IL PRIMO INCONTRO

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Alzo lo sguardo per guardarlo meglio. Appena alzo gli occhi lui mi guarda. Rimaniamo a guardarci per circa 5 minuti, nel frattempo il ragazzo ubriaco sta parlando e lo sta provando, infatti il quel momento vieni distrutto da uno spintone.
Il ragazzo aveva appena spinto Nico addosso al bancone, presa dal panico decido di andare via, ma avevo notato lo sguardo di Nico mi sta guardando andare via.
Non so che fare così non mi fermi nemmeno un istante e mi reco fuori al locale per respirare un po'.
Il cuore non smette di battere così forte, non so cosa si sente quando vieni un infarto, ma sono sicura che a me ne stava per venire uno.
Neanche poco dopo ho cominciato a sentire urla che incitavano ad una rissa appena iniziata e poco dopo mi trovo Daniela alle spalle << è meglio che ce ne andiamo, cambiamo locale>>  sono troppo scombussolata << no, io vado a casa>> mi guarda stupita << non hai mai visto una rissa? Qui è una dietro un altra poi il ragazzo che ti guardava non è la prima volta che è coinvolto in una rissa, però se vuoi andare a casa vai tranquilla, io sto con Lavina eri troppo presa da quei ragazzi che non ti sei accorta di lei >>
Effettivamente affianco a lei c'è una ragazza della sua stessa età bionda che fumava <<scusami Lavinia, piacere>> mi stringe la mano << allora io vado a casa, divertiti>> appena se ne vanno comincio ad incamminarmi verso la villa.
Dopo quasi 45 minuti di camminata iniziò a sentire dolore ai piedi a causa dei tacchi, tanto manca poco e sono arrivata.
Non riesco a scordarmi i suoi occhi marroni.
Quante possibilità avevo di incontrarlo? una su un milione? poi in quel locale così piccolo ? con tanti locali di Cagliari proprio quello?

Arrivata alla villa, vado in camera mia mi spoglio mi levo il trucco e mi butto a letto. È stata una giornata troppo impegnativa persino per una come me.

La mattina dopo noto che Daniela non ha dormito a casa. Quando apro la porta la trovo davanti a me << buondì, mi accompagni a fare shopping?>> sbuffo << devo per forza?>> la sua espressione cambia << se non vuoi che dico a mamma che mi hai lasciata sola l'altra sera per spassartela con un ragazzo? Diciamo che non hai scelta>> ma non è vero << non ti ho lasciata sola per spassarmela con un ragazzo ... uffi ... vabene dammi due minuti per vestirmi >> vado ad aprire la mai valigia è appena l'apro noto che è vuota << dove sono i miei vestiti?>> Daniela si appaoggi alla porta <<l'ho buttati tutti, non si potevano vedere, mettiti quello che ti ho preparato in bagno e andiamo a comprarti vestiti decenti>> odio quella ragazzina giuro.
In bagno trovo vicino al lavandino un pantalone stretto nero è una camiciatta senza maniche a fiori e le placchine come scarpe.
Uscita dal bagno vedo mia madre << che carina che sei oggi>> appare Daniela << erano gli unici vestiti della tua taglia che avevo, ora andiamo>>
L'autista ci lascia difronte ad un enorme centro commerciale.
Appena entriamo Daniela mi trascina per tutti i negozi e io sono la sua nuova bambola da vestire.
Prende tantissimi vestiti e me li fa provare.
Il fatto a che io non me li posso permettere, sono troppo costoso << Daniela io non posso comprare  questi vestiti, sono troppo costoso per me >> mi sorride << tranquilla è la carta di mamma che paga >> non penso sia corretto, ma non dico nulla e la lascio fare.
Dopo 6 ore di vestiti decisi di andare ad un negozio sportivo << Daniela, visto che siamo qua. Posso prendere delle cose che mi servono per correre?>> ci pensa << vabene, ma fai veloce>> appena entro prendo una maglia, un legghins è un paio di scarpe da corsa e in fine il porta telefono addato alla corsa.
<< possiamo andare a casa ora?>>
Mi guarda << vabene anche perché sono già le 16>> rimango sbalordita sono già le quattro del pomeriggio? Abbiamo passato più di 7 ore chiese dentro ad un centro commerciale?!

Sistemati tutti i vestiti nell'armadio, prendo l'occorrente per correre, così mi cambio e esco.
Iniziò a correre e penso a quello che è successo ieri e infine osservo il cielo era  dello stesso colore della foto che un giorno mi invio Nico e me lo dedico.

Il posto mi sembra famigliare come se ci ero già passata in precedenza.
Mi fermo per riposarmi un po', in realtà è già un ora che sto correndo. Spengo la musica e guardò avanti a me.
È Nico, ha un borsone nero appoggiato sulle spalle.
Indossa un pantalone nero e una maglia nera ha maniche corte, i capelli erano corti marroni e lui è molto più alto di me; ci portiamo quasi 20 o 25 centimetri di differenza.
Rimaniamo a guardarci come l'altra sera, decido di girarmi per andare via e lui inizia a parlare << come stai?>> il momento era molto imbarazzante.
Mi giro verso lui << penso bene >> i suoi occhi mi studiano piano piano <<umm..>> intervengo << e tu?>>
Posa il borsone a terra << benone >> sono felice per lui << fantastico>>
<< da quanto sei qui?>>
<<sono arrivata ieri verso all'ora di pranzo>>
<< per quanto resti qua?>>
<<per tre mesi, alla villa di mia madre te lo ricordi te ne avevo parlato>>
<< giusto>>
<< Be'... ieri ti sei fatto male?>>
<<io non mi faccio mai male>>
<< meglio così>>
<< come mai da queste parti? Sei vicino casa mia >>
Mi giro e noto che è lo stesso posto della foto che mi ha inviato tempo fa era la strada che faceva per andare in palestra o per tornare a casa.
<< non lo so, stavo correndo>>
<< da quanto tempo stai correndo?>>
Ho guardato il telfono
<< un ora>>
<<Be' non sei dietro l'angolo allora...Aspetta qua. Quella è casa mia ti accompagno >>
<<non voglio disturbarti>> si gira di scatto << tu, non disturbi>> un brivido percorre il mio corpo.
Entra in casa posa la roba e prende le chiavi di un motore. << mettiti questa che sentirai freddo>> mi lancia un giacchetto lo riconosco  è il suo giacchetto di pelle un po' imbottito preferito.
Appena mi metto il giacchetta, sento il suo profumo.
<< sali >> lui è già salito sulla sua moto completamente nera, salgo . Quando accende il motore e parte nemmeno dopo 5 minuti sento di volerlo stringere o almeno appoggiarmi  a lui per sentire come sarebbe stare tra le sue braccia, così senza pensarci mi appoggio alla sua schiena.
Riesco a sentire i suoi muscoli contrarsi e poi infine rilassarsi.
Arrivati alla villa scendo e lui si appoggia al manubrio della moto <<e questa sarebbe la villa di tua madre?>> mi giro << a quanto pare si >> lo saluto e entro, ma lui mi ferma << stai dimenticando qualcosa stupida >>
<< che cosa ?>> mi indica il giacchetto << ah, scusa>> fa mezzo sorriso. Gliela rido << grazie>>
<<Allora ci vediamo Diana?>> annuisco con la testa << allora a presto>> lo saluto e corro in camera sono distrutta mi vado a fare una doppia.
Appena ho finito di lavarmi mi butto e penso a lui; il mio cuore è oramai  partito.
Vado a letto e prima di dormire mi domando:
Quando lo rincontrerò?

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