Passato e presente

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Passato e presente


"Sakura!" la chiamò Karui in lacrime, lacrime di gioia. Le corse incontro felice di rivederla dopo tutto quel tempo.

Anche Sakura piangeva di gioia, per due interi mesi era stata lontana da lei e Omoi, i suoi migliori amici. Per tutto quel tempo si erano sentiti per telefono una volta alla settimana, purtroppo le regole di quell'istituto erano precise e un po' severe; se fosse stata per Shizune non avrebbe avuto niente in contrario nel fargli fare qualche telefonata in più, ma il padrone di quell'edificio era un certo Danzo, un uomo piuttosto vecchio e severo. Ma ora le cose erano diverse, era tornata a scuola, dai suoi amici, per merito di Kabuto, con il quale viveva, una persona all'apparenza gentile e affidabile; certo non avrebbe mai preso il posto dei suoi genitori, ma almeno non era sola.

E ora si ritrovava nel cortile della scuola, abbracciata alla sua migliore amica, piangendo insieme, felici di toccarsi e vedersi, la sua mancanza era stata un'altra fitta al cuore, e ora poteva sentirsi più leggera, respirare con lei "M-mi sei m-mancata... tanto, troppo" continuava a piangere, e oltre alla felicità, sentiva il cuore colmo di tristezza, forse uno sfogo, lo sfogo con la sua migliore amica.

Erano ormai dieci minuti buoni che piangevano, e avrebbero continuato a piangere per ore e ore se solo non fosse arrivato Omoi ad abbracciarle entrambe, facendo finta di piangere, e le due risero, lui era sempre quello simpatico che le faceva ridere, se non ci fosse stato lui a colorarle un po' la vita, sarebbero state delle depresse a vita a parlare di ragazzi che le piacevano.

"Mi siete mancati, da morire" sorrise, e continuava a versare lacrime.


Sakura lentamente aprì gli occhi, sbattendo più e più volte le palpebre, come per mandare via l'effetto annebbiato della vista, era stesa sul suo letto, coperta fino al collo, e provò a sforzare la sua mente, cercava di ricordarsi cosa era successo la notte appena trascorsa, ma niente, solo qualche vago ricordo; c'erano due uomini, poi Sasuke e poi niente, al momento non riusciva a concentrarsi.

Girò appena il busto, quanto bastava per notare l'orario sull'orologio del comodino, segnava le quattro e un quarto.

Quattro e un quarto? Avrebbe sperato di notte, ma quella luce che filtrava dalla finestra diceva tutt'altro. Cazzo. Aveva perso la mattina a scuola. Si lasciò cadere sul letto, era davvero insolito da lei, non puntare la sveglia, forse se l'era dimenticata. Decise poi di alzarsi, molto lentamente, e notò che aveva ancora addosso il vestito nero che aveva messo per andare al Night, si era anche dimenticata di cambiarsi? Ma non ci diede peso, le era già successo un paio di volte per la troppa stanchezza. Dopo di che decise di andare allo specchio della camera, e per poco non prese paura, aveva il trucco tutto sbavato, ok, probabilmente si era dimenticata di fare anche questo. Ultimamente stava perdendo colpi.

Dopo essersi struccata, decise di farsi una doccia, dato che il vestito puzzava di alcool, se l'era per caso versato addosso? Cominciava a pensare che la notte appena trascorsa l'avesse passata in una vasca piena di Rum e Cognac e si fosse addormentata lì.

Si apprestò ad aprire la porta "Devo aver bevuto un po' troppo" si disse, massaggiandosi la testa con la mano.

"Troppo, infatti".

Chi cazzo ha parlato? Aveva fatto quasi un salto per lo spavento, e sicuramente aveva perso due anni di vita, dato che il suo cuore aveva smesso di battere per un paio di secondi. Guardò meglio davanti a se, il frigo aperto e poi da lì spuntò il mezzo busto di Sasuke "Che..." cercò di stare calma, senza agitarsi "... che cazzo ci fai qui?" gli domandò incredula. Proprio in quel preciso istante si ricordò qualche cosa in più della notte trascorsa; al Night stava insieme a due uomini, che si stavano strusciando su di lei, e Sasuke le era venuto in soccorso? Poi l'aveva accompagnata a casa, per poi farsi mettere a letto da lui. Oh cazzo. Si era ubriacata e lui le aveva salvato la nottata. Faceva fatica a crederci, ma per quello che ricordava era successo davvero. Non riusciva a dire niente, era come bloccata, ancora a pensare a quello che era successo diverse ore prima.

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