volte mi sarei dovuto subire i perfidi giochetti impartiti dalla mia testa?

The Thread Of Fate - Filo Del Destino.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora