16 - Ordo Mantidis

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My World

Il commissario e la bella sconosciuta ballarono cullati dalle note di Summertime, come se il tempo non esistesse. I loro corpi, stretti, ne formavano uno solo, la testa di lei appoggiata alla sua spalla, sorridente, le palpebre chiuse.

Ne sentiva il profumo sul suo esile collo, inconfondibile, Eau d'Issey, lo portava sempre la sua donna, lo portava in viaggio di nozze, lo portava quel giorno, quando uno tsunami si erse, schiumoso, come una bestia affamata, trasformando quel eden turchese in un inferno, travolse tutto, travolse loro, travolse le loro vite. Non la rivide più. 

"Che ne dice di prendere qualcosa da bere?" Chiese la donna, strappandolo ai suoi pensieri. 

"Certo", rispose il commissario come appena destato da un sogno.

La scena non sfuggì a Tommaso e neanche al Bormioli che si scambiarono uno sguardo carico di preoccupazione.  

"Purtroppo per lei, dovrò deluderla, ma la nostra relazione finisce qui", rispose lei con la sua solita voce calma e morbida.

"Beh, parlare di relazione mi pare una parola grossa" rispose imbarazzato il commissario, "abbiamo solo ballato un lento".

"Si sbaglia, io la conosco da molto più tempo di quanto lei possa sospettare".

"Non capisco" rispose il commissario i cui sensi si acuirono, come un felino, nel sentire quelle parole.

"Voglio essere diretta, come lo sono stata con lei questa sera. Sono io la persona che lei sta tanto cercando".

Il commissario ebbe un leggero, ma visibile, indietreggiamento, come se spinto dall'impatto con quella notizia.

"Lei?"

La donna rise.

"E' vero. Chi vuole che sospetti una donna di un crimine così efferato, ci vogliono muscoli, ci vuole un'intelligenza superiore alla media, tutte caratteristiche che fanno pensare immediatamente ad un uomo. Vero, commissario?"

Peppe Priolo sentì il sangue gelargli nelle vene.

In quello stesso momento, una donna, scivolando silenziosamente come un'ombra, s'introduceva in un appartamento. Sapeva esattamente chi trovare, e la missione da svolgere.

Con chirurgica precisione.

"Vi credete così superiori, per i vostri muscoli ma siete accecati dai vostri istinti primordiali, é così facile condurvi dove vogliamo e niente é più efficace di una donna che sa cosa vuole e che sa come ottenerlo.

Specie se deve ottenerlo da un altro uomo".

"Ma perché lo ha fatto, perché uccidere il professore Pallavicino e la professoressa Cooper?"

"Oh commissario, lei é fin troppo intelligente per pormi una simile domanda".

Si accese una sigaretta.

"Lei ha capito benissimo che entrambi erano gli artefici dello scoprimento del Manuscritto di Castel del Monte. Lei, che ha parlato con quello sfigato del Bormioli, che viene qui a fare il Paul Newman mentre la sua mogliettina si fa sbattere dal professore di tennis, le ha detto il contenuto di quel libro.

Ancora un'opera piena di accuse contro la Chiesa. Chi ha divulgato quelle informazioni la deve pagare, non trova? Meno male che ci siamo noi a fare giustizia".

"Voi... chi?"

La donna che era entrata in quell'appartamento, si trovava davanti il corpo di un uomo, in piedi, in penombra: parlava e gesticolava nel vuoto, portava un casco integrale da cui fuoriuscivano dei riccioli biondi. La visiera nera copriva il volto, ma lei lo conosceva, l'aveva visto migliaia di volte quel volto, studiando il suo piano in ogni minimo dettaglio.

Adesso osservava i tendini del suo collo gonfiarsi mentre parlava, ascoltava la sua voce, allungò le mani e le portò a poca distanza dai suoi pettorali, mimando il gesto di accarezzarli, che bell'uomo, che peccato, si disse.

"Non ho agito da sola, commissario. Ho agito insieme ad altre persone, tutte donne.

Ha mai sentito parlare dell'Ordo Mantidis, l'Ordine della Mantide? Ne dubito.

Affascinanti creature le mantidi non trova? Si concedono al maschio per poi ucciderlo, con le loro affilate lame lo decapitano. Il maschio sicuramente deve sapere a che sorte va incontro, ma sono così i maschi, non possono resistere al loro istinto, pensi che il maschio continua a copulare anche decapitato!

Ma la mantide é anche religiosa, come noi che difendiamo nostra madre Chiesa.

Il professore Pallavicino e la professoressa Cooper si sono macchiati di uno dei peggiori crimini, hanno diffuso informazioni volte a gettare infamia sui credenti. Il Sommo Poeta non aveva la minima indulgenza verso questi peccatori. E noi non possiamo che dargli ragione. Chi si macchia di questo crimine merita la morte, ma non una morte qualunque, una morte commisurata alla gravità del crimine commesso".

"E perché mi sta raccontando tutto ciò?"

"Commissario, lei é una persona molto interessante. Se son venuta fin qui, é stato per incontrarla. Non le nascondo che ho molto apprezzato discutere con lei e..." con un attimo d'imbarazzo aggiunse "ballare con lei, ma..."

"Ma?"

"Ma io l'avevo avvisata, l'avevo avvisata di stare fuori da questa storia, gliel'avevo detto di non immischiarsi. Ma niente, é stato più forte di lei", lo guardò negli occhi, "ma anche questo si paga, e, mi dispiace per lei, lei porterà all'Inferno queste mie parole!"

Il commissario sbarrò gli occhi ed emise un urlo, contorcendosi di dolore, mentre la donna entrata nel suo appartamento gli affondava una lama nell'addome, sussurrandogli all'orecchio:

"Mi saluti Lucifero, commissario!"

Il sogno di Federico (racconto)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora