6 - Intelligenze

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Al commissariato.

Peppe Priolo andava sempre a piedi al commissariato, in macchina ci avrebbe comunque impiegato una mezzoretta e allora perché inquinare, perché sporcare ulteriormente l'aria?

Senza contare i benefici di quella mezz'ora per il corpo e per la mente, sì perché oltre a trarne giovamento per la forma, il Commissario trovava che quella passeggiata gli permetteva di riordinare i pensieri prima del lavoro - in fondo, virtualmente, era già alla sua scrivania.

Tommaso Insolia, dalla finestra del suo ufficio, lo vide entrare nel cortile del commissariato con il suo solito passo deciso. Scese al piano terra per andargli incontro.

"Mi dispiace Tommaso, ho fatto un pò tardi oggi. Stanotte si può dire che non ho chiuso occhio, stavo lì a pensare al caso Pallavicino. Sono sicuro che avrai tante cose da raccontarmi e io pure. Dai andiamo sopra al tuo computer".

Tommaso aveva preparato tutto, mise la password per sbloccare lo schermo e fece partire un video, era il filmato di una delle due telecamere della banca che avevano avvistato la Zimmermann.

"Peppe, abbiamo passato ore di noia allo stato puro, a guardare le immagini delle due telecamere. Adesso, guarda questa sequenza". Disse Tommaso, facendo partire il video che aveva bloccato in un punto ben preciso.

"Ecco, si vede questo 4 x 4, é un Land Rover, abbiamo fatto delle ricerche e identificato il modello... dunque, questo 4x 4 si dirige verso lo spiazzo dove andrà a posteggiare la Brasiliana mezz'ora dopo. Poi il Land Rover lascerà lo spiazzo pochi minuti dopo che la brasiliana sarà partita. La brasiliana é l'unica persona che ha lasciato lo spiazzo da quando il Land Rover é entrato a quando ne é uscito. Possiamo quindi concludere che il conduttore sia rimasto lì ad aspettare. Ad aspettare cosa, Peppe?"

"Ad aspettare che la Brasiliana arrivasse con il professore. Tommaso, la brasiliana un'esca é ! E' stata ingaggiata da qualcuno per portargli il professore in quel punto!"

"Peppe, complimenti ! Sì, effettivamente, i fatti stanno così. Dalle analisi del computer della Zimmermann abbiamo scoperto una chat che ha attirato la nostra attenzione. Non era uno dei suoi soliti clienti. Questo le offriva diecimila euro in contanti se lei fosse stata in grado di portare il professore Pallavicino in quello spiazzo. Cinquemila in anticipo e cinquemila se ci fosse riuscita. Il tutto in banconote da cento euro in una busta da lettera che avrebbe trovato direttamente nella sua buca delle lettere. Perché quello spiazzo?"

"Perché non era coperto dalle telecamere della banca !"

"Esatto! La Zimmermann era l'esca, vista la sua bellezza e il debole del professore Pallavicino per le donne con la pelle nera".

"Detto tra noi, pure se la Zimmermann fosse stata bianca il Pallavicino ci sarebbe cascato!"

"E chi non ci sarebbe cascato, marò Peppe...lasciamo perdere Peppe !"

"Si, infatti, meglio restare concentrati", gli rispose con un sorriso di complicità.

Poi continuò: "La persona che l'ha contattata come si chiama? Ovviamente non m'aspetto che sia così scemo da chattare con il suo vero nome, ma può essere un indizio".

"Aspetta che te lo dico... me lo sono segnato...si chiama...si chiama...ah sì ecco, si chiama Voynich".

"Voynich? Eh che minchia di nome é? Voglio dire nelle chat la gente mette nomi tipo LucaG78, un pezzo dal nome, un pezzo dal cognome e qualche cifra per la data di nascita o qualche altra data importante. Ma 'sto Voynich? Un numero ce l'aveva?"

"No. Peppe, te l'ho detto, era Voynich punto e basta".

"Hai per caso cercato Voynich?"

"L'ho messo su Google, ma ovviamente m'e' venuta fuori una lista di 3 Km di persone con quel cognome che vivono o sono vissute nei paesi dell'Est. E' come se uno venisse, qui, a Napoli, a cercare uno che si chiama Esposito".

Il sogno di Federico (racconto)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora