Capitolo 5

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La mattina del mio compleanno mi svegliai con una folle idea che mi frullava in testa. Nonostante Ed mi avesse già fatto un'infinità di regali per i miei ventisette anni, desideravo un'ultima cosa, una piccola pazzia insieme. Ok, forse tanto piccola non lo sarebbe stata.

Mi stiracchiai e allungai un braccio di fianco a me; invece di incontrare il corpo del mio ragazzo, tastai le lenzuola stropicciate. Sorrisi, immaginandomelo giù da basso che stava preparando una qualche sorpresa per la sottoscritta.

Mi avvolsi in una morbida vestaglia e mi avviai verso le scale. Prima di cominciare a scendere, sentii Ed urlare con qualcuno al telefono. Il suo tono era così alterato che Ched filò su per le scale e si nascose dietro le mie gambe, mentre Twix arrancava sui gradini con molta più difficoltà. Mi avvicinai al gattino e lo raccolsi, portandomelo al petto.

Raggiunsi Ed, che era in cucina, circondato da confezioni di uova, latte, burro, farina e gocce di cioccolato. C'era anche un cestino di mirtilli dall'aria super invitante e se l'espressione sul volto di Ed non fosse stata tanto adirata, ne avrei rubato subito uno per cacciarmelo in bocca.

«Certo, non mancherò. Avrei altra scelta, forse?» sbottò Ed, poi riagganciò.

Anche se era voltato di spalle, mi era bastato sentire il tono delle sue parole per comprendere quanto fosse furioso. Sperai non si trattasse di qualcosa di grave, eppure la sua reazione la diceva lunga, in quanto lui era sempre così tranquillo e pacato.

Posai a terra Twix, che andò a strusciarsi contro le caviglie del suo novello papà adottivo.

Ed si chinò per accarezzarlo sulla testolina e mormorò: «Hai portato anche la mamma con te?»

Invece di rispondere, lo raggiunsi e lo abbracciai da dietro. «Buongiorno amore mio» sussurrai, dopo avergli posato un bacio sulla pelle morbida del collo.

«Ecco la mia festeggiata.» Si voltò e mi prese dolcemente il volto tra le mani. «Buon compleanno, Nori.»

Ci scambiammo un lungo sorriso, poi gli domandai: «Tutto bene? Ho sentito che stavi discutendo al telefono.»

«Devo ripartire prima.» Sospirò. «Tra meno di due ore arriverà un taxi per me.»

Mi dispiaceva molto rinunciare a una manciata di ore con lui, ma cercai di non darlo a vedere, per non lasciare un velo d'ombra sugli ultimi istanti che avremmo trascorso insieme di lì a due mesi. Così gli sorrisi ed esclamai: «Allora dovrò aiutarti con la colazione!»

Feci vagare lo sguardo sugli ingredienti disposti sul grande tavolo di legno e ipotizzai: «Pancake ai mirtilli?»

La sua espressione tornò allegra. «Pensavo mirtilli e gocce di cioccolato, che dici?»

«Mi sembra un'ottima idea.»

Lavorammo fianco a fianco per qualche minuto, mischiando gli ingredienti e rischiando di divorare tutte le gocce di cioccolato prima che finissero nell'impasto. Poi Ed si occupò di cuocere i pancake e io apparecchiai.

«Doveva essere una sorpresa» disse, mentre faceva saltare un pancake bello dorato nella padella. «Invece quella dannata telefonata mi ha fatto perdere del tempo prezioso, in tutti i sensi.»

Colsi del risentimento nella sua voce e mi affrettai a rassicurarlo: «Credimi, non avrei mai sperato che il mio ventisettesimo compleanno avrebbe portato così tante belle sorprese con sé. Dei giorni favolosi insieme, un nuovo cucciolotto che si è aggiunto alla nostra famiglia e questo...» Sfiorai l'anello di fidanzamento al mio dito e continuai: «Non avrei mai immaginato di rivederti in questi giorni, figurarsi una proposta di matrimonio.»

Perfect in white || Ed SheeranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora