sopra all'ennesimo triste e anonimo vagone grigio che procedeva veloce levitando su due freddi, arrugginiti binari, si sentiva solo il pesante sospirare di un ragazzo.
era il secondo treno che prendeva in sole sei ore, ed era distrutto.
era incappucciato, la visiera di uno snapback spuntava all'infuori, accompagnato da dei ciuffi castani sparpagliati.
Tyler era tornato emotivamente sotto terra.
pensava solo al ragazzo tinto che aveva conosciuto poche ore prima, rimuginando sui loro discorsi e perdendosi con lo sguardo sul sedile di fronte a lui.
solo una luce fastidiosa lo fece distrarre dallo studio intensivo della trama del tessuto dei sedili.
era il sole, oramai rosso, che sfiorava l'orizzonte e sembrava aver steso una coperta rosa sul cielo.
Tyler si meravigliò alla vista di quello.
sembrava tornato indietro nel tempo, quando tornava a casa sua dalla stazione e rallentava il passo. passava giornate intere il più possibile lontano da casa, incontrava qualche amico ma tornava sempre da solo.
non rispondeva mai alle chiamate di sua madre e lei ormai si era arresa a questa idea, anche se in fondo restava sempre preoccupata quando suo figlio tornava a casa senza nemmeno salutare.
ma lui era così: immerso nel suo mondo fino al collo, restava lì a galla senza mai riemergere del tutto.
a volte sembrava persino affondare.
e intanto il sole tramontava e lui perdeva il senso del tempo, tornando ad esplorare ricordi che non pensava di possedere ancora.
da tutt'altra parte invece, c'era Josh.
Josh che era partito dalla stazione di San Francisco con un taxi ed era tuttora a piedi sul Golden Gate bridge.
guardava anche lui il sole, col cuore in gola.
i riflessi roseo-dorati che colpivano il ponte lo rendevano una splendida opera d'arte. il tinto non avrebbe mai pensato di vedere un tale incontro tra uomo e natura in vita sua, tanto che tirò fuori di fretta il suo sketchbook e iniziò a tracciare ossessivamente le linee del ponte, poi dello skyline e poi dell'orizzonte e poi del sole, un intreccio di linee frenetiche e schematiche ma che celavano un idea reale e al contempo fuori dal mondo.
non smettava di tracciare e correggere di tanto in tanto il tratto, confuso quasi quanto lui.
quando il sole sparì dietro all'orizzonte, Josh si sorprese a sentire il suo stesso respiro affannoso.
ma sorrise comunque, incamminandosi per la sua nuova città verso la sua nuova casa.quando chiuse poi la porta del suo appartamento dopo aver passato 10 minuti a parlare col proprietario, si ritrovò immerso in un nuovo silenzio, coperto solo dal brusio delle macchine che passavano fuori presto le strade.
vide degli scatoloni, il suo letto non era ancora arrivato.
si mise quindi fuori, sul balcone, a guardare il cielo e a respirare di nuovo. e forse si addormentò lì, o forse rimase solo a pensare a quanto le cose erano cambiate per lui.
ma certe cose,
non sono fatte per cambiare
solo per rimanere le stesse
e non mostrarsi
almeno fino al momento giusto.Been talking 'bout
the way things change
And my family lives
in a different state
And if you don't know
what to make of this
Then we will not relate
So if you don't know
what to make of this
Then we will not relate---
ho scoperto questa canzone
tipo una settimana fa
e me ne sono innamoratasappiate due cose
¡UNO!
sto già pensando di pubblicare un'altra storia dopo questa :))
volevo chiedervi
vi va bene un'altra Joshler? o vorreste altro?e
¡DÓS!
sono abbastanza triste di sto periodo
ma non triste triste
più beh
vuota? non lo so neanche io lol
quindi se sono triste scrivo cose tristi
tipo capitoli tristi
:)vabb nulla cIAO