Capitolo 7

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In foto abbiamo Sasha


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Quando ero piccola, insieme alla mia classe delle elementari sono andata allo zoo. È stato durante quella gita che ho capito quale fosse la reale differenza tra una preda e un predatore. Ricordo che una volta tornata a casa sono scoppiata a piangere, terrorizzata e sconvolta per le scene a cui eravamo stati costretti ad assistere. Certo, far vedere a dei bambini di dieci anni il momento in cui venivano nutriti i serpenti, non credo che fosse una cosa molto istruttiva.

Nella mia innocente mente di bambina, quei pochi istanti rimasero impressi per giorni interi; momenti in cui con un sorriso sadico l’addetto ci mostrava una gabbia piena di topolini, prima di afferrarne due per farceli ammirare per bene. Ricordo che alla vista di quei piccoli esserini le mie compagne emisero dei versi schifati e inorriditi, mentre i maschi sorridevano e allungavano le loro manine per toccare quelle bestioline che squittivano spaventate.

Dopodiché avevo visto l’addetto avvicinarsi alla teca dove si trovava un serpente, aprire il coperchio e gettarci dentro i due topolini, per poi osservarci con aria di superiorità.

<<Ecco ragazzi, questo è ciò che accade quando una preda incontra il suo predatore. È la legge della natura, secondo cui solo il più forte sopravvive. Una regola che voi fareste meglio ad imparare il prima possibile.>>

A quel punto ricordo che le maestre avevano fatto di tutto per portarci via da lì ed impedirci di vedere quello che di lì a poco sarebbe accaduto; anche loro completamente sconvolte per quanto stava accadendo. Ormai però era troppo tardi.

Il serpente aveva fiutato le sue prede e con estrema lentezza aveva iniziato a strisciare verso di loro. Ricordo perfettamente quando con il suo sguardo ipnotico e la sua lingua biforcuta avevano incantato i piccoli roditori, che inermi si erano lasciati abbindolare.

Ricordo il momento in cui il predatore aveva stretto la sua coda attorno a quei corpicini tremanti, quasi come se li volesse stringere in un abbraccio per calmarli e tranquillizzarli. E in quel momento, proprio davanti ai miei occhi di bambina, lo avevo visto spalancare le sue fauci e divorare quelle che erano le portate del suo pasto.

Invano, per giorni interi, mi sono chiesta cosa avessero provato quei topolini; quando avessero capito che era giunta la loro fine e perché non avessero opposto nemmeno la più piccola resistenza.

Adesso però, a distanza di dieci anni ho finalmente trovato le risposte a quelle domande.

Adesso so esattamente come debbano essersi sentiti quei topolini, perché lo sguardo del Principe è identico a quello che quel giorno aveva il serpente. Ipnotico e magnetico. Un inferno di fuoco e ghiaccio, denso di una ferma risolutezza e di macabre promesse.

Mentre continuo ad osservare quello che so essere per certo il mio carnefice, la nebbia nella mia testa si dirada lasciando spazio ad un'unica certezza. Tutto questo mi costerà un caro prezzo.

Eppure anche sapendo ciò, anche conoscendo quello che mi aspetterà, esattamente come quei topolini, il mio cervello si rifiuta di ordinare alle mie gambe di portarmi il più lontano possibile da Lui.

O per lo meno questa sarebbe stata la mia reazione se oggi non mi fossi risvegliata in quel luogo putrido e non avessi visto la sua perfomance. Adesso però le cose sono cambiate. Il topolino indifeso ha finalmente arricciato il musetto. E grazie a questa certezza avverto una vampata di ribellione scorrermi lungo le vene, decisa a fargli capire, una volta per tutte, che io non sono più la ragazzina indifesa e spaurita che lui ha conosciuto tanto tempo fa. Sono colei che più di una volta ha salvato il culo a Lui, a suo Padre e alle guardie reali. Sono colei che ancora svenuta è stata sbattuta ed incatenata in una cella solo perché aveva ferito l’orgoglio di questo stupido Principe.

Guardians of the Elements: Infernum - Gli Eredi Del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora