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TITOLO: Cenere
AUTORE: Flavia
PERSONAGGI: Gerard Piqué, Cesc Fàbregas, Sol (inventata), Lucy (inventata)
GENERE: Romantico
BOLLINO: Verde
ANNO: 2014
DISCLAIMER: I personaggi famosi citati in questa storia non mi appartengono. Tutto ciò che dicono o fanno non vuole in nessun modo descrivere la realtà è tutto frutto della mia fantasia. Questa Fanfiction non è a scopo di lucro e non vuole offendere o diffamare nessuno.

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Una folata di vento fa volare le foglie secche cadute dagli alberi, la distesa di luci della grande città illuminano il paesaggio, da lontano si riesce a scorgere anche il mare rischiarato dalla luce della luna. La notte è ancora giovane e la movida spagnola rallegra le grandi strade. La ragazza che osserva dall'alto la sua città inspira l'aria di casa, quanto gli era mancata in questi mesi.
Sol continua ad abbracciare con gli occhi il paesaggio quando il rombo di una macchina la fa sussultare e voltare.
Una luce la acceca, si copre gli occhi e riconosce i fari dell'auto, sono davanti a lei, ad appena un paio di metri, indietreggia rapida mentre il mezzo si avvicina a una velocità fin troppo elevata, vede le luci avvicinarsi e grida più forte che può, proprio quando pensa di non aver più nessuna possibilità l'istinto la spinge a buttarsi di lato; le ruote le sfiorano il volto mentre se ne sta accovacciata a terra tremante, l'auto la supera senza rallentante, fa ancora qualche metro e frena bruscamente.
Negli occhi della ragazza ci sono ancora i flash dei fari, la paura porta le lacrime a uscire copiose dai suoi occhi è ancora rannicchiata a terra quando una furia la investe.
-Ma sei pazza, perché non ti sei spostata!?- La voce sembra bloccata nella gola della spagnola, continua a tremare violentemente e prova a rialzarsi.
-Io! Tu andavi come un folle, non è certo colpa mia- Urla per scaricare tutta la tensione.
-No, sei tu che mi sei spuntata davanti come una pazza- Sol cerca di sostenersi sulle gambe tremanti ma un forte dolore alla caviglia gli fa risalire le lacrime agli occhi.
-Che dolore! Ma perché vi fate le macchine sportive se poi non le sapete guidare!?-
-No bella non sono io che non so guidare, sei te che hai istinti suicidi!-
-Senti Zitto! Non ho intensione di sentirti, me ne vado- S'incamminò verso la strada quando un forte capogiro la fa fermare, cerca un appiglio su cui sostenersi ma le sue mani toccano solo il vuoto, le gambe gli stanno cedendo e il buoi s'impossessa dei suoi occhi. L'ultima cosa che riesce a sentire sono due braccia forti che la sostengono.

Una forte luce fa aprire di scatto gli occhi alla ragazza, prova ad alzare il busto dal letto e un forte mal di testa la distoglie dai suoi intenti. Sbatte più volte le palpebre e cerca di orientarsi. La morbidezza dei cuscini gli fa rilassare tutti i muscoli doloranti. Solo dopo aver osservato bene la stanza si accorge di non trovarsi a casa sua. Prova un altra volta ad alzarsi e questa volta ignora il capogiro. La caviglia protesta per il grande sforzo ma stringendo i denti esce dalla stanza. Un profumo di caffè investe le sue narici e sembra dargli la forza necessaria per percorrere il lungo corridoio.
Lo sbattere delle mensole fa dirigere Sol verso la grande cucina. Un ragazzo di spalle sta cercando qualcosa nella mensola e non sembra accorgersi di lei. La ragazza osserva per alcuni secondi il ragazzo che la sera prima ha rischiato d'investirla. La maglietta bianca lascia intravedere tutti i muscoli contratti della schiena. La forma fisica e il mangiare sano gli fa intuire che deve essere un atleta. Sta per richiamare la sua attenzione quando il ragazzo si gira. E sol viene catturata da due fari azzurri.
-Ciao- La saluta allegra.
-Come stai? Mi dispiace per ieri! Ma era successo un casino e me la sono presa con te che non centravi niente- L'ultima frase risveglia la spagnola.
-E ogni volta che ti succede qualcosa provi a investire le persone?!- Gli risponde velenosa lasciandolo spiazzato.
-No, è stato un incidente-
-Va be non m'importa tanto sono io quella con una caviglia dolorante- Continua arrabbiata la spagnola che non perdona facilmente.
-Scusa, ti giuro che non l'ho fatto apposta-
-Vorrei vedere- Tronca il discorso.
-Comunque io sono Gerard- Cerca di ammorbidirla lo spagnolo.
-Sol- Ribatte scontrosa.
-Sarai arrabbiata con me per tutta la vita-
-No, solo fino a che starò in questa casa, poi non ci rivedremo mai più-
Sol prova ad avvicinarsi al tavolo ma la caviglia gli cede e ancora una volta Gerard la prende prima che lei cade per terra. Sol alza il volto e si ritrova gli occhi del ragazzo a pochi centimetri dai suoi e come poco prima il cuore aumenta i battiti.
-Ma a quanto pare sono sempre io a salvarti- Sorride spavaldo.
-Non ti preoccupare non ho bisogno del principe azzurro, mi salvo da sola-
-E dai non puoi avercela con me ancora per molto-
-Io non ne sarei così sicura- Sibila arrabbiata- Comunque per colpa tua mi stai facendo fare tardi a lavoro- E zoppicando si dirige verso la stanza in cui aveva passato la notte semi svenuta.
-Dai ti accompagno a casa tua-
-È il minimo, e questa volta cerca di non mettere sotto nessuno- Continua acida Sol.

Sol, dopo aver continuato ad inveire contro Gerard, rimane senza parole guardando le tante macchine sportive che riempiono il garage della grande villa del ragazzo.
-Tu...Oh mio dio- Sussurra sbalordita la ragazza.
-Ti presento gli unici amori della mia vita-
-Sto sognando, lo so che sto sognando-
-No è tutto reale piccola-
-Non chiamarmi così, non è che ti ho perdonato solo perché hai tutto questo ben di Dio. Anzi secondo me in mano tua tutto questo è sprecato-
-Cosa devo fare per farmi perdonare?-
-Basta che mi riporti a casa e sparisci dalla mia vita- Sbuffa Sol.
-Dai sali- E cosi dicendo gli apre lo sportello dell'Audi. Il viaggio in macchina è molto silenzioso rotto soltanto dalle indicazioni del GPS. Sol continua ad interrogarsi su come un ragazzo così giovane possa avere tutti qui soldi e anche sul perché due occhi appena visti possano stravolgergli così tanto il cuore.
La macchina si ferma davanti al modesto appartamento di Sol, la quale vorrebbe fuggire velocemente da quegli occhi. Gerard fa subito il giro della macchina e gli apre lo sportello. Il gesto galante viene accolto dalla ragazza con un alzata degli occhi al cielo.
-Ti ho già detto che non ho bisogno di un principe azzurro-
-Ma sei sempre cosi acida?- Risponde allegro lo sportivo.
-Con la gente che si crede chi sa chi sempre- E un sorriso ironico spunta sulla sua faccia.
-Dai ti va di venire a cena con me?- Continua imperturbato Gerard.
-Ma non ci penso proprio- E così dicendo gli gira le spalle e se ne va lasciando spiazzato il ragazzo, che non si era mai visto rifiutare così. Il carattere scontroso della ragazza lo intriga, la prende quasi come una sfida al destino e si giura di non rinunciare facilmente a lei.

Nda: Mentre a Madrid Sergio, James, Isabel e Luisa provano a capire i loro sentimenti, a Barcellona due furie si scontrano.. che ne uscirà fuori?!
Eccomi tornata per tutte quelle che hanno letto Basta così! È stata dura partorire questa storia ma ce l'ho fatta e sono proprio curiosa di sapere che ne pensate quindi spolliciate e commentate su su! Besos 😊

Cenere - Flavia || Gerard PiquéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora