LA VERITA'

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Al mio risveglio sento un dolore atroce allo stomaco. Mi guardo intorno e c'è qualcosa di strano.
Questa non è la villa.
Proprio in quel momento la mia mente ricorda tutto: i pugni, i calci, lo sparo e Nico.

Cerco di alzarmi dal letto, nonostante i dolori e cerco di capire dove sono e quando esco dalla stanza sento una musica e mi dirigo dov'è essa mi porta. La canzone la conosco, è di "Mr.Rain- tutto quello che ho".
Noto Nico che si trova appoggiato al lavandino che si controlla le ferite << ti fa male?>> appoggia le mani al lavandino e abbassa la testa << tesoro... non c'è niente che mi può ferire>> faccio mezzo sorriso << perché ti sei mezza in mezzo?>> non riesco a levargli gli occhi di dosso << perché erano armati>> mi interrompe << anche se avevano tutto l'esercito turco dalla loro parte, ti avevo detto di non muoverti da lì. Dio Diana ti hanno messo pure le mani addosso>> da un cazzotto al lavandino << ma, non fa nulla ricordi come dicevamo in chat? Che sarei rimasta sempre al tuo fianco>> si gira verso di me << Diana questo non è uno stupido gioco. Questa è la realtà. Questo posto non fa per te lo capisci?>> abbasso la testa.
Cosa gli dico? Effettivamente questo non è un gioco, ma non l'ho nemmeno mai pensato.
Mi afferra il viso<< ti fa male?>> sento fastidio, ma non voglio dirglielo.<< guarda che ti hanno combinato Diana>> ho sorriso per tranquillizzarlo << un po' di trucco e non si vedrà più nulla>> mi abbraccia << ma come fai a stare sempre così tranquilla?>> alzo la testa per guardarlo negli occhi << perché...>> mi fermo, vengo rapita dal suo sguardo si avvicina lentamente e mi dà un bacio << ho sempre desiderato sapere come era baciarti, anche almeno una volta>> perché c'è tanta tristezza nelle sue parole.
Poi diventa serio << non è questo il tuo posto e io non posso salvarti sempre. Mi è bastato questo episodio per capire che vali molto per me, e mi farei ammazzare pur di difenderti e poi avevo giurato che nessuno ti avrebbe più messo le mani addosso ed invece ho fallito>> fa un lungo sospiro << tu non puoi stare qua. Devi tornare ad Ostia e farti una vita mi devi scordare è per il tuo bene >> rimango sbalordita, di ghiaccio, le sue parole avevano colto nel segno, ma nello stesso momento mi avevano ucciso << ora stenditi a letto e se deve essere l'ultimo giorno che farai parte della mia vita vorrei almeno passarlo bene e se non l'hai capito ci troviamo a casa mia>> senza dire nulla vado in camera, mi stendo come ha detto lui e mi giro sul lato sinistro << Diana non rendere diffile le cose lo sono già, lo faccio per te, non ti meriti uno come me >> basta stare zitta << che ne sai cosa mi merito o cosa è adatto a me?>> mi da le spalle << Dio perché devi fare così lo capisci che ti metterai in un brutto casino e non lo permetto>> mi alzo vado incontro a lui <<no, sei tu che non capisci che ti amo>> lo sorpasso e vado alla porta per andarmene, ma i dolori allo stomaco sono troppo forti così torno in camera e mi stendo di nuovo sul letto << me ne vado dopo, per ora resto >>
Appena mi stendo Nico si mette vicino a me e mi abbraccia e sentendo il suo calore mi addormento.

Quando mi risveglio è oramai sera e Nico non si trova affianco a me, mi sono svegliata da sola con un biglietto appiccicato in fronte:

<< torno verso le 8 non ti muovere, appena torno ti accompagno a casa>>

Dove vuole che vada? In Brasile?
Sono appena le 5 del pomeriggio cosa faccio ora fino alle 8?
Mi alzo e guardo la camera di Nico. È una semplice camera, ma confortante. Quando noto l'armadio mi dirigo subito lì e lo apro prendo una felpa e me la metto.
Sa di lui.
Comincio a provarmi le sue felpe. Cavolo, mi stanno larghe, ma davvero tanto, e senza accorgermene sono già le 7:30 e sento che qualcuno sta rientrando a casa << Diana?>> è Mario << eccoti, mi manda Nico per vedere se ti serve qualcosa perché farà un po' tardi>> annuisco << Mario hai fame?>> esulta verso il cielo << si cazzo, con tutto questo movimento sto morendo di fame >> iniziò a ridere << andiamo al supermercato a comprare qualcosa >>

Arrivati al supermercato prendiamo 6 bistecche di carne, le patatine fritte, dei dolci, delle cipolle, le uova, la mozzarella, un pacco di patatine piccantissime e infine le birre.
Uscito dal supermercato Mario porta la spesa e incontriamo Nico con dei ragazzi e due ragazze gli stanno addosso come delle sanguisughe, distolgo lo sguardo e Nico e Mario si scambiano un cenno.
Arrivati a casa, prendo le cupole le taglio a fette e tra un anello piccolo è un anello grande metto una fetta di mozzarella; riduco le patatine picchianti in briciole e dopo aver bagnato le cupole con la mozzarella all'interno nell'uovo, lo metto nelle patatine, orami ridotte in polvere e le friggo, dopo aver finito di friggere le cipolle cambio l'olio e friggo le patatine e per concludere cucino la bistecca << Diana a me ben cotta per favore >> annuisco. Quando è tutto pronto porto tutto a tavola e Mario si lecca i baffi << cazzo Diana, queste cipolle fritte sono buonissime dovrai darmi la ricetta >> sorrido << comunque tranquilla, quelle due erano solo delle ragazze così ... c'è e solo per reputazione>> lo interrompo << non c'è bisogno che mi spieghi, Nico me l'ha detto svariate volte >> lui nota della tristezza nelle mie parole e cambia discorso << sei una maga in cucina, ho scelto il film per dopo se per te vabene>> annuisco.

Finito di mangiare sparecchio tutto e sistemo i dolci che abbiamo preso e ci mettiamo in sala.
Io in una parte del divano e lui dall'altra <<puoi avvicinarti Diana non ti mangio mica, ho già mangiato abbastanza>> scoppiamo a ridere. Sento freddo così prendo la felpa di Nico e me la metto. Quando è rientrato ci ha trovato sul divano << che cos è questa puzza?>> Mario si gira << ma quale puzza frate'>> si attappa il naso << puzza di fritto>> mi alzo vado in cucina, gli cucino la cena e gliel'ha metto sul tavolo, lui si avvicina << grazie >> torno sul divano a continuare a vedere il film. Finisce di mangiare e si mette affianco a me e allunga un braccio dietro la schiena << quella felpa l'ho già vista>> giusto ho la sua felpa addosso << si, esatto è tua, ma ora è mia>> lui ride e verso mezzanotte mi riaccompagna a casa.

<< Diana quello che ti ho detto è vero è meglio che mi scordi>> non volevo riapre il discorso ora << grazie per oggi>> mi avvicino per salutarlo e lui mi afferra il polso e mi dà un altro bacio sulle labbra << lo faccio per te Diana, buonanotte piccola mia >> e se ne va.

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