La mia mente smette di lavorare nel momento stesso in cui registra il significato di quella frase e a chi appartiene la voce che ha pronunciato le parole che hanno decretato la mia condanna. Il mio corpo si è irrigidito fino a darmi l'impressione di essermi magicamente trasformata in una statua di cera.
Il buio della stanza è rischiarato solo dalle sue braci ardenti; fari infuocati immersi in un mare di oscurità.
Deglutisco a fatica rendendomi vagamente conto di trovarmi in una situazione di estremo pericolo; eppure il mio corpo e il mio cervello si rifiutano di continuare a svolgere le loro funzioni. A quanto pare il mio spirito di sopravvivenza ha fatto le valigie e ha deciso di andare in vacanza su qualche isola sperduta in mezzo all’Oceano Atlantico. Così per lunghi istanti rimango ferma e zitta, succube e schiava, per l’ennesima volta questa sera, degli occhi del Principe.
Improvvisamente alcune candele sparse per la stanza si accendono di colpo, illuminando debolmente l’ambiente che ci circonda, permettendomi inoltre di vedere la figura del Principe.
Trattengo il fiato osservando Lucifer che, comodamente sdraiato con la schiena appoggiata alla testiera del letto, con aria tranquilla, sicura e rilassata si comporta come se fosse il padrone del mondo intero. Ormai deve essere qui già da un bel po' visto che ha avuto il tempo di togliersi la giacca, ordinatamente ripiegata e riposta sullo scrittoio, e di slacciarsi i primi bottoni della camicia bianca inamidata. I gemelli sono stati posati sul comodino; le maniche arrotolate fino ai gomiti mettendo così in evidenza i muscoli degli avambracci.
Sento il mio cuore aumentare drasticamente i suoi battiti mentre passo a rassegna ogni singolo centimetro di quel corpo statuario e peccaminoso. Sento una vampata di calore percorrere interamente il mio corpo fino a depositarsi nel mio bassoventre, lasciandomi di nuovo quella strana, ma piacevole sensazione di bisogno che ho provato durante il nostro litigio. Bisogno, il mio, di non so cosa e a cui non riesco a dare un nome preciso.
Stringo le palpebre scuotendo leggermente la testa ed espirando lentamente, accorgendomi finalmente che piano piano sto riacquistando il controllo del mio corpo.
Dopo essermi calmata riapro gli occhi tornando ad osservare il Principe. La luce flebile delle candele getta lunghe ombre sul suo corpo, facendolo apparire se possibile, ancora più oscuro e pericoloso di quanto non sia in realtà.
Ad un tratto lo vedo aprirsi in uno strano e misterioso sorriso, che gli dona un’aria soprannaturale e che in un certo senso lo rende inafferrabile e irraggiungibile.
Il mio polso accelera nuovamente i suoi battiti mentre uno strano disagio si fa largo dentro di me. È come se mi trovassi davanti ad una creatura divina e ultraterrena, e fossi consapevole di non essere degna di stare al suo cospetto e che rivolgendogli semplicemente uno sguardo la stessi contaminando.
‘Oh insomma Ana piantala! Quello che hai davanti non è un Dio, ma Lucifer! Un principe demoniaco, completamente pazzo ed estremamente pericoloso, che non vede l’ora di farti del male.’ Penso facendo un respiro profondo e scuotendo con forza la testa per allontanare queste strane sensazioni e uscire dal mio stato catatonico.
‘Mi serve qualcosa… qualunque cosa che mi permetta di avere la possibilità di scappare da lui. Avanti Ana pensa. Rifletti con attenzione.’ Mi sprono, mordendomi con forza il labbro inferiore.
Di sfuggita lancio un’occhiata alla porta, calcolando mentalmente quanto lontana riuscirei ad arrivare prima che lui riesca a riacciuffarmi. Il mio corpo si tende leggermente preparandosi a scattare, ma prima che io possa fare una sola mossa la sua voce mi blocca.
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Guardians of the Elements: Infernum - Gli Eredi Del Destino
FantasyParte Seconda del capitolo Infernum della saga "Guardians of the Elements". Prima di passare a questa storia, è necessario leggere la precedente. *_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_*_* Anastasia, Bianca, Sarah, Elisabeth e Katherine. Cin...