Capitolo 6

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Non appena realizzai chi mi trovavo di fronte, mi diedi mentalmente della stupida.

«Ellie, ti ho spaventata? Hai fatto una faccia quando mi hai visto!»

«No, Matt... è solo che...» balbettai, poi lo abbracciai. Era ovvio che la grande somiglianza con suo fratello mi avesse ingannata.

«Buon compleanno. Stai uscendo?» mi domandò.

Annuii. «Pensavo di fare un salto in ufficio, ma non c'è fretta. Entriamo a bere qualcosa.»

Matt mi seguì in casa e si fermò a fare conoscenza con Twix e coccolare Ched. Mi diressi in cucina e rovistai nelle credenze in cerca di qualcosa da offrire al mio ospite.

«Purtroppo non ho nessuna torta di compleanno» esclamai, in modo che mi potesse sentire dall'altra stanza. «Dovrai accontentarti.»

«Non c'è problema» ribatté lui. «Ne ho ordinata una io.»

«In che senso?» feci in tempo a domandare, un paio di secondi prima che suonassero alla porta.

«Deve essere arrivata» commentò Matt con un sorriso a trentadue denti. Poi, prima che potessi aprire, mi prese per un braccio e, guardandomi con affetto, mormorò: «Congratulazioni, futura cognata.»

«Grazie» risposi, presa un attimo alla sprovvista, quindi ripetei: «Grazie per aiutarci a custodire il segreto.»

Lui mi rivolse un cenno del capo e mi lasciò andare. Aprii la porta e fui letteralmente sopraffatta da un abbraccio di Sam. Il tutto fu seguito da un coro di auguri e un assalto caloroso di una folla di amici e familiari che si riversava in casa.

C'erano Sam, Ian, Bree, Murtagh, i miei genitori e persino Caleb. Avevano portato una torta, dolci fatti in casa – i muffin ai mirtilli di mia madre – e non – biscotti provenienti dalla mia pasticceria preferita, da parte di Bree e Murtagh. In salotto si era anche accumulata una piccola pila di pacchetti per la sottoscritta che Ched si stava divertendo a colpire con le zampe. Twix imitava come meglio poteva il suo fratello maggiore.

Dopo un primo momento in cui sistemammo sul tavolo in sala da pranzo tutte le leccornie portate dagli altri, Sam, Bree e mia madre coccolarono Twix per un po' mentre gli uomini chiacchieravano allegramente. Colsi l'occasione di dover andare in cucina per recuperare i bicchieri e qualcosa da bere, per parlare da sola con Caleb. Gli chiesi infatti di venire a darmi una mano.

«Ellie, spero che l'altra notte non vi abbia arrecato troppo fastidio» cominciò a scusarsi lui.

«Non ci hai disturbato, solo che mi sono, anzi, ci siamo preoccupati per te.» Gli posai una mano sul braccio e lui me la strinse, mormorando: «Grazie.»

«So che ci vorrà del tempo per superare la cosa, però permettimi di aiutarti» ribattei, senza smettere di guardarlo negli occhi. Anni prima avrei fatto di tutto per evitare il suo sguardo ostile, invece volevo accertarmi che capisse che avevo davvero l'intenzione di aiutarlo.

«Tu ed Ed siete davvero delle brave persone. Mi sento molto in colpa per l'inferno che vi ho fatto passare ai tempi della scuola.»

Scoppiai in una breve risata, per sdrammatizzare. «Ti sei già scusato per quello. Ormai sono fatti passati. Concentriamoci sul presente e sul futuro.»

«Parlando di futuro» incalzò lui allora, con tono cospiratorio, cambiando argomento, mentre gli passavo le stoviglie da portare nell'altra stanza. «Quando vi sposerete voi due? Due gatti cominciano a essere impegnativi e si è sempre saputo che le cose erano serie tra di voi voi. Cosa aspetta Ed a chiederti la mano?»

Dovetti mordermi la lingua e fingere che in casa, nascosto da occhi indiscreti, non ci fosse il più bell'anello di fidanzamento che avessi mai potuto sognare.

Perfect in white || Ed SheeranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora